'The Old Man & The Gun': la recensione


di FREDERIC PASCALI - Il viale del tramonto è, in genere, lastricato di riflessioni accurate su quello che è stato o che avrebbe potuto essere. Un ultimo gioco concesso a ogni essere umano prima di imboccare il rettilineo finale, lo stesso che Forrest Tucker sembra non voler percorrere, intento a lottare con i pensieri di una vita che come una centrifuga impazzita lo inchiodano all’ultima curva senza poterla mai superare. “The Old man & The Gun” nasce da un soggetto ispirato direttamente dalla realtà,lo porta alla luce un articolo di David Grann apparso nel 2003 sul “New Yorker”, e si configura come un lavoro di fusione, un po’biopic e un po’ dramedy. Il protagonista, Forrest Tucker, interpretato da un Robert Redford che oltre la consueta elegante e bella prova d’attore sembra quasi declinare un lungo e ininterrotto sguardo sulla propria carriera, è uno di quegli antieroi che spesso restano nascosti nelle pieghe di qualche cronaca locale destinata a spegnere il suo clamore nell’inevitabile sopravanzare delle cose dell’uomo.

Essere sé stessi sempre, al di là delle circostanze e dei momenti bui, non rinunciare al proprio talento e coltivarlo fino in fondo, anche nel caso si tratti di rapinare banche. David Lowery sfrutta questo assioma e realizza una pellicola con dedica a due grandi specialisti del loro campo, ben coadiuvato da un piccolo manipolo di star, Ben Affleck, Danny Glover, Tom Waitz, Sissy Spacek, Keith Carradine, Elisabeth Moss, non necessità di particolari orpelli enfatici e sviluppa un impianto narrativo che pone il suo fulcro essenziale nei dialoghi,il punto sensibile dell’intero lavoro. Tuttavia, l’operazione non riesce perfettamente e in alcuni tratti, specie nel lungo passaggio introduttivo, fa decisamente fatica a superare indenne tutti gli impasse legati al ritmo della storia.

In questo contesto la fotografia di Joe Anderson è una garanzia ma non tale da riuscire a superare quell’eccesso di struggimento che accompagna costantemente le sequenze di quello che resta ufficialmente il passo d’addio di uno dei più grandi attori del nostro tempo.


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