'Discepolo' di Padre Pio, fr. Daniele beato?
di FRANCESCO GRECO - SAN GIOVANNI ROTONDO (FG). Predicò la parola di Padre Pio in Italia e in Europa. Gli si riconoscono innumerevoli “grazie e favori celesti”. In odor di santità già durante la lunga e intensa parabola terrena (76 anni), la fama si è consolidata ulteriormente dopo la morte, grazie anche all’opera infaticabile dell’associazione “Amici di fr. Daniele”.
Prosegue la causa di beatificazione del Servo di Dio fr. Daniele Natale dell’Ordine dei Frati Minori di San Giovanni Rotondo. Fu “discepolo” di San Pio da Pietrelcina, un fattore decisivo, che trasfigura lo spessore umano e spirituale del religioso che diffuse in Italia e in Europa la profonda ricchezza semantica del messaggio del frate con le stimmate.
Daniele Natale (al secolo Michele) nacque a San Giovanni Rotondo (Fg) l’11 marzo 1919, dal matrimonio fra Bernardino e Angela Maria De Bonis. Giovanissimo (1933) entrò nei Frati Minori Cappuccini e dopo gli intensi anni della formazione, il 12 maggio 1940, nel Convento di Montefusco, emise la professione perpetua.
San Pio lo volle suo “figlio spirituale”, e da tanto “maestro” fr. Daniele apprese, in senso militante, il mistero della sofferenza e la malattia vissuti come strumenti di purificazione e santificazione.
Ebbe alto il senso del dovere e dell’umiltà: fu portinaio, cuoco, sagrestano. Instancabile nella dedizione verso il prossimo nei tempi terribili del secondo conflitto mondiale. Durante i bombardamenti su Foggia, si prodigò nella carità verso feriti, sfollati, vittime e in generale nella disponibilità verso le famiglie provate dall’insensata tragedia provocata dalla follia dell’uomo.
Quando San Pio trapassò, per suo preciso volere divenne apostolo e percorse le contrade italiane ed europee portando ovunque la “ricchezza” polisemica del suo “credo”.
Il “dies natalis” colse fr. Daniele dov’era nato, il 6 luglio 1994. Lo piansero a lungo i tanti che lo conobbero direttamente apprezzandone le doti umane e spirituali, in particolar modo l’efficacia della preghiera d’intercessione.
La sua vita e le opere richiamarono l’attenzione dei Ministeri Provinciali dei Frati Minori Cappuccini della Provincia Religiosa di Sant’Angelo e Padre Pio, che si sono avvicendati nel quarto di secolo trascorso dalla dipartita, che hanno nominato un confratello col compito di raccogliere documenti, testimonianze, ogni genere di news su fr. Daniele.
Dal 20 febbraio 2011 (quando il Postulatore Generale dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini fr. Florio Tessari nominò fr. Mariano Di Vito suo vice-postulatore) ai giorni nostri, è iniziata la scansione dei passaggi previsti dall’iter della prassi di beatificazione e canonizzazione.
Del Tribunale Diocesano (nominato da S. E. Monsignor Michele Castoro, compianto arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo) fanno parte: don Michele Nasuti (Giudice Delegato), don Alessandro Rocchetti (Promotore di Giustizia), il diacono Francesco Armenti (Notaio Attuario), il dottor Luigi Gravina (Notaio Attuario Aggiunto) e i periti in “re historica et archivistica” fr. Cosimo Maria Vicedomini, il giornalista Stefano Campanella, la dottoressa Marianna Iafelice.
In tre anni e mezzo (3 giugno 2013 – 5 novembre 2016), i lavori del Tribunale si sono sviluppati in ben 58 sessioni con l’ascolto di 52 testimoni (ex officio inclusi). Fra questi: due Vescovi, numerosi sacerdoti, numerosissimi laici di varia estrazione culturale.
Mentre dalla provenienza geografica – come già accennato - traspare la vastità della predicazione del religioso: Francia, Svizzera, Veneto, Lazio, Molise, Emilia-Romagna, Campania, Lombardia e ovviamente Puglia. Segnalati anche presunti miracoli che, analizzati, si sono rivelati “grazie e favori celesti”.
Il 10 ottobre 2015 la salma del Servo di Dio è stata traslata dalla tomba di famiglia nel cimitero di San Giovanni Rotondo alla nuova cappella all’ingresso del Santuario di Santa Maria delle Grazie, approntata appositamente e progettata dal locale studio di architettura De Angelis. La traslazione è stata necessaria per permettere ai pellegrini, sempre più numerosi, di recarsi in visita di preghiera all’ultima dimora di fr. Daniele. E infatti, dall’ottobre 2015 a maggio 2017 sono state censite oltre 20mila richieste di preghiere, grazie e favori celesti.
Sin dai primi passi della causa di beatificazione e canonizzazione, un periodico semestrale (“Fr. Daniele Natale – Discepolo di Padre Pio”) informa i devoti sul cammino dell’iter e la figura del religioso. La tiratura è di 8mila copie, di cui 7mila spedite a chi ne ha fatto richiesta. Per riceverlo basta scrivere a questo indirizzo email: postulazionefradaniele@padrepio.it.
A che stadio sia, infine, tutto il percorso non è dato saperlo. Un riserbo comprensibile: se è vero che “natura non fecit saltus”, tutte le cause di beatificazione e canonizzazione richiedono discrezione, silenzio, pudore.
