BARI - “Spero vivamente che il tema principale del congresso del Pd non sia D’Alema. Sono certo che la proposta politica di Nicola Zingaretti sia più ambiziosa”. Lo afferma il consigliere regionale del Partito Democratico, Michele Mazzarano, tra i primi a dichiarare di voler votare per Nicola Zingaretti alle ormai prossime elezioni primarie per eleggere il nuovo segretario nazionale del partito.
“Chi in questi anni ha scelto la strada della scissione - continua - ha commesso un gravissimo errore. Nessun dissenso può giustificare la scelta di abbandonare la comunità che tutti abbiamo contribuito a fondare”.
“Nessun dissenso può giustificare la scelta - aggiunge - di costruire un soggetto politico con i rimasugli di massimalismo ed estremismo della sinistra italiana”.
“Noi siamo rimasti nel Pd facendo i conti con la marginalità e la totale assenza di agibilità democratica a cui ci ha costretto in questi anni il gruppo dirigente del partito - prosegue Mazzarano - ma mai abbiamo rinunciato alle nostre idee anche quando queste erano scomode e fuori dal coro. Per questo non va sottovalutato, aldilà della evidente strumentalizzazione di alcuni dirigenti che oggi utilizzano D’Alema per urlare ‘al lupo al lupo’, lo sconcerto di tanti iscritti del Pd che rischiano di non comprendere quello che potrà accadere”.
“Pertanto è necessario, chiunque vinca il congresso, che i transfughi del Pd non tornino ad avere ruoli nel partito nella nuova stagione post congressuale. C’è bisogno di un grande progetto di riunificazione dal basso del centro sinistra italiano - conclude Mazzarano - evitando sommatorie di gruppi dirigenti vecchi e nuovi”.
“Chi in questi anni ha scelto la strada della scissione - continua - ha commesso un gravissimo errore. Nessun dissenso può giustificare la scelta di abbandonare la comunità che tutti abbiamo contribuito a fondare”.
“Nessun dissenso può giustificare la scelta - aggiunge - di costruire un soggetto politico con i rimasugli di massimalismo ed estremismo della sinistra italiana”.
“Noi siamo rimasti nel Pd facendo i conti con la marginalità e la totale assenza di agibilità democratica a cui ci ha costretto in questi anni il gruppo dirigente del partito - prosegue Mazzarano - ma mai abbiamo rinunciato alle nostre idee anche quando queste erano scomode e fuori dal coro. Per questo non va sottovalutato, aldilà della evidente strumentalizzazione di alcuni dirigenti che oggi utilizzano D’Alema per urlare ‘al lupo al lupo’, lo sconcerto di tanti iscritti del Pd che rischiano di non comprendere quello che potrà accadere”.
“Pertanto è necessario, chiunque vinca il congresso, che i transfughi del Pd non tornino ad avere ruoli nel partito nella nuova stagione post congressuale. C’è bisogno di un grande progetto di riunificazione dal basso del centro sinistra italiano - conclude Mazzarano - evitando sommatorie di gruppi dirigenti vecchi e nuovi”.
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