Serie A: tra Var e rigori dubbi Fiorentina-Inter termina 3-3
di LUIGI LAGUARAGNELLA - Fiorentina-Inter è a colpi di Var. Il posticipo serale di Serie A termina in pareggio, dopo 7 minuti di recuperi concessi a causa dei numerosi episodi. La gara tra i Viola e la squadra di Spalletti ancora senza Icardi è spumeggiante: 3-3. L’Inter, che a pochi attimi dal fischio d’inizio si trova già in svantaggio per l’autogol di De Vrji sul primo affondo di Chiesa.
Gli ospiti, però, sono abili a recuperare poco dopo: da un calcio d’angolo Nainggolan scodella un pallone in area dove Vecino al volo batte Lafont. L’ex viola non esulta e risveglia i nerazzurri che addirittura passano in vantaggio grazie ad un tiro angolato di Politano. Il ritmo della gara è alto; già prima del raddoppio dell’Inter Gerson potrebbe battere Handanovic, mentre Perisic, sulle ali dell’entusiasmo per il sorpasso potrebbe chiudere la gara.
Il croato riesce ad allargare il risultato nel secondo tempo realizzando il calcio di rigore concesso per un fallo di mano di Fernandes, contestato dai viola e concesso dopo la Var. L’arbitro si era affidato alla tecnologia prima di convalidare la prima rete dell’Inter. La pressione della Fiorentina diventa insistente, ma l’Inter riesce a difendersi. Il secondo gol dei padroni di casa è annullato dalla Var: il tiro di Biraghi va in porta, ma poco prima il piede di Muriel sulla gamba di D’Ambrosio è fischiato come fallo. Il colombiano, però rivendica il secondo gol della sua squadra, grazie ad una splendida e potente punizione. Il 2-3 esalta il Franchi, eppure l’Inter non sta a guardare. Vecino va vicino al quarto gol.
La gara sembra infinita anche per i tempi utilizzati per le decisioni alla Var. Si arriva così in pieno e ampio recupero in cui nasce l’episodio sotto accusa da parte dei nerazzurri. Il tocco di Chiesa tocca D’Ambrosio: l’arbitro decreta che è un tocco di mano e non di spalla come la panchina nerazzurra ribatte. Ormai c’è tempo solo per il rigore concesso: Veretout spiazza Handanovic. Tra Fiorentina e Inter non ci sono vincitori, ma forse neanche l’arbitro.
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