La via che conduce all’onore degli altari esige l’intimità delle coscienze, la riflessione, la solitudine, affinché nessun elemento condizioni il lavoro di ricognizione del materiale, né turbi il cuore di chi è stato scelto per un compito così delicato.
Prosegue la causa di beatificazione del Servo di Dio fr. Daniele Natale dell’Ordine dei Frati Minori di San Giovanni Rotondo. Fu “discepolo” di San Pio da Pietrelcina, un fattore decisivo, che trasfigura lo spessore umano e spirituale del religioso che diffuse in Italia e in Europa la profonda ricchezza semantica del messaggio del frate con le stimmate.
Daniele Natale (al secolo Michele) nacque a San Giovanni Rotondo (Fg) l’11 marzo 1919, dal matrimonio fra Bernardino e Angela Maria De Bonis. Giovanissimo (1933) entrò nei Frati Minori Cappuccini e dopo gli intensi anni della formazione, il 12 maggio 1940, nel Convento di Montefusco, emise la professione perpetua.
San Pio lo volle suo “figlio spirituale”, e da tanto “maestro” fr. Daniele apprese, in senso militante, il mistero della sofferenza e la malattia vissuti come strumenti di purificazione e santificazione.
Ebbe alto il senso del dovere e dell’umiltà: fu portinaio, cuoco, sagrestano. Instancabile nella dedizione verso il prossimo nei tempi terribili del secondo conflitto mondiale. Durante i bombardamenti su Foggia, si prodigò nella carità verso feriti, sfollati, vittime e in generale nella disponibilità verso le famiglie provate dall’insensata tragedia provocata dalla follia dell’uomo.
Quando San Pio trapassò, per suo preciso volere divenne apostolo e percorse le contrade italiane ed europee portando ovunque la “ricchezza” polisemica del suo “credo”.
Il “dies natalis” colse fr. Daniele dov’era nato, il 6 luglio 1994. Lo piansero a lungo i tanti che lo conobbero direttamente apprezzandone le doti umane e spirituali, in particolar modo l’efficacia della preghiera d’intercessione.
La sua vita e le opere richiamarono l’attenzione dei Ministeri Provinciali dei Frati Minori Cappuccini della Provincia Religiosa di Sant’Angelo e Padre Pio, che si sono avvicendati nel quarto di secolo trascorso dalla dipartita, che hanno nominato un confratello col compito di raccogliere documenti, testimonianze, ogni genere di news su fr. Daniele.
Dal 20 febbraio 2011 (quando il Postulatore Generale dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini fr. Florio Tessari nominò fr. Mariano Di Vito suo vice-postulatore) ai giorni nostri, è iniziata la scansione dei passaggi previsti dall’iter della prassi di beatificazione e canonizzazione.
Del Tribunale Diocesano (nominato da S. E. Monsignor Michele Castoro, compianto arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo) fanno parte: don Michele Nasuti (Giudice Delegato), don Alessandro Rocchetti (Promotore di Giustizia), il diacono Francesco Armenti (Notaio Attuario), il dottor Luigi Gravina (Notaio Attuario Aggiunto) e i periti in “re historica et archivistica” fr. Cosimo Maria Vicedomini, il giornalista Stefano Campanella, la dottoressa Marianna Iafelice.
In tre anni e mezzo (3 giugno 2013 – 5 novembre 2016), i lavori del Tribunale si sono sviluppati in ben 58 sessioni con l’ascolto di 52 testimoni (ex officio inclusi). Fra questi: due Vescovi, numerosi sacerdoti, numerosissimi laici di varia estrazione culturale.
Mentre dalla provenienza geografica – come già accennato - traspare la vastità della predicazione del religioso: Francia, Svizzera, Veneto, Lazio, Molise, Emilia-Romagna, Campania, Lombardia e ovviamente Puglia. Segnalati anche presunti miracoli che, analizzati, si sono rivelati “grazie e favori celesti”.
Il 10 ottobre 2015 la salma del Servo di Dio è stata traslata dalla tomba di famiglia nel cimitero di San Giovanni Rotondo alla nuova cappella all’ingresso del Santuario di Santa Maria delle Grazie, approntata appositamente e progettata dal locale studio di architettura De Angelis. La traslazione è stata necessaria per permettere ai pellegrini, sempre più numerosi, di recarsi in visita di preghiera all’ultima dimora di fr. Daniele. E infatti, dall’ottobre 2015 a maggio 2017 sono state censite oltre 20mila richieste di preghiere, grazie e favori celesti.
Sin dai primi passi della causa di beatificazione e canonizzazione, un periodico semestrale (“Fr. Daniele Natale – Discepolo di Padre Pio”) informa i devoti sul cammino dell’iter e la figura del religioso. La tiratura è di 8mila copie, di cui 7mila spedite a chi ne ha fatto richiesta. Per riceverlo basta scrivere a questo indirizzo email: postulazionefradaniele@padrepio.it.
A che stadio sia, infine, tutto il percorso non è dato saperlo. Un riserbo comprensibile: se è vero che “natura non fecit saltus”, tutte le cause di beatificazione e canonizzazione richiedono discrezione, silenzio, pudore.
La via che conduce all’onore degli altari esige l’intimità delle coscienze, la riflessione, la solitudine, affinché nessun elemento condizioni il lavoro di ricognizione del materiale, né turbi il cuore di chi è stato scelto per un compito così delicato.