di NICOLA RICCHITELLI – Più di vent’anni di carriera, dodici album – pubblicati tra il 1996 e il 2017 – e quindi tre live, l’ultimo pubblicato proprio lo scorso 12 aprile – “Overo se po ffa” - testimonianza del concerto tenuto lo scorso novembre al Palapartenope di Napoli.
Una carriera lunga vent’anni quella di Gianni Fiorellino, una carriera dove hanno trovato spazio due festival di Sanremo nel 2002 e nel 2003: «… è un po’ l’obbiettivo di ogni cantante italiano....ed è la massima esposizione…è un momento meraviglioso. Viverlo è fantastico», e quindi la partecipazione al reality “Music Farm”: « …era divertente. Il confronto con altri artisti, ed anche molto conosciuti, mi ha fatto fare molta esperienza e sono contento di esserci stato nella prima edizione».
Gianni, grazie per aver accettato il nostro invito e di essere quest’oggi ospite del nostro spazio dedicato alle interviste. Dunque Gianni io direi di partire dal nuovo singolo uscito lo scorso marzo – “Malatia” – scritto a quattro mani con Vincenzo D’Agostino – e interpretato con Franco Ricciardi.
Come nasce questo brano?
«Nasce su misura per me è Franco. Ci promettemmo che avremmo realizzato qualcosa assieme, lui è un mio estimatore ed io suo... già anni fa ha scritto qualcosa per me e così con “Malatia” abbiamo coronato una grande collaborazione».
Come nascono le tue collaborazioni artistiche?
«Tutto dalla gioia di condividere delle emozioni, io antepongo le alchimie».
Nelle tue canzoni l’amore riveste da sempre un ruolo centrale, quanto è importante l’amore per la tua musica e per la tua vita?
«L’amore gira intorno alla mia vita e la musica è l’altra parte della mia vita».
«C’e ne sono molte.... Quasi tutte dai… sono tutti miei figli».
E quella che avrebbe meritato più fortuna?
« La scusa degli ipocriti».
Gianni cosa rappresenta la musica neomelodica nel tessuto discografico italiano?
«Una branchia di musica che vive in gran parte del nostro paese...condivisa o non esiste».
« L’epoca…Il linguaggio…Il seguito. Così come Fedez/Sfera- Baglioni o Pausini è sempre frutto della terra d’Italia».
Gianni, qual è il tuo rapporto con Napoli e con la lingua napoletana?
«Meraviglioso con entrambe».
Anche se siamo ad aprile, nell’aria – dalle radio alle polemiche - è rimasto ancora quel qualcosa che sa di festival di Sanremo. Tu sul palco dell’Ariston ci sei salito due volte – 2002 e 2003 – chi meglio di può raccontarci quale palco…Gianni cosa ti porti dentro dell’esperienza sanremese?
«beh Sanremo è un po’ l’obbiettivo di ogni cantante italiano....ed è la massima esposizione…è un momento meraviglioso. Viverlo è fantastico».
«Non lo escludo».
Hai fatto un reality quando i Reality non avevano una grande risonanza mediatica. Che ricordo ti ha lasciato Music Farm?
«Beh era divertente. Il confronto con altri artisti, ed anche molto conosciuti, mi ha fatto fare molta esperienza e sono contento di esserci stato nella prima edizione».
Ci sono stati presupposti per esperienze di questo tipo nel corso di questi anni?
«Si certo».
In chiusura puoi rivelarci qualche anticipazione sui tuoi nuovi progetti?
«Esce il live e il doppio CD il 12 aprile del concerto al Palapartenope che ho tenuto a novembre scorso. Un sold out incredibile».