di FRANCESCO GRECO - MILANO. "180mila morti all'anno per cancro sono troppo, dopo 40 anni di ricerca...". Insomma, un default. La vive come una sconfitta personale, privata il prof. Ermanno Leo, pugliese (Canosa di Puglia), oncologo di fama mondiale, direttore S. C. Colo-Rettale presso la Fondazione IRCCS (Istituto Nazionale dei Tumori) di Milano.
Da decenni è impegnato su un fronte così delicato e complesso. Un pianeta in cui si vive anche di annunci di farmaci che non cambiano lo status quo, o lo sfiorano solo in superficie.
Intanto per l'anno che verrà si prevede che nel mondo si ammaleranno 18 milioni di persone. Per l'OMS "un'epidemia".
DOMANDA: Lei è molto critico verso quella che chiama spettacolarizzazione della ricerca: i bugiardini dei farmaci antitumorali sono troppo bugiardi?
RISPOSTA: "Purtroppo i farmaci antitumorali non sono accompagnati dai bugiardini, ma i risultati di efficacia sono affidati a risultati di studi comparativi fra diversi 'protocolli'".
D. Troppe leggende metropolitane, annunci roboanti, fake news: quali le più smaccate?
R. "Credo che la stampa debba rivedere i criteri di valutazione delle notizie, in particolare sul cancro. 180mila morti l'anno avrebbero il diritto di chiederci tante cose...".
D. Si può ipotizzare che le percentuali delle guarigioni che leggiamo sui giornali sono gonfiate, quindi irreali?
R. "Dovrebbero specificare in quali stadi della malattia possiamo offrire buoni risultati. In particolare: diagnosi precoce (tumori piccoli) e chirurghi adeguati ed esperti e casistiche ben consolidate e documentate. Che si scelgano mani esperte a prescindere dall'immobile".
D. E' un danno notevole che gli istituti di ricerca pubblici e privati non si coordinano, per gelosia probabilmente e che non esiste un registro unico dei risultati raggiunti?
R. "Il coordinamento sarebbe auspicabile, ma soprattutto la veridicità dei risultati. Evitare che il controllore sia il controllato, o suo amico".
D. "Regaliamo la ricerca alle multinazionali": cosa vuol dire, che il pubblico abdica al suo ruolo?
R. "La ricerca è nelle mani delle multinazionali, finalizzata alla produzione dei farmaci. I medici sono solo utilizzatori e spero ne valutino correttamente i risultati (anche scontentando i fornitori!!!)".
D. Lei sostiene che dopo tanto tempo e risorse nella lotta al cancro siamo quasi all'anno zero e poco ne sappiamo, eppure oggi c'è molta informazione sul tema...
R. "Per ora abbiamo solo queste armi. Spero si cambi strada...".
D. Vogliamo suggerire qualche consiglio per la prevenzione?
R. "Credo che i suggerimenti delle Regioni siano una buona guida. In particolare suggerisco, oltre la ricerca del sangue occulto nelle feci, dopo i 45 anni di eseguire una colonscopia (con sedazione), in particolare a chi ha precedenti famigliari per tumore del colon-retto. Sino a quando i genitori perderanno i figli e i figli perderanno i genitori (per i tumori), dovremo farci un serio esame di coscienza".
Da decenni è impegnato su un fronte così delicato e complesso. Un pianeta in cui si vive anche di annunci di farmaci che non cambiano lo status quo, o lo sfiorano solo in superficie.
Intanto per l'anno che verrà si prevede che nel mondo si ammaleranno 18 milioni di persone. Per l'OMS "un'epidemia".
DOMANDA: Lei è molto critico verso quella che chiama spettacolarizzazione della ricerca: i bugiardini dei farmaci antitumorali sono troppo bugiardi?
RISPOSTA: "Purtroppo i farmaci antitumorali non sono accompagnati dai bugiardini, ma i risultati di efficacia sono affidati a risultati di studi comparativi fra diversi 'protocolli'".
D. Troppe leggende metropolitane, annunci roboanti, fake news: quali le più smaccate?
R. "Credo che la stampa debba rivedere i criteri di valutazione delle notizie, in particolare sul cancro. 180mila morti l'anno avrebbero il diritto di chiederci tante cose...".
D. Si può ipotizzare che le percentuali delle guarigioni che leggiamo sui giornali sono gonfiate, quindi irreali?
R. "Dovrebbero specificare in quali stadi della malattia possiamo offrire buoni risultati. In particolare: diagnosi precoce (tumori piccoli) e chirurghi adeguati ed esperti e casistiche ben consolidate e documentate. Che si scelgano mani esperte a prescindere dall'immobile".
D. E' un danno notevole che gli istituti di ricerca pubblici e privati non si coordinano, per gelosia probabilmente e che non esiste un registro unico dei risultati raggiunti?
R. "Il coordinamento sarebbe auspicabile, ma soprattutto la veridicità dei risultati. Evitare che il controllore sia il controllato, o suo amico".
D. "Regaliamo la ricerca alle multinazionali": cosa vuol dire, che il pubblico abdica al suo ruolo?
R. "La ricerca è nelle mani delle multinazionali, finalizzata alla produzione dei farmaci. I medici sono solo utilizzatori e spero ne valutino correttamente i risultati (anche scontentando i fornitori!!!)".
D. Lei sostiene che dopo tanto tempo e risorse nella lotta al cancro siamo quasi all'anno zero e poco ne sappiamo, eppure oggi c'è molta informazione sul tema...
R. "Per ora abbiamo solo queste armi. Spero si cambi strada...".
D. Vogliamo suggerire qualche consiglio per la prevenzione?
R. "Credo che i suggerimenti delle Regioni siano una buona guida. In particolare suggerisco, oltre la ricerca del sangue occulto nelle feci, dopo i 45 anni di eseguire una colonscopia (con sedazione), in particolare a chi ha precedenti famigliari per tumore del colon-retto. Sino a quando i genitori perderanno i figli e i figli perderanno i genitori (per i tumori), dovremo farci un serio esame di coscienza".