LECCE - Il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha partecipato questa mattina a Lecce all’udienza dinanzi al Gip fissata per l'esame dei periti nominati nell'ambito dell'incidente probatorio sul gasdotto TAP. Emiliano è stato presente in qualità di Legale rappresentante della Regione, persona offesa nel procedimento.
“Non capisco perché bisogna andare al risparmio sull'applicazione della direttiva Seveso – ha detto il presidente Emiliano dialogando con i giornalisti al termine dell’udienza - vorrei che i cittadini comprendessero questo. Se a casa vostra dovete montare un impianto che certamente è pericoloso e quindi dovete applicare delle cautele particolari nel caso in cui andasse alla massima potenza, voi che cosa fareste applichereste le cautele superiori o no? Io penso di sì. Non capisco quindi perché lo Stato abbia tanta fretta di chiudere questa partita. Lo Stato dovrebbe pretendere, nei casi limite, l'applicazione della direttiva per il famoso principio di precauzione che è uno degli elementi fondamentali dell'Unione Europea. L’Unione Europea dice che, nel dubbio, non si toglie una cautela ma la si aggiunge”.
“I periti – ha aggiunto Emiliano - stavano tentando di interpretare la legge al posto del giudice, il che è un errore grave, perché i periti avrebbero solo dovuto descrivere la situazione di fatto degli impianti per stabilire se si dovesse importare l'applicazione della direttiva Seveso. Invece si sono lanciati, come noi temevamo, in un tentativo di difendere la struttura del gasdotto. Questa intenzione di difendere il gasdotto probabilmente fa parte di una cultura industriale, della quale essi sono portatori, che sottovaluta i rischi ambientali. Sono dei tecnici di grande fama, non c'è dubbio, ma con un'idea in testa che nessuno gli toglierà mai, e cioè che più industrie si fanno, più pesante è tutto quello che è collegato alla produzione industriale, e meglio è”.
Per il Presidente Emiliano “non è possibile fare quell'impianto in quel punto senza applicare la direttiva Seveso.”
“Questo concetto – ha ribadito il Presidente – è meglio che lo capiscano bene e subito i due ministri, Costa e Di Maio, perché non devono pensare che noi ci fermeremo. E comunque vorrei che una cosa fosse chiara. Sia il Ministro Di Maio che il Ministro Costa possono intervenire, non devono lasciare ai giudici il compito di decidere”.
“Come possono intervenire? Pretendendo l'applicazione della direttiva Seveso, rivalutando dal punto di vista della VIA tutta la vicenda ed eventualmente introducendo una norma che, data la vicinanza dell'impianto all'abitato, estenda l'applicabilità della Seveso. Anche in questo caso, basta un decreto esattamente come, mi auguro, quello che faranno per evitare le trivellazioni nel mare. Se per tutelare il mare si può fare un decreto legge, si può fare anche per obbligare il Consorzio a rispettare la direttiva Seveso. Dal momento che non riescono a spostarlo questo gasdotto, almeno così loro dicono, che almeno questo Governo obblighi l'applicazione della direttiva Seveso e non lasci decidere ai giudici o ai periti: la vita dei pugliesi va tutelata anche dal Governo che non può lavarsi le mani.
Se qualcuno si aspetta che ci si fermi, se lo deve proprio scordare. Noi non solo abbiamo depositato le nostre contro relazioni che hanno, secondo me, demolito la tesi dei periti ma soprattutto ne stiamo preparando altre. Noi non molleremo fino a che il buonsenso e l'evidenza non prevarranno.
Non vogliamo che fra vent'anni ci sia un documentario che, raccontando di questa storia dopo un incidente rilevante, possa sostenere la tesi che noi non avevamo fatto tutto quello che eravamo in grado di fare per evitarlo. Ognuno qui si deve prendere le sue responsabilità ma, ripeto, se qualcuno al Governo pensa che questa vicenda si debba risolvere solo negli uffici giudiziari sta commettendo un errore gravissimo. E noi cercheremo sempre di ricordarlo”.