ROMA - La crisi dei produttori di clementine del Sud Italia arriva fino al Parlamento europeo. Il portavoce del M5S Piernicola Pedicini ha presentato una interrogazione alla Commissione europea per chiedere quali provvedimenti intende adottare per quanto sta avvenendo soprattutto in Basilicata, Calabria e Puglia. A causa delle forti gelate, gli agricoltori non hanno potuto procedere al consueto raccolto (che avviene tra novembre e gennaio) di tutto il prodotto e circa un 30-40% di clementine deve ancora essere raccolto.
“Contemporaneamente il mercato è inondato e ingolfato dall’offerta e la concorrenza sleale di altri paesi – soprattutto Spagna e Marocco – che sfruttano il vantaggio di usare prodotti fitosanitari vietati in Italia”. “Di conseguenza, i produttori italiani si trovano oggi con grosse quantità di clementine che, se raccolte, comprimerebbero ancora di più il prezzo, mentre l’offerta non sembra diminuire” afferma l’eurodeputato. Da qui nasce l’interrogazione alla Commissione europea in cui Pedicini chiede “se nella valutazione successiva dell’impatto causato dall’eliminazione o riduzione dei dazi previsto negli accordi commerciali euro-mediterranei, si prenderà in considerazione la compressione dei prezzi delle clementine”. Ma non solo. Pedicini chiede “se si attiveranno misure di salvaguardia come previsto dagli accordi e in che modo la Commissione europea sta favorendo la progressiva convergenza del sistema fitosanitario nei paesi del nord-Africa favoriti dalle differenze nella regolamentazione dei prodotti fitosanitari”.
“La Clementina di Calabria e la Clementina del Golfo di Taranto sono prodotti Igp (indicazione geografica protetta): dobbiamo in tutti modi tutelare i nostri frutti della terra made in Italy e salvaguardare i nostri agricoltori dall’invasione di prodotti stranieri fin troppo economici” dichiara l’eurodeputato Piernicola Pedicini.
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