BARI - “Tenere fede ad un impegno assunto in campagna elettorale, sostenendo il reinserimento lavorativo di chi è stato espulso dal mercato del lavoro in età avanzata”. Lo dichiara il senatore Dario Stefàno (Pd) fuori dall’Aula dove è riunita la Commissione Bilancio del Senato per esaminare gli emendamenti alla manovra.
“Ho illustrato alla Commissione le ragioni - continua Stefàno - di un mio emendamento per ridurre del 50% la contribuzione a carico dei datori di lavoro che assumeranno, dal 1 gennaio 2019 e a tempo indeterminato, lavoratori over 45 espulsi dal mercato del lavoro e disoccupati da almeno sei mesi”.
“È assurdo - continua Stefàno - che il Paese disperda abilità e competenze dei lavoratori con esperienza e che da un lato l’eccessivo carico fiscale, che grava sulle imprese, e dall’altro gli oneri del ricollocamento cancellino ogni speranza a chi ha fatto progetti di vita importanti e ora deve fare i conti con gli esiti della crisi. Una crisi che, soprattutto al Sud, ha spazzato via intere reti produttive e con esse aziende e lavoratori, che nella fascia 45 - 60 anni sono nel “deserto”, troppo in là con la età per accedere ai benefici previsti dalle norme vigenti e troppo giovani per accedere alla pensione".
"C’è la necessità - conclude il senatore - di dare risposta a questa fascia generazionale che nessuna forma di reddito di cittadinanza potrà mai aiutare, perché molto spesso si tratta di lavoratori con importanti competenze professionali e tecniche. Ora tocca al governo e alla maggioranza dire da che parte sta".
“Ho illustrato alla Commissione le ragioni - continua Stefàno - di un mio emendamento per ridurre del 50% la contribuzione a carico dei datori di lavoro che assumeranno, dal 1 gennaio 2019 e a tempo indeterminato, lavoratori over 45 espulsi dal mercato del lavoro e disoccupati da almeno sei mesi”.
“È assurdo - continua Stefàno - che il Paese disperda abilità e competenze dei lavoratori con esperienza e che da un lato l’eccessivo carico fiscale, che grava sulle imprese, e dall’altro gli oneri del ricollocamento cancellino ogni speranza a chi ha fatto progetti di vita importanti e ora deve fare i conti con gli esiti della crisi. Una crisi che, soprattutto al Sud, ha spazzato via intere reti produttive e con esse aziende e lavoratori, che nella fascia 45 - 60 anni sono nel “deserto”, troppo in là con la età per accedere ai benefici previsti dalle norme vigenti e troppo giovani per accedere alla pensione".
"C’è la necessità - conclude il senatore - di dare risposta a questa fascia generazionale che nessuna forma di reddito di cittadinanza potrà mai aiutare, perché molto spesso si tratta di lavoratori con importanti competenze professionali e tecniche. Ora tocca al governo e alla maggioranza dire da che parte sta".
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