ROMA - Da lunedì 3 dicembre cambia in maniera sostanziale l’esperienza di acquisti online dei cittadini europei. In tutti i Paesi dell’UE diventa infatti applicabile un nuovo regolamento che vieta il “geoblocking” ingiustificato. Ovvero, sarà possibile fare acquisti on line in tutti i Paesi Ue, senza essere più indebitamente bloccati perché non si risiede nello stato del venditore o perché si effettua il pagamento con una carta bancaria straniera. Nello specifico, a molti sarà capitato di cercare di visitare il sito francese o britannico di un portale di shopping online o di un produttore e di essere continuamente rimandati a quello italiano. Oppure di provare a fare un ordine e dover rinunciare perché non è prevista la consegna là dove abitate.
Tutte queste limitazioni agli acquisti online da un Paese all’altro si definiscono “geoblocking”, dei blocchi spesso usati per sfruttare il maggiore potere d’acquisto di un Paese rispetto all’altro. Da domani queste pratiche saranno vietate dal regolamento UE 302/2018 quando non siano motivate da effettivi maggiori costi o difficoltà logistiche. Un tedesco potrà insomma comprare un prodotto super scontato sull’Amazon francese. Un italiano dovrà poter accedere a offerte che finora erano riservate ai clienti danesi.
Il geoblocking, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha un impatto importante sugli acquisti online nell’UE. Finora, il 63% dei portali visibili nell’Unione prevedeva limitazioni che in un modo o nell’altro dissuadevano l’utente dall’acquistare in un Paese diverso dal proprio. Il risultato: solo il 19% dei consumatori europei fa shopping online sui siti di un altro Paese membro. Ora,"il 3 dicembre mettiamo fine a questa pratica. Vogliamo un'Europa senza barriere, e questo vuol dire anche eliminare gli ostacoli agli acquisti online", sulla falsa riga di quanto già fatto mettendo fine ai sovraccosti del roaming a giugno 2017, ha spiegato il vicepresidente della Commissione Ue per il mercato unico digitale Andrus Ansip.
Tutte queste limitazioni agli acquisti online da un Paese all’altro si definiscono “geoblocking”, dei blocchi spesso usati per sfruttare il maggiore potere d’acquisto di un Paese rispetto all’altro. Da domani queste pratiche saranno vietate dal regolamento UE 302/2018 quando non siano motivate da effettivi maggiori costi o difficoltà logistiche. Un tedesco potrà insomma comprare un prodotto super scontato sull’Amazon francese. Un italiano dovrà poter accedere a offerte che finora erano riservate ai clienti danesi.
Il geoblocking, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha un impatto importante sugli acquisti online nell’UE. Finora, il 63% dei portali visibili nell’Unione prevedeva limitazioni che in un modo o nell’altro dissuadevano l’utente dall’acquistare in un Paese diverso dal proprio. Il risultato: solo il 19% dei consumatori europei fa shopping online sui siti di un altro Paese membro. Ora,"il 3 dicembre mettiamo fine a questa pratica. Vogliamo un'Europa senza barriere, e questo vuol dire anche eliminare gli ostacoli agli acquisti online", sulla falsa riga di quanto già fatto mettendo fine ai sovraccosti del roaming a giugno 2017, ha spiegato il vicepresidente della Commissione Ue per il mercato unico digitale Andrus Ansip.
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Economia