di FRANCESCO GRECO - Umiliata e offesa, la Natura si vendica, si riprende i suoi spazi: troppi gliene abbiamo sottratti con l’inganno, rubati da egoisti, sfregiati da persone volgari quali siamo, amanti del brutto.
Le chiamano trombe d’aria, in realtà sono tornadi. 20 novembre 2018: l’Apocalisse fra Ugento e Taurisano (ce n’erano due). Per vedere gli effetti basta andare su Youtube.
26 novembre, fra Jonio e Adriatico (ma veniva dalla Calabria), stavolta qualcuno dice che erano tre: fatto rarissimo. La Natura ha voluto farci passare alla storia, regalarci un primato da guinness. Grazie!
28 novembre: l’Unesco dichiara i muretti a secco “patrimonio dell’umanità” (in Italia, fra Salento, Cinque Terre, Sardegna, ecc., ce ne sono 175mila km, basta dire che la Grande Muraglia Cinese ne conta 8mila).
C’è un nesso fra queste news? All’apparenza, no, non ce n’è.
Se però guardiamo con più attenzione, allora lo si trova. Basta andare sui luoghi del disastro (Patù, Corsano, Tiggiano, Tricase Porto, Marina Serra): uliveti interi spariti, la forza dell’uragano ha sollevato maestose piante secolari, sono con le radici all’insù.
La Natura sì che sa fare spettacolo, altroché noi con il 3D e i Grandi Fratelli pruriginosi.
Al di là del solito palleggio di responsabilità, molto folkloristico, italian style, sul clima, le stagioni confuse, ecc. (ma non è una novità), una cosa non l’ha rilevata nessuno: i muretti a secco, “patrimonio dell’umanità”, sono intatti, non hanno fatto una mossa, manco una pietra è crollata, eppure l’uragano “conteneva” grossi sassi, mattoni enormi, imbrici, uccelli, ecc.
Nei regni di pietra intorno a noi, silenziosi, immobili, sono lì da almeno 3000 anni e non hanno fatto una piega, Senza cemento, né calce, tenuti insieme “solo” dalla forza di gravità, la fantastica intuizione dei nostri fantastici avi. L’acqua passa attraverso, drena, e nemmeno l’alluvione più violento li tocca, e il tornado nemmeno: anche l’aria, benché potente, non li sfiora.
Forse abbiamo sbagliato modello di sviluppo, evocato spiriti che ora ci afferrano per la gola e ci strozzano. Con sciocca presunzione, volevamo imporre le nostre regole alla Natura e i suoi elementi (acqua, aria, vento, fuoco).
Forse abbiamo sbagliato tutto.
Ci sono un bel pò di metafore da decodificare. Una sciarada che ognuno – se lo vuole - può decrittare per conto suo.
Le chiamano trombe d’aria, in realtà sono tornadi. 20 novembre 2018: l’Apocalisse fra Ugento e Taurisano (ce n’erano due). Per vedere gli effetti basta andare su Youtube.
26 novembre, fra Jonio e Adriatico (ma veniva dalla Calabria), stavolta qualcuno dice che erano tre: fatto rarissimo. La Natura ha voluto farci passare alla storia, regalarci un primato da guinness. Grazie!
28 novembre: l’Unesco dichiara i muretti a secco “patrimonio dell’umanità” (in Italia, fra Salento, Cinque Terre, Sardegna, ecc., ce ne sono 175mila km, basta dire che la Grande Muraglia Cinese ne conta 8mila).
C’è un nesso fra queste news? All’apparenza, no, non ce n’è.
Se però guardiamo con più attenzione, allora lo si trova. Basta andare sui luoghi del disastro (Patù, Corsano, Tiggiano, Tricase Porto, Marina Serra): uliveti interi spariti, la forza dell’uragano ha sollevato maestose piante secolari, sono con le radici all’insù.
La Natura sì che sa fare spettacolo, altroché noi con il 3D e i Grandi Fratelli pruriginosi.
Al di là del solito palleggio di responsabilità, molto folkloristico, italian style, sul clima, le stagioni confuse, ecc. (ma non è una novità), una cosa non l’ha rilevata nessuno: i muretti a secco, “patrimonio dell’umanità”, sono intatti, non hanno fatto una mossa, manco una pietra è crollata, eppure l’uragano “conteneva” grossi sassi, mattoni enormi, imbrici, uccelli, ecc.
Nei regni di pietra intorno a noi, silenziosi, immobili, sono lì da almeno 3000 anni e non hanno fatto una piega, Senza cemento, né calce, tenuti insieme “solo” dalla forza di gravità, la fantastica intuizione dei nostri fantastici avi. L’acqua passa attraverso, drena, e nemmeno l’alluvione più violento li tocca, e il tornado nemmeno: anche l’aria, benché potente, non li sfiora.
Forse abbiamo sbagliato modello di sviluppo, evocato spiriti che ora ci afferrano per la gola e ci strozzano. Con sciocca presunzione, volevamo imporre le nostre regole alla Natura e i suoi elementi (acqua, aria, vento, fuoco).
Forse abbiamo sbagliato tutto.
Ci sono un bel pò di metafore da decodificare. Una sciarada che ognuno – se lo vuole - può decrittare per conto suo.