Ascanio Pacelli: "Il Grande Fratello mi ha cambiato completamente la vita"
di DANIELE MARTINI - Parlando del Grande Fratello, non si può non ricordare uno dei tanti concorrenti: Ascanio Pacelli. Ma cosa fa attualmente Ascanio? L'ex concorrente del Grande Fratello, poi conduttore televisivo e radiofonico, attore, è giocatore di golf professionista dal 1997 ed è general manager del "Terre dei Consoli Golf Club", a 30 chilometri dalla Capitale. È sposato con Katia Pedrotti ed ha due splendidi figli.
Abbiamo avuto il piacere di intervistarlo:
D. Hai un cognome importante e sei il pronipote di Papa Pio XII. Quanto ha inciso questo sulla tua vita e se ti hanno raccontato di com'era tuo zio?
R. Ho sempre detto e dichiarato che sono onorato ed orgoglioso di portare un cognome del genere perché, comunque, è una figura importante, non soltanto per la mia famiglia ma per la storia dell'Italia. Ovviamente, non è una cosa comune avere un Papa in famiglia quindi, fin da piccolo, ho avuto, attraverso mio padre, anche un po’ dei racconti di com'era, soprattutto della figura che era al di fuori di quello che poi tutti hanno visto della figura del Papa. Mio padre mi raccontava un po’ il suo rapporto con il suo prozio. So che è stato un Papa sicuramente che ha vissuto un momento difficile, ovvero la Seconda Guerra Mondiale. Per molti è stata una figura importantissima, qualche detrattore lo ha definito un Papa amico di Hitler, semplicemente per il fatto che non lo aveva preso di petto, ma prendere di petto Hitler in quel periodo voleva dire vedere Roma annientata, e il Vaticano con lei. Quindi, non avrebbe avuto senso. Ho letto anche la testimonianza di tantissime persone che hanno scritto di quanto era bravo, di quanto era buono, soprattutto di quanto era sempre presente nella vita dei Romani e di chi aveva bisogno. Quindi questo non fa altro che rendermi felice di poter portare un cognome del genere.
D. Prima di entrare nella casa più famosa di Italia hai vissuto la tua vita sui campi da golf... Come nasce questa passione?
R. La passione nasce perché i miei genitori giocavano a golf. Quindi, mi portavano da piccolo in questo circolo. Io, come tutti i bambini del mondo, stavo col pallone sotto il braccio perché volevo giocare a pallone. Poi lì ho capito che, purtroppo, di pallone non se ne poteva fare niente e quindi, all'età di sei anni, accorciando il bastone di mio padre, ho iniziato i primi colpi. Quindi, una passione nata dalla famiglia. E poi è diventato il mio lavoro, nel senso che ho fatto tutta la trafila da pulcino, da cadetto, juniores, ho fatto i corsi nazionali, etc. e, finito il militare, ho deciso di diventare professionista. Ho girato l'Italia e l'Europa per ben 12 anni alla caccia di qualche vittoria che, ahimè, purtroppo non è arrivata, e questo poi mi ha portato a provare un'esperienza diversa, che è quella del Grande Fratello.
D. Quali le doti che bisogna avere per intraprendere la strada del golf?
R. Nel golf, come tutti quanti gli sport, ci deve essere un mix di talento, di ambizione, di determinazione e di costanza. Diciamo che a me è mancata l'ultima, nel senso che essendo un sagittario, essendo uno che si stufa facilmente, purtroppo ha sicuramente influito su quella che poteva essere le mie prestazioni, e quindi quello serve. Poi, quando giocavo io, il golf era uno sport di nicchia, uno sport piccolo, anche poco accessibile. Fortunatamente adesso è cambiato, dati anche i numeri perché, insomma, i golfisti aumentano, ci sono tantissimi giocatori italiani che ci rappresentano in maniera dignitosa in giro per il mondo. Abbiamo Francesco Molinari che, addirittura, è tra i primi sei del mondo: quest'anno ha vinto tornei in America, ha vinto l'Open Championship che è come Wimbledon per il tennis. Il golf sta facendo strada e, fortunatamente, sono rimasto aggrappato a questo mondo perché sono sette anni che faccio il general manager di un campo da golf vicino Roma che si chiama "Terre dei Consoli".
D. Da dove nacque l'esigenza di vivere un’esperienza come quella del Grande Fratello e cosa ti ha lasciato quell'esperienza?
