La più rinomata macelleria di Bari? Era gestita dalla Basilica di San Nicola

di VITTORIO POLITO – Sapevate che nel Settecento la più rinomata macelleria di Bari era gestita dalla Basilica di San Nicola?

Nell’antica Bari uno degli alimenti più pregiati e costosi nell’alimentazione dei baresi era la carne, che non era sempre presente sulla tavola, ma solo in particolari circostanze e la gestione di alcune di esse, denominate “beccherie”, erano gestite anche da enti ecclesiastici.

La più accorsata era la “Beccheria S. Nicola”, situata nel cortile principale della Basilica e si affacciava sulla via chiamata oggi “Via delle Crociate”. Ma ve n’erano anche altre: una dell’Arcivescovado, un'altra, situata nel Castello e quella comunale, ubicata in piazza Mercantile, ma quella più frequentata era quella della Basilica.

La ‘beccheria’, macelleria o esercizio di vendita di carne di becco, era rinomata perché era dotata di una “pannata”, ovvero mostra della carne, e di “caprie”, ossia uncini (a forma di S), che servivano ad appendervi interi quarti di animali, così come avviene ancora oggi nelle moderne macellerie.

L’esposizione, che impegnava l’occupazione di suolo pubblico antistante l’esercizio, richiedeva l’autorizzazione del Comune, e nel 1798, il gestore, tale Antonio Petruzzelli, non si atteneva alla disposizione comunale ed il signor Giovanni Battista Casamassimi presentò un esposto alla R. Camera della Sommaria (un organo amministrativo), per chiedere il richiamo all’ordine del gestore.

Ma Petruzzelli, sentendosi protetto dalle autorità della Basilica, fece ricorso direttamente al Parlamento cittadino, asserendo che la decisione spettava al Decurionato (il Consiglio Comunale dell’epoca). Questo, riunitosi il 22 luglio 1798 registrò una dichiarazione del decurione Giuseppe Attolini, il quale lamentava che, mentre le altre “beccherie” osservavano la normativa, il Priore della Basilica tollerava i comportamenti del Petruzzelli. Attolini concluse di non voler partecipare alla votazione, in quanto l’inconveniente ledeva la “pulizia e buon governo della città”.

Alla luce di quanto sopra il Decurionato, dopo votazione, decise che “l’antica beccaria debba rimanere come sempre è stata con pannata e caprie”.

Quanto sopra è riportato da Vito Antonio Melchiorre (1922-2010), nel suo libro “Storie Baresi” (Levante editori).

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