BARI - “Vorrei rassicurare tutti coloro che in queste ore se lo stanno chiedendo. La Regione Puglia ha il suo piano di qualità dell’aria, con i relativi aggiornamenti risalenti al 2012, 2013, 2014 e 2017”.
Lo dichiara il direttore del dipartimento di Mobilità, Qualità Urbana, Opere Pubbliche, Ecologia della Regione Puglia che con una nota inviata al Ministero dell’Ambiente, ha risposto in maniera puntuale alla nota di ieri del Ministro che subordina la richiesta di revisione dell’Aia dello Stabilimento siderurgico Arcelor Mittal (ex Ilva) avanzata dalla Regione Puglia, ad un Nuovo Piano di Risanamento della qualità dell’aria lasciando intendere che senza quest’ultimo presupposto, non potrà esserci alcun riesame di autorizzazione per il siderurgico di Taranto.
“Il ministro – aggiunge a margine il direttore del Dipartimento - non ha tenuto conto dell’obbligo che aveva di elaborare, entro il 30 settembre del 2018, il Programma di Controllo dell’Inquinamento Atmosferico che avrebbe dovuto fornire i limiti nazionali per l’emissione in atmosfera di determinati inquinanti, come previsto dalla direttiva europea del 2016 che l’Italia ha recepito, ao sensi del D.Lgs. 81/2018”.
Quanto alla sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo citata dal Ministro, la nota del Dipartimento Mobilità, Qualità Urbana, Opere Pubbliche Ecologia e Paesaggio fa rilevare, dunque, come “lo stato di criticità ambientale e sanitaria provocato dallo stabilimento siderurgico di Taranto, nonché la responsabilità dello Stato Italiano nel perdurare di tale condizione, sono stati riconosciuti dalla già citata sentenza della Cedu del 24 gennaio 2019 che ha chiaramente sancito l’evidenza che le autorità nazionali non hanno adottato tutte le misure necessarie per assicurare la protezione effettiva del diritto delle persone interessate al rispetto della loro vita privata”.
Per tutte queste ragioni – continua il direttore del Dipartimento – la Regione Puglia invita il Ministero, e non il Ministro, a rispondere puntualmente nel merito e a chiarire la posizione del Ministero stesso sugli impegni nazionali in materia di riduzione delle emissioni, a rispondere nel merito alla richiesta della Regione Puglia di Riesame dell’Aia e a chiarire se la nota del Ministro, che sembra avere solo una connotazione politica, sia da intendersi come un rigetto della richiesta di riesame dell’Autorizzazione di Impatto Ambientale perché, se così fosse la Regione Puglia si riserverebbe la facoltà di impugnarla. È evidente – conclude il Direttore – che sulla base di questi chiarimenti e delle direttive ministeriali in materia di riduzione delle emissioni e di lotta all’inquinamento la Regione Puglia procederà alla elaborazione di un nuovo piano di qualità dell’aria”.
Il Programma ancora non definito dal Ministero Ambiente infatti, obbligherebbe alla individuazione delle pertinenti funzioni assegnate alle autorità nazionali, regionali e locali anche con riferimento alla attuazione dei programmi di riduzione delle emissioni, nonchè la valutazione dei progressi ottenuti attraverso le politiche e le misure vigenti, incluse quelle previste dai piani di qualità dell'aria di cui al decreto legislativo n. 155 del 2010, del relativo grado di conformità agli obblighi nazionali ed europei e dell'evoluzione prevista qualora tali politiche e misure non fossero modificate. Probabilmente proprio quello che non si intende fare”.