Sanità, Perrini: "Parrucche per ammalate oncologiche, rivedere la legge per favorire acquisti e rimborsi"
BARI - “Aiutare le donne a sopportare meglio gli effetti collaterali della chemio: questo è stato l’obiettivo principale della legge regionale che abbiamo approvato lo scorso anno stabilendo un rimborso di 300 euro per ogni parrucca acquistata". Così il consigliere regionale di Direzione Italia, Renato Perrini che ha presentato un emendamento discusso in Commissione Sanità.
"A distanza di otto mesi dall’entrata in vigore - prosegue Perrini - ci sono ostacoli che abbiamo il dovere, come legislatori, di risolvere. Per questo ho presentato un emendamento, che oggi è stato discusso in Commissione Sanità, incontrando sicuramente la disponibilità dei colleghi a procedere ad alcuni correttivi. Innanzitutto bisogna accelerare i rimborsi, ho ricevuto una segnalazione da una malata che ha acquistato la parrucca ad agosto e a tutt’ora non ha ricevuto i 300 euro, ma molte altre donne mi hanno confessato di non essere nelle condizioni di poter anticipare i 300 euro, per cui alla fine rinunciano non solo all’acquisto, ma anche ad uscire per le terapie proprio per il disagio di del proprio aspetto che muta. Ci sono associazioni, a Taranto per esempio la Echeo, che svolgono egregiamente il ruolo di sussidiari procedendo con proprie risorse ad acquistare le parrucche, salvo poi non vedersi riconoscere il rimborso perché la legge regionale non lo prevede.
E’ necessario individuare una formula che metta al centro la donna ammalata di tumore, alla quale dobbiamo garantire prima l’acquisto della parrucca e, poi, il rimborso”, conclude Perrini.
"A distanza di otto mesi dall’entrata in vigore - prosegue Perrini - ci sono ostacoli che abbiamo il dovere, come legislatori, di risolvere. Per questo ho presentato un emendamento, che oggi è stato discusso in Commissione Sanità, incontrando sicuramente la disponibilità dei colleghi a procedere ad alcuni correttivi. Innanzitutto bisogna accelerare i rimborsi, ho ricevuto una segnalazione da una malata che ha acquistato la parrucca ad agosto e a tutt’ora non ha ricevuto i 300 euro, ma molte altre donne mi hanno confessato di non essere nelle condizioni di poter anticipare i 300 euro, per cui alla fine rinunciano non solo all’acquisto, ma anche ad uscire per le terapie proprio per il disagio di del proprio aspetto che muta. Ci sono associazioni, a Taranto per esempio la Echeo, che svolgono egregiamente il ruolo di sussidiari procedendo con proprie risorse ad acquistare le parrucche, salvo poi non vedersi riconoscere il rimborso perché la legge regionale non lo prevede.
E’ necessario individuare una formula che metta al centro la donna ammalata di tumore, alla quale dobbiamo garantire prima l’acquisto della parrucca e, poi, il rimborso”, conclude Perrini.