Impatto aereo Ryanair con volatile, volo per Bari deviato
BARI - Questa mattina il Boeing B-737/800 di Ryanair, subito dopo il decollo dall'aeroporto di Düsseldorf-Weeze è stato colpito in pieno da un uccello causando un danno ai sensori dell'aereo. L'impatto, ha fatto sì che il comandante e il primo ufficiale vedessero sui loro computer di bordo dati erronei e non coerenti tra di loro. Il velivolo è stato deviato sullo scalo di Colonia-Bonn dove è atterrato dopo circa 45 minuti di volo per consentire la verifica di eventuali guasti tecnici. I passeggeri, diretti a Bari, una volta a terra, sono stati assistiti dal personale della compagnia e riprotetti su un altro aereo che li ha portati a destinazione poche ore dopo. L'aereo Ryanair B-737 sarà sottoposto alla manutenzione in modo tale da poter verificare la reale portata dei danni causati dal bird strike.
L’urto tra uccelli e aerei non è affatto un evento raro, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, mentre i casi drammatici come quelli del volo 1549 raccontato nel film sono più unici che rari. I pennuti protagonisti del bird strike sono spesso gabbiani reali, oche, balestrucci, rondoni e barbagianni. Gli aerei sono progettati per resistere all’impatto anche di grossi uccelli: ali, motori, finestrini sono testati con un cannone pneumatico che “spara” polli congelati nelle parti più delicate dell’aeroplano per verificare che l’aereo non abbia danni. Altrimenti sarebbe una vera strage, e non solo di sfortunati pennuti.
In Italia, su quasi 1300 “bird strike”, 933 sono avvenute a quote “da drone”, 300 piedi (circa 100 metri di quota) e l’aereo ha registrato qualche danno solo in 37 occasioni, anche se 92 incidenti sono stati impatti multipli con uno stormo. Inutile dire che a farne le spese è sempre stato il povero uccello, non ci sono stati feriti e mai. L’apparato più resistente è il finestrino, che non è mai stato danneggiato, tutt’al più lo si è dovuto ripulire. I più delicati i motori, che hanno riportato qualche danno in dieci incidenti (su 42), e il muso, che si è ammaccato 12 volte su 111 incidenti.
L’urto tra uccelli e aerei non è affatto un evento raro, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, mentre i casi drammatici come quelli del volo 1549 raccontato nel film sono più unici che rari. I pennuti protagonisti del bird strike sono spesso gabbiani reali, oche, balestrucci, rondoni e barbagianni. Gli aerei sono progettati per resistere all’impatto anche di grossi uccelli: ali, motori, finestrini sono testati con un cannone pneumatico che “spara” polli congelati nelle parti più delicate dell’aeroplano per verificare che l’aereo non abbia danni. Altrimenti sarebbe una vera strage, e non solo di sfortunati pennuti.
In Italia, su quasi 1300 “bird strike”, 933 sono avvenute a quote “da drone”, 300 piedi (circa 100 metri di quota) e l’aereo ha registrato qualche danno solo in 37 occasioni, anche se 92 incidenti sono stati impatti multipli con uno stormo. Inutile dire che a farne le spese è sempre stato il povero uccello, non ci sono stati feriti e mai. L’apparato più resistente è il finestrino, che non è mai stato danneggiato, tutt’al più lo si è dovuto ripulire. I più delicati i motori, che hanno riportato qualche danno in dieci incidenti (su 42), e il muso, che si è ammaccato 12 volte su 111 incidenti.