ROMA - Che il bidone della spazzatura o l’asse del water siano una potenziale ricettacolo di germi non è certo una sorpresa, ma che si possano trovare anche nei campetti, nelle superfici colorate, nei palloni e negli altri accessori impiegati per lo svago dei più piccoli, stupisce certamente di più. E sebbene molti di questi microbi siano innocui per la maggior parte delle persone, il rischio infezione per bambini, ovvero, i soggetti con un sistema immunitario non ancora perfettamente funzionante, resta comunque altissimo, senza contare poi che chiunque può ammalarsi di salmonella o E.coli. Premesso che tutti i giocattoli, a maggior ragione quelli condivisi con altri bambini, sono un rifugio sicuro per virus e batteri, per tale ragione, gli esperti di salute lanciano un nuovo allarme indirizzato a tutti i genitori che portano regolarmente i propri figli a giocare nei parchi all’aperto: sono potenzialmente letali, in quanto causa di gravi infezioni.
Il team della University of North Georgia ha analizzato una varietà di campioni estratti da diverse superfici di gioco sia pubbliche che private, per esempio gli spazi dedicati alla riabilitazione fisica dei pazienti delle cliniche. Attraverso i test dei campioni analizzati, provenienti da 15 diversi campi da gioco di varie dimensioni, il team ha rilevato una «considerevole colonizzazione di microbi», inclusi batteri e lieviti (funghi) causa di malattie potenzialmente gravi. «Abbiamo scoperto delle variazioni considerevoli in una vasta quantità di microorganismi tra le diverse superfici da gioco analizzate», ha riportato la dottoressa Mary Ellen Oesterle, leader dello studio. «Secondo i nostri risultati, le cliniche utilizzano diversi protocolli per la pulizia e per il mantenimento delle superfici, e ciò rappresenta un potenziale bisogno di chiarire e stabilire degli standard che riducano il rischio generale di infezioni».
Le colonie di batteri rilevate possiedono un contenuto elevatissimo di cellule, migliaia per ogni superficie, e questo rappresenta una maggiore possibilità di trasmissione di questi organismi ai pazienti, oltre che una più alta possibilità di infezione. Gli scienziati hanno rilevato un totale di 31 specie diverse di batteri e una specie di lievito. Tra i batteri l’Enterococcus Faecalis, che può causare endocardite, sepsi, infezione delle vie urinarie e meningite, i pericolosi batteri Stafilococco e Streptococco e il batterio Acinetobacter, che può provocare sepsi, polmonite, meningite, infezioni della pelle e delle vie urinarie. Come riportato dai ricercatori, la pulizia di questi campi da gioco può saltare di giorni o di intere settimane all’interno delle cliniche: questo permetterebbe ai dannosi microorganismi di accumularsi e di crescere fino a raggiungere un livello in cui sono in grado di causare infezioni ai bambini che giocano.
«Questo studio dimostra che i parchi da gioco rappresentano un pericolo per le infezioni», ha dichiarato Karen Hoffmann, presidente della Association for Professionals in Infection Control and Epidemiology (APIC). «Le strutture dovrebbero stabilire dei programmi di pulizia regolare, in modo da proteggere i pazienti e i lavoratori da un potenziale rischio di infezione». Questi dati dovrebbero essere sufficienti per fare alzare la guardia a chiunque, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” e dovrebbero spingerci inevitabilmente ad aumentare la pulizia. Una disinfezione frequente e accurata, infatti, può ridurre in maniera esponenziale il rischio di contagi. La ricerca è stata pubblicata per intero nella rivista scientifica American Journal of Infection Control.
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