ROMA – In Italia oltre l’80% dei pazienti colpiti da un tumore uro-genitale riesce a sconfiggere la malattia. Ciò nonostante queste patologie provocano oltre 16mila decessi e in particolare preoccupa il basso numero di diagnosi precoci. Sono, infatti, neoplasie subdole che non presentano sintomi chiari e ben definiti soprattutto nelle prime fasi delle patologia. Per questo diventa fondamentale, soprattutto per quelle categorie di persone considerate a rischio, sottoporsi ad esami specifici e a controlli con lo specialista. E’ questo l’allarme lanciato dalla Società Italiana di Urologia Oncologica (SIUrO) in occasione della giornata mondiale contro il cancro, che si celebra il 4 febbraio con la campagna ‘I Am and I Will’ (www.worldcancerday.org).
L’evento è promosso dall’UICC, organizzazione non governativa che rappresenta associazioni impegnate in oltre 100 Paesi e vuole sensibilizzare popolazione, media, Istituzioni, personale medico-sanitario e i pazienti sui temi della prevenzione e della ricerca medico-scientifica contro tutte le neoplasie. “Le percentuali di sopravvivenza registrate in Italia per i tumori della prostata, rene, vescica e testicolo ci collocano ai primi posti in Europa e nel Mondo - afferma il dott. Alberto Lapini, Presidente Nazionale della SIUrO -. Bisogna però lavorare per favorire il più possibile la prevenzione di patologie che risultano ancora sottovalutate. Oltre ai controlli medici sono fondamentali gli stili di vita sani, a partire dal fumo di sigaretta responsabile da solo del 50% dei tumori al tratto urinario. Per tutti questi motivi abbiamo deciso come SIUrO di aderire ad un’importante iniziativa internazionale che vuole aumentare la consapevolezza di tutta la popolazione mondiale su quello che è stato definito il “Male del Secolo”.
“Esiste un’ampia letteratura scientifica che dimostra la grande importanza di fattori come la dieta, la sedentarietà , la riduzione del consumo di alcolici e il sovrappeso nell’insorgenza del cancro al rene o alla prostata - prosegue il dott. Giario Conti, Segretario e Tesoriere Nazionale della SIUrO -. Anche le vaccinazioni possono avere un ruolo perché il virus dell’HPV è un importante fattore di rischio del tumore del pene. Questa è una patologia oncologica rara che interessa ogni anno circa 500 italiani”. “Tuttavia considerando entrambi i sessi il virus HPV è correlato ad un numero molto più elevato di tumori - conclude il dott. Renzo Colombo, Vice Presidente SIUrO -. Per tale motivo la nostra Società Scientifica raccomanda fortemente la vaccinazione di bambini e adolescenti, sia maschi che femmine, contro l’HPV”.
Tags
Salute e benessere