BARI - «La vicenda relativa all’antenna RAI installata da anni nel quartiere Libertà di Bari deve essere chiarita e in ogni caso l’antenna deve essere delocalizzata affinché il diritto alla salute per i cittadini residenti sia garantito in maniera netta e definitiva.
È per questo motivo che, tramite un’interrogazione e sollecitato dall’ex consigliere municipale di FDI Simone Cellamare, ho sottoposto la questione all’attenzione del Governo per avere notizie sul progetto di delocalizzazione già esistente e fermo da anni e per accelerarne l’esecuzione.
I residenti del quartiere e delle zone immediatamente limitrofe lamentano da anni la pericolosità rappresentata dai ripetitori Radio Rai 1, Radio Rai 2 e Radio Rai 3 afferenti all’antenna installata sul palazzo sede di Telecom Italia, in via Napoli, poiché l’esposizione ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati da quella sorgente fissa potrebbe comportare rischi a breve e lungo termine per la loro salute.
È noto che già nei mesi di giugno, ottobre e dicembre del 2011, tre rispettive analisi dell'Arpa Puglia rilevarono valori superiori ai limiti consentiti dalle disposizioni di legge e quindi già pericolosi per la salute dei cittadini.
A seguito della diffida da parte della ripartizione «tutela dell'ambiente, igiene e sanità del Comune di Bari» e dell’ordinanza del Sindaco di Bari, volte a garantire maggiormente la salute pubblica e a ridurre le emissioni entro valori il più possibile sicuri per la popolazione, Rai Way ha inoltrato un progetto di delocalizzazione dell'antenna al Ministero dello sviluppo economico.
L’antenna, a distanza di anni, è ancora presente nel quartiere Libertà di Bari e, pertanto, ho chiesto al Governo di chiarire quale sia lo stato di attuazione del progetto di delocalizzazione e di accelerarne l’esecuzione così da evitare continue preoccupazioni ai cittadini residenti e in modo tale da garantire agli stessi la tutela della salute così come disposto dalla Costituzione e dalla normativa nazionale ed europea».
Lo dichiara il Segretario della Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati, l’On. Marcello Gemmato, a margine della presentazione della sua interrogazione.
È per questo motivo che, tramite un’interrogazione e sollecitato dall’ex consigliere municipale di FDI Simone Cellamare, ho sottoposto la questione all’attenzione del Governo per avere notizie sul progetto di delocalizzazione già esistente e fermo da anni e per accelerarne l’esecuzione.
I residenti del quartiere e delle zone immediatamente limitrofe lamentano da anni la pericolosità rappresentata dai ripetitori Radio Rai 1, Radio Rai 2 e Radio Rai 3 afferenti all’antenna installata sul palazzo sede di Telecom Italia, in via Napoli, poiché l’esposizione ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati da quella sorgente fissa potrebbe comportare rischi a breve e lungo termine per la loro salute.
È noto che già nei mesi di giugno, ottobre e dicembre del 2011, tre rispettive analisi dell'Arpa Puglia rilevarono valori superiori ai limiti consentiti dalle disposizioni di legge e quindi già pericolosi per la salute dei cittadini.
A seguito della diffida da parte della ripartizione «tutela dell'ambiente, igiene e sanità del Comune di Bari» e dell’ordinanza del Sindaco di Bari, volte a garantire maggiormente la salute pubblica e a ridurre le emissioni entro valori il più possibile sicuri per la popolazione, Rai Way ha inoltrato un progetto di delocalizzazione dell'antenna al Ministero dello sviluppo economico.
L’antenna, a distanza di anni, è ancora presente nel quartiere Libertà di Bari e, pertanto, ho chiesto al Governo di chiarire quale sia lo stato di attuazione del progetto di delocalizzazione e di accelerarne l’esecuzione così da evitare continue preoccupazioni ai cittadini residenti e in modo tale da garantire agli stessi la tutela della salute così come disposto dalla Costituzione e dalla normativa nazionale ed europea».
Lo dichiara il Segretario della Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati, l’On. Marcello Gemmato, a margine della presentazione della sua interrogazione.