BARI - “La Regione Puglia ha da sempre una parola sola, continueremo a batterci per proteggere il nostro mare, l’ambiente e l’economia pugliese”. È quanto dichiara il presidente della Regione Michele Emiliano con riferimento alle nuove autorizzazioni rilasciate il 31 dicembre 2018 per la ricerca di idrocarburi nel Mar Ionio: la Regione Puglia impugnerà i suddetti permessi di autorizzazione alla ricerca.
“Sulla questione Trivelle - prosegue Emiliano - la Regione Puglia ha, nel tempo, impugnato i pareri favorevoli di Valutazione di impatto ambientale (VIA) rilasciati dal Ministero dell'Ambiente (MATTM) propedeutici per le autorizzazioni alla ricerca o prospezione di idrocarburi nel mare Adriatico e nel mar Ionio.
Le censure sollevate riguardano la omessa valutazione della effettiva dimensione dell'area interessata dalle operazioni di ricerca o prospezione, la (in)competenza dei membri della Commissione preposta al rilascio dei pareri, nonché gli effetti (negativi) per l’ambiente derivanti dall'uso della tecnica dell’air-gun.
Sino a oggi, il Giudice amministrativo ha rigettato i ricorsi, ritenendo che le scelte effettuate dalle amministrazioni statali coinvolte (MATTM e MISE - Ministero per lo Sviluppo economico) siano sottratte al sindacato giurisdizionale, in quanto frutto dell’esercizio di discrezionalità tecnica, amministrativa ed istituzionale spettante in via esclusiva ai Ministeri competenti.
Di Maio e Costa, i responsabili dei dicasteri coinvolti, hanno recentemente affermato che, una volta intervenuta la VIA favorevole, l’autorizzazione sarebbe un “atto dovuto” e il dirigente, a meno di non compiere un reato, giammai avrebbe potuto negarla. I Ministri, con queste dichiarazioni, trincerandosi dietro una assurda e inesistente ipotesi di reato, hanno volutamente omesso di considerare che, in sede di autotutela, l’amministrazione statale avrebbe potuto disporre il riesame della VIA già rilasciata, sulla base di evidenze scientifiche di segno contrario, peraltro avvalendosi delle competenze e professionalità della rinnovata Commissione VIA.
Del resto, lo stesso ministro Di Maio, riferendosi alla vicenda Trivelle e al lavoro della Commissione VIA, nominata dal precedente Governo, ha dichiarato che il Ministro Costa, appena insediato, ha deciso “di sciogliere quella commissione che aveva dato l’ok a questa porcata”.
Ora non solo hanno una nuova Commissione, ma hanno anche il tempo per esercitare l'autotutela. Invece, in modo ipocrita e strumentale, si limitano ad auspicare il blocco delle autorizzazioni da parte dell'autorità giurisdizionale.
Ancora una volta, come in un film già visto con TAP e ILVA, il ministro Di Maio non ha il coraggio di assumere la decisione che gli compete, lasciando il cerino in mano alla Regione che è costretta ad azionare il contenzioso (peraltro incessantemente sollecitato in Consiglio regionale dal Movimento 5Stelle); contenzioso che con molta probabilità finirà per ribadire che il Giudice Amministrativo non può sindacare le decisioni dello stesso Ministro!
Ancora una volta siamo di fronte al gioco delle tre carte alla faccia degli elettori e dello sbandierato cambiamento!”.
Turco: “Un consiglio regionale a Taranto per fermare questo scempio nello Jonio” - “La Puglia è dalla parte dell’ambiente, della tutela del suo paesaggio e del suo mare. E abbiamo il dovere di difendere le sue posizioni in ogni sede. Anche con un consiglio regionale monotematico da tenersi nella città di Taranto. Da Taranto deve partire un messaggio chiaro al Governo e al ministro Di Maio: si amministra un Paese con il coraggio e la coerenza delle scelte e non rimangiandosi la parola data. Per fortuna i pugliesi, già presi in giro su Ilva e Tap, stanno prendendo consapevolezza di queste continue giravolte romane”.
Lo dichiara il consigliere regionale de La Puglia Con Emiliano, Giuseppe Turco, firmatario assieme ad altri sei colleghi ionici (Borraccino, Liviano, Mazzarano, Morgante, Pentassuglia e Perrini) di una richiesta di consiglio regionale monotematico sulle trivellazioni nel mar Jonio, autorizzate dal Mise lo scorso 31 dicembre.
“Ho deciso di sottoscrivere questa richiesta – spiega Turco – perché credo che il consiglio regionale debba sostenere le azioni già annunciate dal governatore Emiliano per fermare questo scempio ambientale. Non possiamo tollerare delle scelte calate dell’alto, che minano le nostre bellezze naturali. E sono convinto che tutta la provincia ionica si mobiliterà per questa sacrosanta causa. Il nostro mare non si trivella. Il nostro mare non è in vendita”.
