Polizia Municipale senza pietà: multato bimbo di 5 anni che giocava in monopattino in Piazza San Marco a Venezia
VENEZIA - E’ accaduto esattamente questo a un bimbo di 5 anni che stava giocando in Piazza San Marco a Venezia, una multa di 66 euro e 80 centesimi. Il verbale è stato elevato dai vigili urbani di Venezia per aver sorpreso il bimbo di appena 5 anni a “sfrecciare” a bordo di un monopattino, di fianco alla Basilica di San Marco. La sanzione è scattata per il papà, colpevole di aver consentito al figlio di correre su questo "acceleratore di velocità", in centro storico. L'uomo, dopo essere andato dai vigili a protestare ha minacciato di rivolgersi ad un legale. Il regolamento cittadino vieta "in ogni caso" monopattini, pattini a rotelle e giochi collettivi che prevedano il lancio di attrezzi e oggetti.
Ancora una volta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si trova costretto a dover segnalare l’ennesima dimostrazione di totale insensibilità. Siamo convinti che la colpa di un “errore” di tal fatta, non debba ricadere sul singolo agente che ha provveduto ad elevare l’ulteriore verbale, ma su un sistema generale quale quello delle sanzioni al Codice della Strada che sono diventate un balzello utile per i comuni a recuperare ingenti somme per ripianare i propri deficit, obbligando per non dire costringendo i relativi comandi di polizia locale e quindi i singoli agenti a diventare degli esattori perché improntati ad un eccessiva fiscalità che va oltre i normali criteri del necessario rigore cui comunque un corpo di polizia si deve uniformare.
Ancora una volta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si trova costretto a dover segnalare l’ennesima dimostrazione di totale insensibilità. Siamo convinti che la colpa di un “errore” di tal fatta, non debba ricadere sul singolo agente che ha provveduto ad elevare l’ulteriore verbale, ma su un sistema generale quale quello delle sanzioni al Codice della Strada che sono diventate un balzello utile per i comuni a recuperare ingenti somme per ripianare i propri deficit, obbligando per non dire costringendo i relativi comandi di polizia locale e quindi i singoli agenti a diventare degli esattori perché improntati ad un eccessiva fiscalità che va oltre i normali criteri del necessario rigore cui comunque un corpo di polizia si deve uniformare.
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