ROMA - A Taranto la scorsa settimana “dalla maggior parte delle associazioni abbiamo ricevuto richieste puntuali e responsabili ed è bene che ce le abbiano rivolte. Dal momento che c'è questo articolo nel Decreto crescita in cui si parla di ex-Ilva, abbiamo già anche detto che siamo aperti anche ad ulteriori emendamenti che possano migliorare la situazione per Taranto”.
Lo ha affermato questa mattina il ministro per il Sud Barbara Lezzi intervenendo a Radio Capital.
Sul tavolo che ha visto l'incontro con le parti sociali “rivendico il fatto che cinque ministri hanno ascoltato tutte le associazioni in campo, perché noi a Taranto ci mettiamo la faccia. Abbiamo ricevuto delle proposte non solo delle critiche. Il credito che vanta questa città lo è non soltanto nei confronti del MoVimento 5 stelle, ma verso l'intera nazione che fino adesso l'ha abbandonata. Per riconquistare credito dobbiamo andare oltre e guardare a fine legislatura, non mi interessa il consenso a breve termine, Taranto ha bisogno di cura e attenzione ed è necessario tempo”.
“Non escludiamo che si possa riaprire l'Aia e, ripeto, potremmo anche occuparci di Ex-Ilva nel decreto crescita. Con l'abolizione dell'immunità, tra l'altro, non avendo più alcuno scudo, sarà anche interesse degli amministratori quello di attuare nuove prescrizioni. Mettersi in regola e non arrecare danni alla città di Taranto: questo significa cominciare la riconversione. Per noi si tratta di un piano vasto di riconversione economica che riguarda tutta la città. Siamo andati lì anche per parlare di questo, sia con le associazioni che con le parti sociali, sindacali, Confindustria, il sindaco, la Regione”.
“Dopo la nostra visita a Taranto, ci sono state altre emissioni di fumo dubbie dall'ex-Ilva, così il ministro dell'Ambiente Costa ha ricontattato Ispra e non esclude il fatto che si possa anche riaprire l'AIA, cioè l'Autorizzazione Integrata Ambientale. Proprio perché quello che è stato fatto, e quello che si sta facendo, potrebbe non essere sufficiente, noi proveremo a migliorare ulteriormente l'addendum ambientale”.