di TERESA GENTILE - Fervono i preparativi perché il 26 aprile 2020, alla presenza dell’Arcivescovo di Tours (Città della Francia centro-occidentale, nella valle della Loira), e di autorità territoriali, scolastiche, militari e nazionali, oltre che del comitato cittadino, una statua dedicata a San Martino possa essere eretta in una piazza dei nuovi quartieri di Martina Franca con l’intento di passare alle nuove generazioni il ricordo di un Santo che è molto raffigurato in pietra e affreschi nei vicoli, nelle strade, sul portale della basilica, nelle abitazioni, nella letteratura e nella storia locale.
L’iniziativa di erigere in una piazza dei nuovi quartieri una statua raffigurante San Martino nell’atto di dividere il mantello con un povero, ha un preciso messaggio pedagogico volto a mitigare nelle nuove generazioni l’affiorare di inutili e pericolosi disvalori, ideologie, rigurgiti di violenza e razzismo che nulla hanno da spartire con la condivisione, l’aiuto, la sacralità dell’accoglienza, la comprensione per la sofferenza altrui e l’empatia costruttiva che sono evocate dall’immagine del santo protettore della nostra città e dimostrano le vere qualità di un essere umano e non di un robot dotato di un cuore di pietra e animato da impulsi di violenza. Egli, ieri come oggi, è simbolo del più forte richiamo alla vera essenza delle nostre radici, poiché è stato il collante dell’unità cittadina, forma e sostanza della coscienza martinese e della devozione religiosa, ma in più è il testimone di un prezioso valore che è stato incarnato di generazione in generazione dai nostri avi che in gran parte erano giunti da nazioni diverse e poi, pacificamente, si fusero con coloro che già qui abitavano e si dedicavano all’agricoltura ed alla pastorizia. In seguito fondarono Martina Franca e pur appartenendo a etnie e fedi religiose diverse, seppero vivere e lavorare insieme, aiutarsi a vicenda, essere felici, imparare tante tecniche volte a utilizzare in modo creativo pietra, creta, legno e ferro e soprattutto, incarnando una carità intesa non come sterile elemosina, ma costituita da dialogo, ascolto, empatia e leale amicizia volta a restituire a chi aveva perso averi ed affetti, gli strumenti necessari per curarsi, vestirsi, sfamarsi, imparare a fare un lavoro e recuperare la propria dignità di uomini liberi e forti come ulissidi.
Tale costruttiva coesistenza costituì un autentico fatto culturale che portò alla condivisione di emozioni positive volte a ricercare le migliori espressioni della propria idea di bellezza. Come avvenne nel 900 quando un comitato cittadino apposito, per volontà di papa Leone 13° consentì di far costruire a 7 Km da Martina, in zona Orimini, in segno di pace la statua pugliese dedicata al Redentore e basata su venti bozzetti relativi a personaggi e avvenimenti succedutisi nel corso di 20 secoli dell’era cristiana. Ecco che, ancora una volta, un messaggio di pace e fratellanza viene riproposto da un crescente numero di esponenti di spicco del mondo culturale, imprenditoriale, scolastico, artistico, associativo e militare di Martina Franca ed anche dal mondo web grazie ai siti Martinesi in Italia e nel mondo (Amore per Martina Castrum vetus, Accademia della Cutizza, Salotto Culturale Recupero ecc.).
Questa volta l’idea non è stata un riflesso di un desiderio papale ma è di un nucleo spontaneo di cittadini capaci di superare ogni forma di divisione nel nome di un dialogo collettivo (come ci ha detto Agostino Convertino) che si avvale di web, carta stampata e assemblee. Il progetto artistico del comitato civico ‘Carità Prodigiosa’ ha come coordinatore Antonuccio Silvestri che per il suo impegno politico e le sue elette qualità umane è considerato il rappresentante ideale della caleidoscopica ed armoniosa essenza della martinesità che è emblema di libertà, fierezza, operosità tenace e creativa, rigore morale, accoglienza e solidarietà. Accanto a lui sono presidenti di varie associazioni molto operose sul territorio ed all’estero; c’è il preside Piero Marinò, artista d’avanguardia e certosino studioso della storia locale, Gianni Corrente, molto positivo, intuitivo e attento alla cultura, alla bellezza ed alla lealtà: Marilena Miola, Giovanni Fumarola, Gianni Genco, Donato Marinosci (persone che incarnano da sempre la difesa delle nostre radici e l’attuazione della solidarietà nel contesto del sogno di umanizzazione del contesto sociale) e tanti, tanti altri, ognuno con il proprio carisma, ma tutti insieme, fermamente intenzionati a tramandare non una utopia ma l’idea della opportunità di imparare ad esser solidali per poter crescere in cultura e umanità.
La bozza del progetto è stata realizzata dall’architetto Gianluigi Barnaba e il Garante della trasparenza sarà il rev. Sac. Don Luigi de Giorgio. Si prevede che il 26 aprile 2020, sarà presente, tra gli altri, anche una delegazione di Tours.