R. In realtà, il Grande Fratello fu lo scherzo di un mio amico che chiamò la redazione di Endemol dando il mio numero di telefono e spacciandosi per me. Quindi fui richiamato dalla Endemol per fissare la data del provino ed io pensai fosse uno scherzo. Invece, poi capii che era tutta una situazione reale ed era un momento di passaggio della mia vita perché, appunto, il golf non andava benissimo, avevo avuto una storia di tre anni di convivenza, quindi un momento, sai, di quelli che "stai da solo nella tua strada e sai che c'è? È l'occasione della tua vita, proviamo a partecipare". E fui fortunato perché poi feci tutti i vari provini, quei test che ti permettono di entrare poi nella casa del Grande Fratello e, nonostante alcuni autori non mi vedevano un perfetto concorrente perché mi vedevano troppo perbene, posato, educato, di nobile famiglia, la Capograssi si batté per dire "No, potrebbe essere la persona adatta in un contesto del genere". E poi ebbe ragione perché, da lì, mi è cambiata completamente la vita, non soltanto per le dinamiche dei tre mesi che ho trascorso all'interno della casa, ma per quello che ne è venuto fuori. Primo fra tutti, ovviamente, la storia con mia moglie, Katia Pedrotti, da cui abbiamo avuto due figli splendidi e il fatto di aver comunque poi alternato la mia vita tra il lavoro del golf, il lavoro della televisione, il fatto di poter girare l'Italia andando nelle serate, conoscendo un'Italia che non conoscevo, di cui ero veramente ignorante.
D. Hai mai avuto la tentazione di rivivere l'esperienza del reality?
R. No. Il Grande Fratello mi ha dato qualcosa che, probabilmente, non potrò più trovare ma che, al di là di mia moglie che è una cosa importante, anche dopo come emozioni e come veridicità della situazione. Le cose sono molto cambiate rispetto al mio. Sono stato chiamato quest'anno per fare una chiacchierata per quanto riguarda l'Isola, ma non ci sono i presupposti. Mi potrebbe divertire, ma adesso è diventato più complicato. L'idea di stare lontano dai miei figli per uno o due mesi è difficile. E poi, ormai, io ho già dato. Faranno gli altri le esperienze, ma non io.
D. Chi è oggi Ascanio Pacelli?
R. Oggi Ascanio Pacelli è un uomo di quarantacinque anni che ha bisogno di stimoli quotidiani. È un uomo che è sempre alla ricerca di qualcosa che lo possa far sentire realizzato, al di là del mio lavoro. Io, quattro anni fa, proprio in virtù del lavoro che faccio di manager, mi sono rimesso a studiare. Ho girato l'Europa facendo dei corsi di master, sono andato in America quattro volte a fare delle World Conference, ho parlato di fronte a trentacinquemila persone. Sono uno che vive di stimoli. Ascanio oggi è uno che non si è fermato, nonostante poi non sia riuscito a realizzare quello che era il mio sogno, ovvero diventare un golfista affermato.
D. In quali progetti sei attualmente coinvolto e progetti futuri?
R. Attualmente io sono coinvolto nel mandare avanti uno dei campi da golf più innovativi che esistono in Europa, che è appunto "Terre dei Consoli". Abbiamo ed ho sdoganato il concetto di accessibilità all'interno del mondo del golf. Questo è quello che riguarda la mia vita quotidiana, il mio lavoro vero. Il mondo dello spettacolo è un mondo dove non ci ho fatto né affidamento né career. Tutto ciò che mi è arrivato post Grande Fratello l'ho sempre vissuto come una cosa in più. Ho fatto le mie esperienze nella fiction, in teatro, in radio, conducendo programmi. Però, mi piacerebbe poter veramente dare una mano definitiva allo sviluppo di questo sport in Italia perché ce n'è bisogno e perché so che potrebbe essere veramente la sorpresa dei prossimi anni.
D. Che consiglio dai ai giovani che vorrebbero intraprendere la carriera sportiva?
R. Di farlo assolutamente ma, innanzitutto, deve essere una scelta loro e non una scelta dei genitori. Purtroppo, molto spesso, sono testimone di genitori che spingono i figli e che, a volte, maltrattano i figli perché non riescono ad ottenere buoni risultati. Lo sport è una cosa che deve formare, non distruggere le ambizioni di una persona, né deve mortificare un bambino. Se qualcuno vuole fare uno sport, a prescindere da quale possa essere, deve sapere che deve alternare la sua giornata a quello e allo studio perché vanno di pari passo. E soprattutto di provare a fare sacrifici: il sacrificio c'è perché poi ritorna. Se semini bene, e semini tanto, qualcosa raccogli.
