di NICOLA RICCHITELLI – E’ online dallo scorso 19 gennaio - visibile su Youtube - il video del brano “Chissenefrega”, secondo inedito della cantante coratina Mara Musci, a due anni di distanza dal suo esordio discografico “Ci sono giorni”: «E’ un progetto che nasce grazie al fortunato incontro con Davide Gobello, chitarrista e arrangiatore, e Francesco Guasti, cantante e autore di brani. Due persone alle quali devo molto. Mi hanno aiutato a capire quale fosse il mio "vestito migliore", quale fosse la vera Mara, artisticamente parlando…».
Questo secondo brano, realizzato sempre grazie alla collaborazione del gruppo Soundmusic di Bari, presenta sonorità tipiche del genere indie pop e il testo tratta la fine di una storia d’amore. È un grido liberatorio e funge come strumento terapeutico a seguito di qualsiasi delusione. Vuol essere un megafono al concetto che, nonostante le cose non vadano come ci aspettiamo, bisogna mettere un punto, voltare pagina, gridare un bel “chissenefrega” e da lì ripartire.
Il brano, tra l’altro, è il primo, frutto della collaborazione con Davide Gobello, chitarrista che ha collaborato con Loredana Bertè e Fabrizio Moro e il cantautore Francesco Guasti, che ha partecipato a Sanremo Giovani, nel 2017, con la canzone “Universo”. È il primo perché la giovane cantante di Corato è già impegnata con la stesura di nuove canzoni.
Nata a Corato nel luglio 1993, studentessa di Giurisprudenza all’Università di Bari, Mara si è avvicinata al canto partecipando come protagonista ad alcuni musical messi in scena nel suo paese. Un anno dopo ha intrapreso lo studio, che continua ancora oggi. Nel suo percorso formativo ha incontrato Grazia Di Michele con la quale ha avuto modo di lavorare a stretto contatto, al punto che è stata la sua guida nel brano d’esordio “Ci sono giorni”, pubblicato nel 2017.
Mara, partiamo dal secondo inedito - "Chissenefrega" - online dallo scorso 19 gennaio. Innanzitutto come nasce questo progetto?
R:«E’ un progetto che nasce grazie al fortunato incontro con Davide Gobello, chitarrista e arrangiatore, e Francesco Guasti, cantante e autore di brani. Due persone alle quali devo molto. Mi hanno aiutato a capire quale fosse il mio "vestito migliore", quale fosse la vera Mara, artisticamente parlando. Con loro si è parlato delle esperienze che in questi anni ho vissuto, tra cui anche le delusioni, ed è così che ha preso forma “Chissenefrega”. Anche se è vero che non l’ho scritta io, è come se cantassi un qualcosa che parla di me, di una cosa che ho provato e vissuto. “Chissenefrega” mi appartiene tanto, tantissimo».
Cosa canti in questo brano?
R:«E’ un brano che parla della fine di una storia di amore, di ciò che si prova quando una relazione finisce. Ritrovarsi a fare i conti con i ricordi, con delle sigarette che ti ritrovi nella borsa e che ti riportano indietro nel tempo. La svolta si ha quando si è in grado di urlare un "Chissenefrega", di mettere un punto e di andare avanti per la propria strada. “Chissenefrega” diventa quello strumento terapeutico per affrontare quelle delusioni che fanno parte della vita e che tutti, almeno una volta, hanno provato».
Ci sono stati momenti della tua vita in cui hai urlato "Chissenefrega"?
R:«In realtà sì, e, come ho detto prima, diventa terapeutico. Arrivare a dire “chissenefrega” significa giungere a un punto di distacco tale che permette di ripartire con nuove consapevolezze e con una carica emotiva inspiegabile. Mi è capitato di dirlo, sia in amore che in amicizia, o anche quando si presentavano delle situazioni che avrei potuto osteggiare, ma, con un “chissenefrega”, ho lasciato correre. Chiaro è, che quando si tratta di legami forti, diventa difficile, e questo devo ammetterlo, perché spesso capita di volersene fregare, ma ci si ritrova a fare i conti con i propri sentimenti. Soprattutto perché, quando decidi di entrare in modalità “chissenefrega”, intendi il distacco totale, l’indifferenza, il punto di non ritorno».
Possiamo dire che questo brano segna in qualche modo un cambio di rotta rispetto alle origini, viste le sonorità indie pop che lo caratterizzano?
R:«Assolutamente sì, segna un cambio di rotta. Dopo il singolo "Ci sono giorni" mi sono presa del tempo per pensare, per riflettere, per capire quale fosse la mia strada. In un certo senso sentivo che non fosse un genere che mi appartenesse e che non mi permettesse di essere realmente me stessa. Ho iniziato ad immergermi negli ascolti di vari generi, per poter ricercare quel sound e quel linguaggio che mi permettesse di dire: "ok, questa sono io"».
