(Pixabay) |
«La nostra associazione può festeggiare oggi un altro successo nella dura battaglia contro l’abusivismo ricettivo. – ha commentato Francesco Caizzi, presidente della Federalberghi Puglia – Il Consiglio regionale ha recepito le nostre istanze approvando un ulteriore strumento per porre un argine al proliferare di questa piaga e garantire un sistema d’accoglienza rispettoso delle regole. Dobbiamo, altresì, sottolineare con soddisfazione il grande impegno profuso dall’assessore regionale al Turismo Loredana Capone e dalla sua struttura tecnica di riferimento. La Puglia si è finalmente dotata di una normativa che lo stesso ministro del Turismo Gian Marco Centinaio ha annunciato di voler adottare anche a livello nazionale».
«Il Codice identificativo di struttura – ha spiegato il leader degli albergatori pugliesi - dovrà essere indicato dai soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare e affitto breve, nonché quelli che gestiscono portali telematici, sugli strumenti utilizzati nella pubblicità , promozione e commercializzazione dell’offerta sia che avvenga con scritti o stampati o supporti digitali sia con qualsiasi altro mezzo. Sono previste sanzioni pecuniarie da un minimo di 500 a una massimo di 3mila euro per ogni attività pubblicizzata, promossa o commercializzata priva del CIS. Le funzioni di vigilanza, controllo e di irrogazioni delle sanzioni amministrative saranno esercitate dai Comuni, ferma restando la competenza dell’autorità di pubblica sicurezza e dell’autorità sanitaria».
«La piaga dell'abusivismo nel settore ricettivo – ha ricordato Caizzi - ha continuato a dilagare anche nell’estate 2018. Secondo la Guardia di Finanza "una casa vacanza su due è affittata in maniera irregolare". La situazione nazionale, al pari di quella regionale, ci ha reso la fotografia di un sistema che ha superato i livelli di guardia. Ad agosto in Puglia erano disponibili su Airbnb ben 35.694 alloggi (+94,91% rispetto ad agosto 2016), a livello nazionale erano 397mila, quasi 6mila nelle Province di Bari e Bat e 1.146 nella sola città di Bari. Numeri impressionanti per i furbetti dell’appartamentino. Da questi dati si deduce che oltre 200mila host italiani hanno esercitando la propria attività in nero. Questi signori si sono arricchiti indebitamente alle spalle degli operatori onesti (concorrenza sleale), dei lavoratori (lavoro nero), dello Stato (evasione fiscale), della comunità locale (pressione sul mercato dell'edilizia abitativa, spopolamento dei centri storici, evasione dell'imposta di soggiorno e degli altri tributi locali) e, spesso, hanno messo a rischio la sicurezza dei turisti (mancato rispetto delle norme di igiene e sicurezza). Dopo aver consegnato un dettagliato dossier all'esame del ministero del Turismo, degli organi regionali e comunali e della Guardia di Finanza, con i quali abbiamo sottoscritto anche protocolli d’intesa per inasprire i controlli e la repressione, non possiamo che apprezzare l’ultimo provvedimento regionale. La Federalberghi continua a perseguire una linea d’azione intransigente per la legalità contro l’abusivismo, all'insegna del principio "stesso mercato, stesse regole"».
Tags
Turismo