Ilva, "Stato non ha protetto i cittadini": Corte Strasburgo condanna l'Italia
(ANSA) |
EMILIANO: "GIORNATA IMPORTANTE PER LA PUGLIA" - “È una giornata importante per la Puglia e per le battaglie che stiamo portando avanti in difesa della salute, dell’ambiente e del nostro mare. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha affermato oggi quello che la Regione Puglia sostiene da quando sono diventato Presidente: cioè che l’Italia non ha protetto la salute dei cittadini di Taranto.
Per questo la Corte ha condannato lo Stato italiano e ora intima il Governo ad attuare subito tutte le misure necessarie alla tutela dell’ambiente e della salute.
L’altra notizia riguarda lo stop di 18 mesi alle trivellazioni nel mare: la Lega pare abbia ceduto di fronte alla netta presa di posizione del ministro dell’Ambiente Costa che condivido. Consideriamo la sospensione un provvedimento non definitivo che non ci tranquillizza e che anzi pretende dal Governo un definitivo chiarimento che non può tardare.
Vi ricordo che siamo stati proprio noi dalla Puglia a denunciare pubblicamente le nuove autorizzazioni a cercare petrolio rilasciate lo scorso 31 dicembre e grazie a noi il Governo ha fatto marcia indietro.
La Regione Puglia chiede l’avvio immediato della decarbonizzazione dell’Ilva di Taranto, unica soluzione possibile per un futuro sostenibile della fabbrica e compatibile con le leggi. Chiediamo inoltre l’abrogazione dei decreti Salva Ilva che concedono l’immunità penale a chi la gestisce.
Serve poi un intervento legislativo che risolva definitivamente la questione trivellazioni e ricerche petrolifere, che in particolare impedisca l’utilizzo dell’air-gun che devasta i nostri meravigliosi fondali”. Lo dichiara il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.
"TARANTO HA OTTENUTO GIUSTIZIA" - E' stata appena pubblicata la Sentenza emessa dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo nel Procedimento n. 54414/13 (F. Cordella ed altri contro Italia).
L'iniziativa è stata promossa, nel 2013, dalla Dott.ssa Daniela Spera per conto di 52 tarantini, avvalendosi della difesa dell’avvocato Sandro Maggio e, in seguito anche dell’avvocato Leonardo La Porta, entrambi del Foro di Taranto.
Successivamente, nel 2015, analogo ricorso è stato presentato da altri 130 tarantini. La Corte ha poi accorpato la trattazione delle due istanze.
I ricorrenti hanno accusato lo Stato italiano di non aver adottato tutti gli strumenti giuridici e normativi necessari per garantire la protezione dell’ambiente e della salute dei tarantini ma, al contrario, le leggi emanate e susseguitesi nel tempo, hanno avuto il preciso scopo di tutelare, esclusivamente, gli interessi dell'Ilva, così le disposizioni della Convenzione Europea dei Diritti Umani di cui agli articoli n. 2 (nella parte in cui dispone che “il diritto alla vita di ogni persona è protetto dalla legge. Nessuno può essere intenzionalmente privato della vita, salvo che in esecuzione di una sentenza capitale pronunciata da un tribunale, nel caso in cui il reato sia punito dalla legge con tale pena”), n. 8 (nella parte in cui dispone che “ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio domicilio”), e n. 13 (nella parte in cui dispone che “ogni persona i cui diritti e le cui libertà riconosciuti nella presente Convenzione siano stati violati, ha diritto a un ricorso effettivo davanti a un’istanza nazionale”).
Una logica già ampiamente condannata dalla popolazione tarantina, soprattutto alla luce dei risultati degli studi scientifici (tra gli altri, lo studio “Sentieri” dell’Istituto Superiore di Sanità) e delle perizie chimico-ambientale ed epidemiologica realizzate dagli esperti incaricati dal Giudice per le Indagini Preliminari, dott.ssa Patrizia Todisco, agli inizi dell’inchiesta sull’Ilva, nel corso dell’incidente probatorio nel procedimento penale c.d. “Ambiente Svenduto”.
Alla Corte Europea è stato chiesto di riconoscere, ai tarantini, il loro diritto di vivere in un ambiente salubre.
Con la decisione odierna la Prima Sezione della Corte ha riconosciuto la giusta richiesta dei tarantini, dichiarando la violazione degli articoli 8 e 13 da parte dell'Italia. Così in una nota Dott.ssa Daniela Spera Avv. Sandro Maggio Avv. Leonardo La Porta.