BARI - “È un bollettino di guerra, la conta dei danni causati dal maltempo che si è abbattuto sulla nostra regione: 25 milioni in tutto, con migliaia di ulivi sradicati dal vento o spaccati in due. L’olivicoltura pugliese non ha mai vissuto un periodo così difficile”. Così Domenico Damascelli, consigliere regionale di Forza Italia e vicepresidente della Commissione Agricoltura.
“La nostra Puglia - sottolinea - soffre: soffrono gli agricoltori, soffre l’economia, e a patirne le conseguenze sono tutti i pugliesi. Il Governo di una regione agricola tanto importante, o comprende che deve mettere a sistema una programmazione economico-finanziaria per sostenere il mondo agricolo in caso di calamità, oppure non ha capito quale regione sta governando. Più volte abbiamo sollecitato lo stanziamento di fondi regionali per le calamità, ma la Giunta Emiliano ha fatto orecchio da mercante”.
“La legge nazionale in materia - aggiunge - è del tutto superata, perché non rifonde i danni agli agricoltori e non porta alcun beneficio. Questa legge va cambiata, ed è un’istanza di cui deve farsi portavoce il nostro assessore, in qualità di coordinatore di tutti gli assessori regionali all’Agricoltura, in sede di Conferenza Stato-Regioni”.
“Per uscire dall’emergenza e recuperare una situazione tanto grave - continua Damascelli - il Governo regionale si attivi subito, chiedendo lo stato di calamità naturale e predisponendo immediate verifiche sul campo, non come quelle lacunose effettuate a seguito delle gelate di febbraio, da cui sono rimasti esclusi territori fortemente colpiti. Per supportare l’economia agricola della Puglia urgono interventi di sistema, considerata la continua emergenza che stiamo vivendo. E non può il Governo regionale ignorare questa situazione, senza andare in soccorso di un comparto produttivo tanto prezioso, che rappresenta il dna della nostra regione”.
“Occorre un tavolo verde regionale permanente - conclude Damascelli - per mettere a punto strategie concrete contro calamità e Xylella, tavoli di filiera in tutti i comparti del settore primario per valorizzare i nostri prodotti e assicurare ai consumatori un Made in Puglia di qualità. Occorre un lavoro serio, che non vediamo e che invece è essenziale per ridare ossigeno alla nostra economia in affanno”.
“La nostra Puglia - sottolinea - soffre: soffrono gli agricoltori, soffre l’economia, e a patirne le conseguenze sono tutti i pugliesi. Il Governo di una regione agricola tanto importante, o comprende che deve mettere a sistema una programmazione economico-finanziaria per sostenere il mondo agricolo in caso di calamità, oppure non ha capito quale regione sta governando. Più volte abbiamo sollecitato lo stanziamento di fondi regionali per le calamità, ma la Giunta Emiliano ha fatto orecchio da mercante”.
“La legge nazionale in materia - aggiunge - è del tutto superata, perché non rifonde i danni agli agricoltori e non porta alcun beneficio. Questa legge va cambiata, ed è un’istanza di cui deve farsi portavoce il nostro assessore, in qualità di coordinatore di tutti gli assessori regionali all’Agricoltura, in sede di Conferenza Stato-Regioni”.
“Per uscire dall’emergenza e recuperare una situazione tanto grave - continua Damascelli - il Governo regionale si attivi subito, chiedendo lo stato di calamità naturale e predisponendo immediate verifiche sul campo, non come quelle lacunose effettuate a seguito delle gelate di febbraio, da cui sono rimasti esclusi territori fortemente colpiti. Per supportare l’economia agricola della Puglia urgono interventi di sistema, considerata la continua emergenza che stiamo vivendo. E non può il Governo regionale ignorare questa situazione, senza andare in soccorso di un comparto produttivo tanto prezioso, che rappresenta il dna della nostra regione”.
“Occorre un tavolo verde regionale permanente - conclude Damascelli - per mettere a punto strategie concrete contro calamità e Xylella, tavoli di filiera in tutti i comparti del settore primario per valorizzare i nostri prodotti e assicurare ai consumatori un Made in Puglia di qualità. Occorre un lavoro serio, che non vediamo e che invece è essenziale per ridare ossigeno alla nostra economia in affanno”.
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