LECCE – Anche a Lecce cresce la mobilitazione dei lavoratori operanti nel settore del gioco legale. Questa mattina, davanti all’ingresso della Prefettura, in viale XXV Luglio, si è svolto un sit-in di protesta organizzato da Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil per rivendicare un riordino sostenibile del settore ed aprire un tavolo di confronto con Regioni e Ministerodello Sviluppo Economico per armonizzare le legislazioni nazionale e regionali.
I rappresentanti delle tre categorie, Emanuele Sozzo e Daniela Campobasso (segretari provinciali Filcams), Carmela Tarantini e Valentina Donno (rispettivamente segretario generale e componente della segreteria Fisascat), Antonella Perronee Antonio Palermo (rispettivamente segretario generale e componente della segreteria Uiltucs), sono stati ricevuti dal viceprefetto Marilena Sergi, alla quale hanno chiesto di sollecitare un tavolo di confronto presso il Mise. In Puglia sono circa 23mila i lavoratori impiegati nel settore e la situazione è particolarmente critica vista la decisione di rinviare di soli sei mesi (al prossimo giugno) l’entrata in vigore del distanziometro (una distanza minima di 500 metri tra i centri del gioco legale e i punti sensibili, quali ad esempio scuole e parrocchie).
«Il settore del gioco legale continua a essere oggetto di leggi spesso scritte sull’onda emotiva e senza tenere in debito conto la complessità di un settore complesso, in cui è necessario difendere legalità e buona occupazione dentro un panorama caratterizzato da forti componenti di illegalità », dicono Emanuele Sozzo e Daniela Campobasso, segretari provinciali Filcams Cgil Lecce. «Non abbiamo bisogno di provvedimenti limitati e dal corto respiro, come i distanziometri che poco o niente incidono sulla dipendenza dal gioco, interventi che rischiano solo di produrre disoccupazione e nuove elusioni».
Per Carmela Tarantini e Valentina Donno, rispettivamente segretario generale e componente della segreteria Fisascat Cisl Lecce, «bisogna rendere compatibili le occasioni di gioco con la sostenibilità sociale. Il settore impiega migliaia di lavoratori che, se non si trova una soluzione, andranno ad aumentare le liste dei disoccupati. Gli effetti ci sono già , in provincia di Lecce molti lavoratori in scadenza di contratto non sono stati riconfermati a seguito della ristrettezza della norma. Chiediamo agli amministratori e al governo che gli interventi sul settore siano orientati alla sostenibilità per lavoratori, clienti e cittadini. Provvedimenti spot che non tengono conto di questo rischiano di provocare disoccupazione e dinamiche illegali».
«Solo con un confronto aperto e chiaro – dichiarano Antonella Perrone e Antonio Palermo, rispettivamente segretario generale e componente della segreteria di Uiltucs Lecce - si può trovare una soluzione idonea che tenga conto, da un lato, dell’educazione al gioco misurato e, dall’altro, del problema dell’occupazione. I lavoratori non sono dei numeri, ma persone, padri e madri di famiglia che lavorano e pagano le tasse. Per questo servono interventi mirati per regolamentare il settore e non provvedimenti-spot, servono risposte concrete alle forme di dipendenza dal gioco con strutture sanitarie preparate. Il proibizionismo – concludono - non è la cura di una piaga sanitaria sociale come la ludopatia. Con il proibizionismo si favorisce solo l’illegalità ».
I rappresentanti delle tre categorie, Emanuele Sozzo e Daniela Campobasso (segretari provinciali Filcams), Carmela Tarantini e Valentina Donno (rispettivamente segretario generale e componente della segreteria Fisascat), Antonella Perronee Antonio Palermo (rispettivamente segretario generale e componente della segreteria Uiltucs), sono stati ricevuti dal viceprefetto Marilena Sergi, alla quale hanno chiesto di sollecitare un tavolo di confronto presso il Mise. In Puglia sono circa 23mila i lavoratori impiegati nel settore e la situazione è particolarmente critica vista la decisione di rinviare di soli sei mesi (al prossimo giugno) l’entrata in vigore del distanziometro (una distanza minima di 500 metri tra i centri del gioco legale e i punti sensibili, quali ad esempio scuole e parrocchie).
«Il settore del gioco legale continua a essere oggetto di leggi spesso scritte sull’onda emotiva e senza tenere in debito conto la complessità di un settore complesso, in cui è necessario difendere legalità e buona occupazione dentro un panorama caratterizzato da forti componenti di illegalità », dicono Emanuele Sozzo e Daniela Campobasso, segretari provinciali Filcams Cgil Lecce. «Non abbiamo bisogno di provvedimenti limitati e dal corto respiro, come i distanziometri che poco o niente incidono sulla dipendenza dal gioco, interventi che rischiano solo di produrre disoccupazione e nuove elusioni».
Per Carmela Tarantini e Valentina Donno, rispettivamente segretario generale e componente della segreteria Fisascat Cisl Lecce, «bisogna rendere compatibili le occasioni di gioco con la sostenibilità sociale. Il settore impiega migliaia di lavoratori che, se non si trova una soluzione, andranno ad aumentare le liste dei disoccupati. Gli effetti ci sono già , in provincia di Lecce molti lavoratori in scadenza di contratto non sono stati riconfermati a seguito della ristrettezza della norma. Chiediamo agli amministratori e al governo che gli interventi sul settore siano orientati alla sostenibilità per lavoratori, clienti e cittadini. Provvedimenti spot che non tengono conto di questo rischiano di provocare disoccupazione e dinamiche illegali».
«Solo con un confronto aperto e chiaro – dichiarano Antonella Perrone e Antonio Palermo, rispettivamente segretario generale e componente della segreteria di Uiltucs Lecce - si può trovare una soluzione idonea che tenga conto, da un lato, dell’educazione al gioco misurato e, dall’altro, del problema dell’occupazione. I lavoratori non sono dei numeri, ma persone, padri e madri di famiglia che lavorano e pagano le tasse. Per questo servono interventi mirati per regolamentare il settore e non provvedimenti-spot, servono risposte concrete alle forme di dipendenza dal gioco con strutture sanitarie preparate. Il proibizionismo – concludono - non è la cura di una piaga sanitaria sociale come la ludopatia. Con il proibizionismo si favorisce solo l’illegalità ».
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