di NICOLA ZUCCARO - Bari, 3 dicembre 1943. All'indomani dell'incursione aerea della Luftwaffe sul capoluogo pugliese, mentre le navi colpite bruciavano lungo le banchine del porto, iniziò la conta dei danni non solo presso lo scalo portuale ma anche sul resto della città. Le autorità competenti, impegnate nell'estrarre i corpi senza vita e i feriti rimasti sotto le macerie dei numerosi edifici nella vicina Bari vecchia, nei Quartieri Murat e Libertà, rilevarono, nel contempo, la distruzione di alcune infrastrutture in uso alle forze armate anglo-americane.
Fra queste lo Stadio della Vittoria, che subì il 'perforamento' della pensilina sovrastante la Tribuna coperta e del terreno di gioco per la caduta di 2 bombe. L'impianto sportivo costruito quale monumento per onorare i Caduti della Prima Guerra Mondiale si apprestava così, e amaramente, a festeggiare il 16 dicembre (data di apertura al pubblico con la gara Bari-Comense 3-1, nel e del 1934) i suoi primi 9 anni di vita.
Ai danni subìtì dallo Stadio della Vittoria sarebbe opportuno attribuire la stessa visibilità, alla pari delle altre deflagrazioni che caratterizzarono il bombardamento aereo su Bari e ancora ritenuto, a 75 anni di distanza dal relativo compimento, uno dei più gravi episodi di Guerra chimica perpetrati durante il Secondo conflitto mondiale.
Fra queste lo Stadio della Vittoria, che subì il 'perforamento' della pensilina sovrastante la Tribuna coperta e del terreno di gioco per la caduta di 2 bombe. L'impianto sportivo costruito quale monumento per onorare i Caduti della Prima Guerra Mondiale si apprestava così, e amaramente, a festeggiare il 16 dicembre (data di apertura al pubblico con la gara Bari-Comense 3-1, nel e del 1934) i suoi primi 9 anni di vita.
Ai danni subìtì dallo Stadio della Vittoria sarebbe opportuno attribuire la stessa visibilità, alla pari delle altre deflagrazioni che caratterizzarono il bombardamento aereo su Bari e ancora ritenuto, a 75 anni di distanza dal relativo compimento, uno dei più gravi episodi di Guerra chimica perpetrati durante il Secondo conflitto mondiale.