Uccise il compagno a coltellate per difendersi, assolta
GENOVA - Si chiude con una sentenza di assoluzione il processo di primo grado ad Alessia Mendes, la ballerina 40enne di origini brasiliane che nel giugno del 2017 uccise il compagno, Alessio Rossi, al culmine di una lite.
E' stata proprio la frequenza e la violenza dei litigi, e i maltrattamenti che la Mendes ha più volte denunciato, a spingere i giudici a considerare le coltellate inferte a Rossi come legittima difesa, e dunque a optare per l’assoluzione con formula piena.
La Mendes, detenuta in carcere, verrà così rimessa in libertà nelle prossime ore: alla lettura della sentenza è scoppiata in lacrime, e con lei anche la madre e l’avvocato Rachele De Stefanis che l’ha assistita sin dal primo giorno.
I fatti risalgono al 23 giugno del 2017. Nell’appartamento gli agenti rinvennero il corpo del compagno, il 35enne meccanico Alessio Rossi, ucciso da una coltellata. Ai poliziotti, che alla fine erano riusciti a convincerla a rientrare in casa, Mendes aveva spiegato di avere reagito per difesa: al culmine della lite Rossi aveva afferrato un coltello minacciandola e avvicinandosi pericolosamente, e nella lotta la lama era finita nelle mani della donna, che aveva sferrato diversi fendenti rivelatisi poi fatali.
Una ricostruzione che, insieme con le denunce da lei sporte in passato contro il compagno, hanno spinto i giudici a emettere un verdetto di non colpevolezza contro cui il procuratore capo, Francesco Cozzi, ha già annunciato di voler ricorrere.
E' stata proprio la frequenza e la violenza dei litigi, e i maltrattamenti che la Mendes ha più volte denunciato, a spingere i giudici a considerare le coltellate inferte a Rossi come legittima difesa, e dunque a optare per l’assoluzione con formula piena.
La Mendes, detenuta in carcere, verrà così rimessa in libertà nelle prossime ore: alla lettura della sentenza è scoppiata in lacrime, e con lei anche la madre e l’avvocato Rachele De Stefanis che l’ha assistita sin dal primo giorno.
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