“Sulla questione Trivelle - prosegue Emiliano - la Regione Puglia ha, nel tempo, impugnato i pareri favorevoli di Valutazione di impatto ambientale (VIA) rilasciati dal Ministero dell'Ambiente (MATTM) propedeutici per le autorizzazioni alla ricerca o prospezione di idrocarburi nel mare Adriatico e nel mar Ionio.
Le censure sollevate riguardano la omessa valutazione della effettiva dimensione dell'area interessata dalle operazioni di ricerca o prospezione, la (in)competenza dei membri della Commissione preposta al rilascio dei pareri, nonché gli effetti (negativi) per l’ambiente derivanti dall'uso della tecnica dell’air-gun.
Sino a oggi, il Giudice amministrativo ha rigettato i ricorsi, ritenendo che le scelte effettuate dalle amministrazioni statali coinvolte (MATTM e MISE - Ministero per lo Sviluppo economico) siano sottratte al sindacato giurisdizionale, in quanto frutto dell’esercizio di discrezionalità tecnica, amministrativa ed istituzionale spettante in via esclusiva ai Ministeri competenti.
Di Maio e Costa, i responsabili dei dicasteri coinvolti, hanno recentemente affermato che, una volta intervenuta la VIA favorevole, l’autorizzazione sarebbe un “atto dovuto” e il dirigente, a meno di non compiere un reato, giammai avrebbe potuto negarla. I Ministri, con queste dichiarazioni, trincerandosi dietro una assurda e inesistente ipotesi di reato, hanno volutamente omesso di considerare che, in sede di autotutela, l’amministrazione statale avrebbe potuto disporre il riesame della VIA già rilasciata, sulla base di evidenze scientifiche di segno contrario, peraltro avvalendosi delle competenze e professionalità della rinnovata Commissione VIA.
Del resto, lo stesso ministro Di Maio, riferendosi alla vicenda Trivelle e al lavoro della Commissione VIA, nominata dal precedente Governo, ha dichiarato che il Ministro Costa, appena insediato, ha deciso “di sciogliere quella commissione che aveva dato l’ok a questa porcata”.
Ora non solo hanno una nuova Commissione, ma hanno anche il tempo per esercitare l'autotutela. Invece, in modo ipocrita e strumentale, si limitano ad auspicare il blocco delle autorizzazioni da parte dell'autorità giurisdizionale.
Ancora una volta, come in un film già visto con TAP e ILVA, il ministro Di Maio non ha il coraggio di assumere la decisione che gli compete, lasciando il cerino in mano alla Regione che è costretta ad azionare il contenzioso (peraltro incessantemente sollecitato in Consiglio regionale dal Movimento 5Stelle); contenzioso che con molta probabilità finirà per ribadire che il Giudice Amministrativo non può sindacare le decisioni dello stesso Ministro!
Ancora una volta siamo di fronte al gioco delle tre carte alla faccia degli elettori e dello sbandierato cambiamento!”.
Turco: “Un consiglio regionale a Taranto per fermare questo scempio nello Jonio” - “La Puglia è dalla parte dell’ambiente, della tutela del suo paesaggio e del suo mare. E abbiamo il dovere di difendere le sue posizioni in ogni sede. Anche con un consiglio regionale monotematico da tenersi nella città di Taranto. Da Taranto deve partire un messaggio chiaro al Governo e al ministro Di Maio: si amministra un Paese con il coraggio e la coerenza delle scelte e non rimangiandosi la parola data. Per fortuna i pugliesi, già presi in giro su Ilva e Tap, stanno prendendo consapevolezza di queste continue giravolte romane”.
Lo dichiara il consigliere regionale de La Puglia Con Emiliano, Giuseppe Turco, firmatario assieme ad altri sei colleghi ionici (Borraccino, Liviano, Mazzarano, Morgante, Pentassuglia e Perrini) di una richiesta di consiglio regionale monotematico sulle trivellazioni nel mar Jonio, autorizzate dal Mise lo scorso 31 dicembre.
“Ho deciso di sottoscrivere questa richiesta – spiega Turco – perché credo che il consiglio regionale debba sostenere le azioni già annunciate dal governatore Emiliano per fermare questo scempio ambientale. Non possiamo tollerare delle scelte calate dell’alto, che minano le nostre bellezze naturali. E sono convinto che tutta la provincia ionica si mobiliterà per questa sacrosanta causa. Il nostro mare non si trivella. Il nostro mare non è in vendita”.