D. Un saluto ai lettori ed ascoltatori del Giornale di Puglia
R. Un grande saluto ed un grande abbraccio da Roma a tutti gli ascoltatori del Giornale di Puglia. Io, con la Puglia, ho un rapporto molto particolare perché, non soltanto vengo spesso a giocare a golf nei vari campi che avete bellissimi, ma è una regione che offre tantissimo. Io, ogni volta che vengo, rimango stupito dell'affetto e del calore che ricevo. Quindi, vi faccio una promessa: verrò a trovarvi presto!
Abbiamo avuto il piacere di intervistarlo:
D. Hai un cognome importante e sei il pronipote di Papa Pio XII. Quanto ha inciso questo sulla tua vita e se ti hanno raccontato di com'era tuo zio?
R. Ho sempre detto e dichiarato che sono onorato ed orgoglioso di portare un cognome del genere perché, comunque, è una figura importante, non soltanto per la mia famiglia ma per la storia dell'Italia. Ovviamente, non è una cosa comune avere un Papa in famiglia quindi, fin da piccolo, ho avuto, attraverso mio padre, anche un po’ dei racconti di com'era, soprattutto della figura che era al di fuori di quello che poi tutti hanno visto della figura del Papa. Mio padre mi raccontava un po’ il suo rapporto con il suo prozio. So che è stato un Papa sicuramente che ha vissuto un momento difficile, ovvero la Seconda Guerra Mondiale. Per molti è stata una figura importantissima, qualche detrattore lo ha definito un Papa amico di Hitler, semplicemente per il fatto che non lo aveva preso di petto, ma prendere di petto Hitler in quel periodo voleva dire vedere Roma annientata, e il Vaticano con lei. Quindi, non avrebbe avuto senso. Ho letto anche la testimonianza di tantissime persone che hanno scritto di quanto era bravo, di quanto era buono, soprattutto di quanto era sempre presente nella vita dei Romani e di chi aveva bisogno. Quindi questo non fa altro che rendermi felice di poter portare un cognome del genere.
D. Prima di entrare nella casa più famosa di Italia hai vissuto la tua vita sui campi da golf... Come nasce questa passione?
R. La passione nasce perché i miei genitori giocavano a golf. Quindi, mi portavano da piccolo in questo circolo. Io, come tutti i bambini del mondo, stavo col pallone sotto il braccio perché volevo giocare a pallone. Poi lì ho capito che, purtroppo, di pallone non se ne poteva fare niente e quindi, all'età di sei anni, accorciando il bastone di mio padre, ho iniziato i primi colpi. Quindi, una passione nata dalla famiglia. E poi è diventato il mio lavoro, nel senso che ho fatto tutta la trafila da pulcino, da cadetto, juniores, ho fatto i corsi nazionali, etc. e, finito il militare, ho deciso di diventare professionista. Ho girato l'Italia e l'Europa per ben 12 anni alla caccia di qualche vittoria che, ahimè, purtroppo non è arrivata, e questo poi mi ha portato a provare un'esperienza diversa, che è quella del Grande Fratello.
D. Quali le doti che bisogna avere per intraprendere la strada del golf?
R. Nel golf, come tutti quanti gli sport, ci deve essere un mix di talento, di ambizione, di determinazione e di costanza. Diciamo che a me è mancata l'ultima, nel senso che essendo un sagittario, essendo uno che si stufa facilmente, purtroppo ha sicuramente influito su quella che poteva essere le mie prestazioni, e quindi quello serve. Poi, quando giocavo io, il golf era uno sport di nicchia, uno sport piccolo, anche poco accessibile. Fortunatamente adesso è cambiato, dati anche i numeri perché, insomma, i golfisti aumentano, ci sono tantissimi giocatori italiani che ci rappresentano in maniera dignitosa in giro per il mondo. Abbiamo Francesco Molinari che, addirittura, è tra i primi sei del mondo: quest'anno ha vinto tornei in America, ha vinto l'Open Championship che è come Wimbledon per il tennis. Il golf sta facendo strada e, fortunatamente, sono rimasto aggrappato a questo mondo perché sono sette anni che faccio il general manager di un campo da golf vicino Roma che si chiama "Terre dei Consoli".
D. Da dove nacque l'esigenza di vivere un’esperienza come quella del Grande Fratello e cosa ti ha lasciato quell'esperienza?
