BARI - “Trovare un punto di incontro, un’intesa tra sindaci e presidenti di Regione da una parte e governo dall’altra. Solo così si potrà rendere un servizio utile alla comunità e al contempo tutelare realmente quei migranti che possono legittimamente usufruire dello status di protetto”, è quanto sottolinea in una nota Massimo Cassano, già senatore e sottosegretario e attualmente coordinatore di Puglia popolare, in merito alle polemiche sul decreto sicurezza voluto da Matteo Salvini e che - dalla restrizione dei permessi di soggiorno umanitari ai centri Sprar – si occupa di diverse questioni che, secondo il Ministero, generano insicurezza.
“Sono certo – spiega Cassano . che una mediazione sia possibile a patto che abbia come unico fine non la lotta politica in vista delle prossime scadenze elettorali, ma l’interesse dei cittadini. Sono certo che sia possibile raggiungere una sintesi tra le necessità delle amministrazioni locali e quelle del governo, dimostrando da entrambe le parti un senso reale di maturità politica e lontano dalle sirene del protagonismo fine a se stesso. E se è vero che – come dicono i sindaci - chi ha il permesso di soggiorno umanitario in scadenza difficilmente potrà averlo rinnovato e rimarrà nel nostro Paese senza diritti, senza poter proseguire un percorso di integrazione sociale e lavorativa già avviato, è pur vero che l’intera questione migranti necessitava di alcuni punti fermi affinché buone iniziative – per esempio quella degli Sprar – applicate all’italiana non generino più danni che effetti positivi soprattutto nei piccoli Comuni”.
“Sono certo – spiega Cassano . che una mediazione sia possibile a patto che abbia come unico fine non la lotta politica in vista delle prossime scadenze elettorali, ma l’interesse dei cittadini. Sono certo che sia possibile raggiungere una sintesi tra le necessità delle amministrazioni locali e quelle del governo, dimostrando da entrambe le parti un senso reale di maturità politica e lontano dalle sirene del protagonismo fine a se stesso. E se è vero che – come dicono i sindaci - chi ha il permesso di soggiorno umanitario in scadenza difficilmente potrà averlo rinnovato e rimarrà nel nostro Paese senza diritti, senza poter proseguire un percorso di integrazione sociale e lavorativa già avviato, è pur vero che l’intera questione migranti necessitava di alcuni punti fermi affinché buone iniziative – per esempio quella degli Sprar – applicate all’italiana non generino più danni che effetti positivi soprattutto nei piccoli Comuni”.
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