di VITTORIO POLITO - Si è svolta ieri nel Salone della Polizia Municipale di Bari, con lusinghiero successo, la Giornata Nazionale del Dialetto.
Va detto che la scelta del dialetto diventa sempre più spesso una libera opzione per uno strumento espressivo efficace. Anche sul piano sociale e culturale, i dialetti hanno riconquistato una loro piena dignità espressiva e culturale, non sono più ostacolati come era accaduto in passato, anzi sono stati in anni recentissimi, nell’ultimo trentennio all’incirca, fortemente rivalutati su tutti i piani, come sta a dimostrare la “Giornata” ad esso dedicata e la notevole partecipazione di autori e di pubblico. È stata anche declamata una composizione, sempre in dialetto barese, dedicata ad Ulisse, da una rappresentanza di alunni della Scuola “Duse” di Bari, alla quale va il plauso.
Anche quest’anno la Festa del dialetto è stata promossa dalla Commissione Culture del Comune di Bari, presieduta da Giuseppe Cascella, e da Vito Signorile, direttore artistico del Teatro Abeliano, coordinatore delle Associazioni riunite intorno al progetto oMaggio a Bari. Le iniziative più importanti patrocinate dal Comune, che hanno visto la partecipazione massiccia e assolutamente autogestita e gratuita delle Associazioni Culturali cittadine. Altre iniziative sono in corso, oltre alla giornata del dialetto come la salvaguardia delle ‘Edicole votive’, le manifestazioni ‘Versi alla luna’ e ‘Piedigrotta Barese’, che si svolgeranno nel mese di maggio, insieme alla mostra dei libri dedicarti al dialetto a alla baresità , per finire con i ‘Canti di Natale’ che si svolge a dicembre presso il Teatro Abeliano.
Dall’ascolto dei vari autori che si sono cimentati alla lettura dei loro componimenti va detto che non tutti si sono attenuti alle regole, nel senso che si parla di poesia dialettale barese e non di racconti in dialetto barese, che è altra cosa. In occasione della giornata del dialetto abbiamo ascoltato più fatti tradotti in dialetto barese che poesie.
Per poesia si intende l’arte, come abilità e capacità , di produrre composizioni in versi secondo determinate leggi metriche. Questa può essere epica, lirica, drammatica (dialettale o colta), ecc. In sostanza qualsiasi composizione o opera, anche non verbale, capace di suscitare emozioni.
La prosa, invece, è l’espressione linguistica, specialmente letteraria non vincolata da regole metriche e ritmiche proprie della poesia. Essa può essere semplice, barocca, scorrevole, elaborata, elegante, narrativa. ecc.
Il racconto, infine, è un componimento letterario, di carattere narrativo, semplice o di invenzione, solitamente più breve e meno complesso del romanzo.
Non sta a me, cronista, darvi esempio di poesia, ma basta consultare i testi classici dei nostri padri relativi alla poesia barese per rendersi conto che molti cosiddetti “poeti” sono solo raccontatori di fatti in dialetto barese, giammai di poeti.
Va detto che la scelta del dialetto diventa sempre più spesso una libera opzione per uno strumento espressivo efficace. Anche sul piano sociale e culturale, i dialetti hanno riconquistato una loro piena dignità espressiva e culturale, non sono più ostacolati come era accaduto in passato, anzi sono stati in anni recentissimi, nell’ultimo trentennio all’incirca, fortemente rivalutati su tutti i piani, come sta a dimostrare la “Giornata” ad esso dedicata e la notevole partecipazione di autori e di pubblico. È stata anche declamata una composizione, sempre in dialetto barese, dedicata ad Ulisse, da una rappresentanza di alunni della Scuola “Duse” di Bari, alla quale va il plauso.
Anche quest’anno la Festa del dialetto è stata promossa dalla Commissione Culture del Comune di Bari, presieduta da Giuseppe Cascella, e da Vito Signorile, direttore artistico del Teatro Abeliano, coordinatore delle Associazioni riunite intorno al progetto oMaggio a Bari. Le iniziative più importanti patrocinate dal Comune, che hanno visto la partecipazione massiccia e assolutamente autogestita e gratuita delle Associazioni Culturali cittadine. Altre iniziative sono in corso, oltre alla giornata del dialetto come la salvaguardia delle ‘Edicole votive’, le manifestazioni ‘Versi alla luna’ e ‘Piedigrotta Barese’, che si svolgeranno nel mese di maggio, insieme alla mostra dei libri dedicarti al dialetto a alla baresità , per finire con i ‘Canti di Natale’ che si svolge a dicembre presso il Teatro Abeliano.
Dall’ascolto dei vari autori che si sono cimentati alla lettura dei loro componimenti va detto che non tutti si sono attenuti alle regole, nel senso che si parla di poesia dialettale barese e non di racconti in dialetto barese, che è altra cosa. In occasione della giornata del dialetto abbiamo ascoltato più fatti tradotti in dialetto barese che poesie.
Per poesia si intende l’arte, come abilità e capacità , di produrre composizioni in versi secondo determinate leggi metriche. Questa può essere epica, lirica, drammatica (dialettale o colta), ecc. In sostanza qualsiasi composizione o opera, anche non verbale, capace di suscitare emozioni.
La prosa, invece, è l’espressione linguistica, specialmente letteraria non vincolata da regole metriche e ritmiche proprie della poesia. Essa può essere semplice, barocca, scorrevole, elaborata, elegante, narrativa. ecc.
Il racconto, infine, è un componimento letterario, di carattere narrativo, semplice o di invenzione, solitamente più breve e meno complesso del romanzo.
Non sta a me, cronista, darvi esempio di poesia, ma basta consultare i testi classici dei nostri padri relativi alla poesia barese per rendersi conto che molti cosiddetti “poeti” sono solo raccontatori di fatti in dialetto barese, giammai di poeti.