R. In realtà, il Grande Fratello fu lo scherzo di un mio amico che chiamò la redazione di Endemol dando il mio numero di telefono e spacciandosi per me. Quindi fui richiamato dalla Endemol per fissare la data del provino ed io pensai fosse uno scherzo. Invece, poi capii che era tutta una situazione reale ed era un momento di passaggio della mia vita perché, appunto, il golf non andava benissimo, avevo avuto una storia di tre anni di convivenza, quindi un momento, sai, di quelli che "stai da solo nella tua strada e sai che c'è? È l'occasione della tua vita, proviamo a partecipare". E fui fortunato perché poi feci tutti i vari provini, quei test che ti permettono di entrare poi nella casa del Grande Fratello e, nonostante alcuni autori non mi vedevano un perfetto concorrente perché mi vedevano troppo perbene, posato, educato, di nobile famiglia, la Capograssi si batté per dire "No, potrebbe essere la persona adatta in un contesto del genere". E poi ebbe ragione perché, da lì, mi è cambiata completamente la vita, non soltanto per le dinamiche dei tre mesi che ho trascorso all'interno della casa, ma per quello che ne è venuto fuori. Primo fra tutti, ovviamente, la storia con mia moglie, Katia Pedrotti, da cui abbiamo avuto due figli splendidi e il fatto di aver comunque poi alternato la mia vita tra il lavoro del golf, il lavoro della televisione, il fatto di poter girare l'Italia andando nelle serate, conoscendo un'Italia che non conoscevo, di cui ero veramente ignorante.
D. Hai mai avuto la tentazione di rivivere l'esperienza del reality?
R. No. Il Grande Fratello mi ha dato qualcosa che, probabilmente, non potrò più trovare ma che, al di là di mia moglie che è una cosa importante, anche dopo come emozioni e come veridicità della situazione. Le cose sono molto cambiate rispetto al mio. Sono stato chiamato quest'anno per fare una chiacchierata per quanto riguarda l'Isola, ma non ci sono i presupposti. Mi potrebbe divertire, ma adesso è diventato più complicato. L'idea di stare lontano dai miei figli per uno o due mesi è difficile. E poi, ormai, io ho già dato. Faranno gli altri le esperienze, ma non io.
D. Chi è oggi Ascanio Pacelli?
R. Oggi Ascanio Pacelli è un uomo di quarantacinque anni che ha bisogno di stimoli quotidiani. È un uomo che è sempre alla ricerca di qualcosa che lo possa far sentire realizzato, al di là del mio lavoro. Io, quattro anni fa, proprio in virtù del lavoro che faccio di manager, mi sono rimesso a studiare. Ho girato l'Europa facendo dei corsi di master, sono andato in America quattro volte a fare delle World Conference, ho parlato di fronte a trentacinquemila persone. Sono uno che vive di stimoli. Ascanio oggi è uno che non si è fermato, nonostante poi non sia riuscito a realizzare quello che era il mio sogno, ovvero diventare un golfista affermato.
D. In quali progetti sei attualmente coinvolto e progetti futuri?
R. Attualmente io sono coinvolto nel mandare avanti uno dei campi da golf più innovativi che esistono in Europa, che è appunto "Terre dei Consoli". Abbiamo ed ho sdoganato il concetto di accessibilità all'interno del mondo del golf. Questo è quello che riguarda la mia vita quotidiana, il mio lavoro vero. Il mondo dello spettacolo è un mondo dove non ci ho fatto né affidamento né career. Tutto ciò che mi è arrivato post Grande Fratello l'ho sempre vissuto come una cosa in più. Ho fatto le mie esperienze nella fiction, in teatro, in radio, conducendo programmi. Però, mi piacerebbe poter veramente dare una mano definitiva allo sviluppo di questo sport in Italia perché ce n'è bisogno e perché so che potrebbe essere veramente la sorpresa dei prossimi anni.
D. Che consiglio dai ai giovani che vorrebbero intraprendere la carriera sportiva?
R. Di farlo assolutamente ma, innanzitutto, deve essere una scelta loro e non una scelta dei genitori. Purtroppo, molto spesso, sono testimone di genitori che spingono i figli e che, a volte, maltrattano i figli perché non riescono ad ottenere buoni risultati. Lo sport è una cosa che deve formare, non distruggere le ambizioni di una persona, né deve mortificare un bambino. Se qualcuno vuole fare uno sport, a prescindere da quale possa essere, deve sapere che deve alternare la sua giornata a quello e allo studio perché vanno di pari passo. E soprattutto di provare a fare sacrifici: il sacrificio c'è perché poi ritorna. Se semini bene, e semini tanto, qualcosa raccogli.
D. Un saluto ai lettori ed ascoltatori del Giornale di Puglia
R. Un grande saluto ed un grande abbraccio da Roma a tutti gli ascoltatori del Giornale di Puglia. Io, con la Puglia, ho un rapporto molto particolare perché, non soltanto vengo spesso a giocare a golf nei vari campi che avete bellissimi, ma è una regione che offre tantissimo. Io, ogni volta che vengo, rimango stupito dell'affetto e del calore che ricevo. Quindi, vi faccio una promessa: verrò a trovarvi presto!
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