BARI - L’allarme è stato lanciato dal professor Gioacchino Angarano, direttore della clinica di Malattie infettive dell’Università di Bari. Nella città di Bari e in provincia ogni settimana viene registrato un nuovo caso di infezione contratta, un dato che ha riacceso i riflettori sul problema. “Sembra assurdo ma nel 2019 ci ritroviamo ad affrontare un tabù che sembrava avessimo lasciato negli anni ‘80”, commenta il presidente dell’Ordine degli psicologi della Regione Puglia, Antonio Di Gioia.
“Da quanto leggiamo in questi giorni, per la maggior parte dei casi non si tratta di tossicodipendenti ma giovanissimi che contraggono l’Hiv per esperienze sessuali non protette”.
“Un fenomeno che deve farci interrogare su quanta efficacia abbia il sistema attuale di sensibilizzazione. Serve il massimo impegno di tutte le attività professionali coinvolte e non lasciare solo il team del professor Angarano”.
“Nelle scuole bisognerebbe istituire un presidio, una presenza costante di professionisti capaci di ascoltare e dialogare con i ragazzi. La prima terapia per contrastare il killer dell’Hiv è la conoscenza. Avere le informazioni giuste al momento giusto e la possibilità di confrontarsi con persone adulte senza schermi, è la prima prevenzione”.