In generale da cosa si differenzia rispetto al tuo primo inedito "Ci sono giorni" uscito un paio di anni fa?
R:«C'è tanta differenza tra "Ci sono giorni" e "Chissenefrega". Il testo è molto più colloquiale, diretto, senza troppi giri di parole e metafore, con l'uso di un linguaggio quotidiano. Ci sono differenze anche nel sound e nel modo di cantare: senza troppi tecnicismi, in maniera semplice spontanea e diretta».
In occasione del progetto sopra menzionato hai avuto modo di collaborare con la maestra Grazia Di Michele: cosa ti ha lasciato questa collaborazione?
R:«Devo molto a Grazia e alla sua professionalità. Anche se concretamente non lavoro più con lei, è una persona che è stata importantissima nel mio percorso, mi ha dato tanto in termini di crescita artistica e anche umana».
In questo progetto abbiamo tra l'altro la collaborazione del chitarrista Davide Gobello. Come è nata?
R:«E’ nata davvero casualmente. Un giorno parlavo di ciò che avessi voluto fare artisticamente con un mio caro amico, un cantante strepitoso ormai nel mondo della musica da anni (non posso dire il suo nome), il quale subito mi ha fatto il nome di Davide e mi ha passato il suo contatto. Poi ho parlato con Davide telefonicamente e ci siamo incontrati nel suo studio a Pistoia. In tale occasione Davide mi ha presentato Francesco Guasti e c'è stata subito intesa. Da quel momento è partito tutto il progetto».
Il video del brano è stato girato per le vie di Barletta... come mai hai scelto proprio la Città della Disfida come location?
R:«Per quanto riguarda il videoclip mi sono affidata completamente a Carmine Croce, videomaker e regista bravissimo, che ha collaborato per alcuni video di Caparezza. Mi ha proposto lui lo storyboard del videoclip e la sua idea mi ha entusiasmato sin da subito. Ha scelto lui le location e ha messo a disposizione un team di professionisti che hanno curato tutto alla perfezione: stylist, make up artist, hair stylist, assistenti e tecnici. Persone che si sono dedicate a me, con grande professionalità ed entusiasmo. Sono stata trattata come una piccola star e io sono grata a ciascuno di loro».
Mara, ci pensi ad un album tutto tuo di inediti?
R:«Assolutamente sì! Ci penso ogni giorno… sono già a lavoro su questo e posso svelare che è quasi pronto il nuovo singolo!».
SOCIAL:
https://www.instagram.com/maramusci/
https://www.facebook.com/MaraMusciOfficalPage/
Questo secondo brano, realizzato sempre grazie alla collaborazione del gruppo Soundmusic di Bari, presenta sonorità tipiche del genere indie pop e il testo tratta la fine di una storia d’amore. È un grido liberatorio e funge come strumento terapeutico a seguito di qualsiasi delusione. Vuol essere un megafono al concetto che, nonostante le cose non vadano come ci aspettiamo, bisogna mettere un punto, voltare pagina, gridare un bel “chissenefrega” e da lì ripartire.
Il brano, tra l’altro, è il primo, frutto della collaborazione con Davide Gobello, chitarrista che ha collaborato con Loredana Bertè e Fabrizio Moro e il cantautore Francesco Guasti, che ha partecipato a Sanremo Giovani, nel 2017, con la canzone “Universo”. È il primo perché la giovane cantante di Corato è già impegnata con la stesura di nuove canzoni.
Nata a Corato nel luglio 1993, studentessa di Giurisprudenza all’Università di Bari, Mara si è avvicinata al canto partecipando come protagonista ad alcuni musical messi in scena nel suo paese. Un anno dopo ha intrapreso lo studio, che continua ancora oggi. Nel suo percorso formativo ha incontrato Grazia Di Michele con la quale ha avuto modo di lavorare a stretto contatto, al punto che è stata la sua guida nel brano d’esordio “Ci sono giorni”, pubblicato nel 2017.
Mara, partiamo dal secondo inedito - "Chissenefrega" - online dallo scorso 19 gennaio. Innanzitutto come nasce questo progetto?
R:«E’ un progetto che nasce grazie al fortunato incontro con Davide Gobello, chitarrista e arrangiatore, e Francesco Guasti, cantante e autore di brani. Due persone alle quali devo molto. Mi hanno aiutato a capire quale fosse il mio "vestito migliore", quale fosse la vera Mara, artisticamente parlando. Con loro si è parlato delle esperienze che in questi anni ho vissuto, tra cui anche le delusioni, ed è così che ha preso forma “Chissenefrega”. Anche se è vero che non l’ho scritta io, è come se cantassi un qualcosa che parla di me, di una cosa che ho provato e vissuto. “Chissenefrega” mi appartiene tanto, tantissimo».
