BARI - La lettera apparsa sul Washington Post del 31 marzo, nella quale il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg (chiamato a riferire nel 2018 al Parlamento europeo e al Senato americano), chiede alla comunità internazionale di disciplinare l’uso dei social media, ripropone un problema che riaffiora costantemente dalle cronache quotidiane: la necessità di contrastare il fenomeno dilagante delle fake news, dell’hate speech (incitamento all’odio) e della propaganda del terrorismo sul web.
Attualmente, anche in Italia si attende l’adozione di una legge sulla responsabilità dei gestori delle piattaforme digitali per prevenire e contrastare la manipolazione dell’informazione online, i numerosi reati commessi in rete e per garantire la trasparenza sul web.
Un aspetto, quest’ultimo, sottolineato dal Prof. Roberto Voza, Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Ateneo barese, il quale ospiterà mercoledì 10 aprile, ore 9.00/13.00 (aula V. Starace, Palazzo Del Prete, Piazza C. Battisti - Bari) il convegno su “Fake news e diritto all’informazione nell’epoca dei social media”, rivolto ad avvocati, giornalisti e studenti. Ingresso libero. Dopo i saluti del Prof. Antonio Uricchio, Rettore dell’Università di Bari, il convegno, moderato dal giornalista Tommaso Forte, vedrà la partecipazione dei giornalisti Paolo Di Giannatonio (Rai TG1) e Patrizio Nissirio (AnsaMed), i quali racconteranno le esperienze professionali sulle verità nelle zone di guerra e sul ruolo delle agenzie di stampa. Seguirà l’intervento di Michele Laforgia, avvocato del Foro di Bari, impegnato sul binomio disinformazione on-line e diritto alla verità, mentre la questione dei limiti necessari alla libertà di espressione di fronte all’hate speech (anche in ambito europeo e internazionale) e della prevenzione della radicalizzazione è affidata alle docenti dello stesso Dipartimento, Annita Sciacovelli e Sabrina Martucci.
Si profila, quindi, un utile contributo, in chiave multidisciplinare, alla individuazione di possibili best practices, in grado di fronteggiare i rischi dell’informazione veicolata dal web.
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