Lecce, le nanotecnologie in aiuto di Sant’Oronzo

di GIANLUCA ROSSELLINI - LECCE. Statua di Sant’Oronzo: "Utilizzare le nanotecnologie per conservare e proteggere al meglio l’opera". E’ la proposta dell’ambasciatore emerito dell’Unesco Ray Bondin che aggiunge: “Un’azienda specializzata di Milano è pronta a farlo gratuitamente.
 
E spiega: "Solo attraverso l’uso delle nanotecnologie, che sono la migliore tecnica in assoluto per preservare i beni culturali, si potrà operare al meglio sulla statua di Sant’Oronzo, che è un’opera di notevole importanza in un contesto come quello di Lecce, città barocca già patrimonio dell’umanità, dove sono molte le opere da tutelare".
 
L’ambasciatore  emerito dell’Unesco  afferma che un’azienda di Milano, la “4ward360”, è disponibile ad applicare gratis queste nuove tecnologie nell’ultima parte del restauro della statua.

"Le lamelle di rame - prosegue Bondin - presenti nell’opera soffrono molto gli agenti atmosferici,  la soluzione che sto  proponendo è la migliore in assoluto perché conserva la statua senza alterarne l’originalità: questo è l’aspetto più positivo di questa tecnologia che salva il nostro patrimonio culturale, senza però modificarlo".
 
Da parte sua, l’architetto Maurizio De Vito, responsabile scientifico e tecnico di “4ward360”, sottolinea: "Le nanotecnologie potrebbero intervenire con trattamenti idonei per conservare al meglio l’opera. Questo anche perché la statua rappresenta l’identità di Lecce e sarebbe opportuno tutelarla adeguatamente".

De Vito proviene dalla Scuola di restauro di Firenze  e, d’accordo con i vertici di “4ward360”, ha pensato di aprire una sede  in Puglia, "perché qui è necessario operare per il recupero di molti beni, come ad esempio la pietra leccese, gli edifici  barocchi, le masserie, i palazzi baronali, le torri costiere o i fregi in marmo e i tanti elementi in legno nelle chiese. Speriamo che le istituzioni comprendano il valore di queste applicazioni tecniche e scommettano su queste innovazioni per preservare i beni culturali".
 
Dello stesso parere è Franco Fazzio, restauratore e componente del comitato scientifico di “4ward360”, che ha studiato all’ISCR (Istituto superiore per la conservazione e il restauro di Roma), e da parte sua ribadisce: "I vantaggi di applicare ad un restauro le nanotecnologie sono molteplici, innanzitutto perché, a differenza di altre tecniche non impediscono all’elemento da conservare di mantenere la propria porosità e la lasciano traspirare, garantendo le caratteristiche della  materia trattata. Lo sviluppo e la ricerca di nuovi nanomateriali è in continua evoluzione per la vastissima gamma di applicazioni in cui questi possono essere impiegati, come sono in grande evoluzione le tecnologie per la loro produzione. L’alto interesse rivolto verso queste tecniche è dovuto alle particolari proprietà chimico-fisiche che queste presentano a causa dell’aumento dell’area specifica e agli effetti quantistici in essi presenti; siamo alla ricerca di un metodo di produzione che sia applicabile su larga scala ed economicamente conveniente".

Senza trascurare un altro elemento importante, come l’occupazione, come osserva Sabrina Zuccalà, responsabile tecnologico e amministratore delegato della “4ward360”: "Sviluppare queste nuove tecnologie nel restauro, potrebbe creare molti posti di lavoro in una Regione come la Puglia, che ha molteplici Beni Culturali da preservare, puntando così sul turismo culturale. Potrebbero essere  tanti gli occupati nel settore del restauro conservativo con l’utilizzo delle nanotecnologie: abbiamo bisogno di giovani che vogliono investire in formazione per essere protagonisti del loro futuro e di quello della loro terra".

Entusiasta anche l’europarlamentare Lara Comi, che evidenzia "le soluzioni innovative e l’impatto che queste nanotecnologie  hanno nell’ambiente", spiegando l’impegno intrapreso dalla Comunità Europea sul tema delle norme che regolano i principi sulla tutela del paesaggio. "Queste tecnologie - afferma- rispettano l’ambiente e hanno impatto zero, quindi sono adatte per essere utilizzate in molteplici applicazioni, in linea con le normative europee. La proposta della “4ward360” per la statua di Sant’Oronzo può essere da stimolo per le amministrazioni della Regione Puglia per tutelare e valorizzare il proprio patrimonio culturale. Siamo da sempre vicini alle aziende del made in Italy, che non sono seconde a nessuno per competenza e innovazione".

E infine Monsignor Jean Marie Gervais, Prefetto Coadiutore del Capitolo Vaticano e Presidente dell’associazione di promozione delle Arti “Tota Pulchra”, profondo estimatore delle tecnologie applicate all’Arte, commenta: "Sono convinto che l’utilizzo delle nanotecnologie, di cui Sabrina Zuccalà è una vera pioniera, se vengono applicate per studiare, gestire e conservare l’immenso patrimonio artistico, storico e culturale di cui è fecondo il nostro Paese, possono contribuire a ridare una nuova luce, una nuova identità a molte opere d’arte in evidente stato di abbandono. I nano materiali nei prossimi anni assumeranno un’importanza fondamentale nella gestione dei beni culturali".

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