Massimo Dapporto (intervista): "Il ruolo dell'attore è dare felicità al pubblico"
(credits: Castellaneta) |
Secondo lei, come mai si è atteso più di 40 anni per realizzare uno spettacolo così attuale in teatro?
E' una domanda che bisogna applicare a molti lavori, nel senso che ce ne stanno alcuni che non sono mai stati fatti in teatro, ed altri che per fortuna ci sta qualcuno che pensa ad una storia. In questo caso, non è il 'Un borghese piccolo piccolo' di Alberto Sordi o di Monicelli, ma di Vincenzo Cerami. Abbiamo notato che dal romanzo si poteva fare l'adattamento per il teatro e si è portata una novità, perché in teatro ogni tanto c'è una novità e il pubblico se ne rende conto della qualità degli spettacoli. Non sono stato quello che ha avuto l'idea, è stato Fabrizio Coniglio, molto più giovane di me; è venuto a casa mia, mi ha fatto leggere la storia che aveva scritto e mi è piaciuta molto. Avevo visto il film, l'ho rivisto, ma non vado per imitazioni. Quando per la televisione ho fatto Falcone, ho fatto una ricerca sulla persona realmente esistita, ed ho cercato negli atteggiamenti e nei movimenti, sono ingrassato apposta per sembrare più corpulento. Però, nel caso di un Borghese piccolo piccolo, ogni attore lo può fare come se lo sente, come capisce leggendo la storia.
In un'intervista ha dichiarato che è particolarmente legato a Giovanni Vivaldi. Questo personaggio cosa le ha dato in più rispetto a Zeno ed Otello da lei interpretati?
Giovanni Vivaldi mi dà le stesse soddisfazioni di Zeno. La soddisfazioni non te la prendi solo te, dicendo "quanto sono bravo", è il pubblico che te la dà, quando rimane fino alla fine, applaude tanto è felice. Questa è la cosa principale di noi che facciamo questo mestiere, dare felicità al pubblico.