Cosa canti in questo brano?
R:«E’ un brano che parla della fine di una storia di amore, di ciò che si prova quando una relazione finisce. Ritrovarsi a fare i conti con i ricordi, con delle sigarette che ti ritrovi nella borsa e che ti riportano indietro nel tempo. La svolta si ha quando si è in grado di urlare un "Chissenefrega", di mettere un punto e di andare avanti per la propria strada. “Chissenefrega” diventa quello strumento terapeutico per affrontare quelle delusioni che fanno parte della vita e che tutti, almeno una volta, hanno provato».
Ci sono stati momenti della tua vita in cui hai urlato "Chissenefrega"?
R:«In realtà sì, e, come ho detto prima, diventa terapeutico. Arrivare a dire “chissenefrega” significa giungere a un punto di distacco tale che permette di ripartire con nuove consapevolezze e con una carica emotiva inspiegabile. Mi è capitato di dirlo, sia in amore che in amicizia, o anche quando si presentavano delle situazioni che avrei potuto osteggiare, ma, con un “chissenefrega”, ho lasciato correre. Chiaro è, che quando si tratta di legami forti, diventa difficile, e questo devo ammetterlo, perché spesso capita di volersene fregare, ma ci si ritrova a fare i conti con i propri sentimenti. Soprattutto perché, quando decidi di entrare in modalità “chissenefrega”, intendi il distacco totale, l’indifferenza, il punto di non ritorno».
Possiamo dire che questo brano segna in qualche modo un cambio di rotta rispetto alle origini, viste le sonorità indie pop che lo caratterizzano?
R:«Assolutamente sì, segna un cambio di rotta. Dopo il singolo "Ci sono giorni" mi sono presa del tempo per pensare, per riflettere, per capire quale fosse la mia strada. In un certo senso sentivo che non fosse un genere che mi appartenesse e che non mi permettesse di essere realmente me stessa. Ho iniziato ad immergermi negli ascolti di vari generi, per poter ricercare quel sound e quel linguaggio che mi permettesse di dire: "ok, questa sono io"».
In generale da cosa si differenzia rispetto al tuo primo inedito "Ci sono giorni" uscito un paio di anni fa?
R:«C'è tanta differenza tra "Ci sono giorni" e "Chissenefrega". Il testo è molto più colloquiale, diretto, senza troppi giri di parole e metafore, con l'uso di un linguaggio quotidiano. Ci sono differenze anche nel sound e nel modo di cantare: senza troppi tecnicismi, in maniera semplice spontanea e diretta».
In occasione del progetto sopra menzionato hai avuto modo di collaborare con la maestra Grazia Di Michele: cosa ti ha lasciato questa collaborazione?
R:«Devo molto a Grazia e alla sua professionalità. Anche se concretamente non lavoro più con lei, è una persona che è stata importantissima nel mio percorso, mi ha dato tanto in termini di crescita artistica e anche umana».
In questo progetto abbiamo tra l'altro la collaborazione del chitarrista Davide Gobello. Come è nata?
R:«E’ nata davvero casualmente. Un giorno parlavo di ciò che avessi voluto fare artisticamente con un mio caro amico, un cantante strepitoso ormai nel mondo della musica da anni (non posso dire il suo nome), il quale subito mi ha fatto il nome di Davide e mi ha passato il suo contatto. Poi ho parlato con Davide telefonicamente e ci siamo incontrati nel suo studio a Pistoia. In tale occasione Davide mi ha presentato Francesco Guasti e c'è stata subito intesa. Da quel momento è partito tutto il progetto».
Il video del brano è stato girato per le vie di Barletta... come mai hai scelto proprio la Città della Disfida come location?
R:«Per quanto riguarda il videoclip mi sono affidata completamente a Carmine Croce, videomaker e regista bravissimo, che ha collaborato per alcuni video di Caparezza. Mi ha proposto lui lo storyboard del videoclip e la sua idea mi ha entusiasmato sin da subito. Ha scelto lui le location e ha messo a disposizione un team di professionisti che hanno curato tutto alla perfezione: stylist, make up artist, hair stylist, assistenti e tecnici. Persone che si sono dedicate a me, con grande professionalità ed entusiasmo. Sono stata trattata come una piccola star e io sono grata a ciascuno di loro».
Mara, ci pensi ad un album tutto tuo di inediti?
R:«Assolutamente sì! Ci penso ogni giorno… sono già a lavoro su questo e posso svelare che è quasi pronto il nuovo singolo!».
SOCIAL:
https://www.instagram.com/maramusci/
https://www.facebook.com/MaraMusciOfficalPage/