BARI - Il Tribunale di Bari ha dichiarato la prescrizione per l'ex senatore Alberto Tedesco, accusato di essere stato a capo, quando era assessore regionale alla Sanità in Puglia, di un presunta 'cupola' che tra il 2005 e il 2009 pilotando nomine e truccando appalti. Quando le notizie di stampa rivelarono l'esistenza dell'indagine, nella primavera del 2009, Tedesco si dimise da assessore regionale.
Inizialmente le accuse erano di concussione, reato che oggi il Tribunale ha riqualificato in induzione indebita a dare o promettere utilità. Oltre che per lui, la prescrizione è stata dichiarata anche per altri cinque imputati, mentre altri quattro sono stati assolti nel merito.
TEDESCO: "RAMMARICO PER MANCATA ASSOLUZIONE" - "Rimane il rammarico che al danno dei dieci anni passati a studiare le carte e a difendersi da accuse incredibili, è intervenuta la beffa di questa conclusione". Così l'ex senatore Alberto Tedesco, commentando la sentenza emessa oggi dal Tribunale di Bari, che ha dichiarato la prescrizione dei reati che gli erano contestati, associazione per delinquere, concussione (riqualificata in induzione indebita) e tentata concussione.
"Questa storia non si conclude come sarebbe stato auspicabile, - dice Tedesco - cioè con una assoluzione con formula piena, visto che cinque anni di dibattimento non hanno assolutamente dimostrato nemmeno mezzo capo relativo alle imputazioni che sono state formulate nei miei confronti". Per l'ex senatore, processato per fatti relativi a quando era assessore alla Sanità della Regione Puglia, "questa vicenda dimostra anche che i tempi della giustizia in questo Paese sono incivili e questa volta non per colpa degli imputati, perché il processo non ha subito alcun rallentamento per responsabilità delle difese. Non è stato mai chiesto alcun rinvio o la rinnovazione degli atti nonostante il collegio giudicante sia cambiato tre volte. C'è stato un comportamento esemplare da parte degli imputati e dei loro difensori".
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