Revenge Porn: primo sì a codice rosso ma maggioranza divisa su castrazione
ROMA - Maggioranza ancora divisa sul Revenge Porn. Il ddl 'codice rosso' incassa il primo via libera della Camera e passa all'esame del Senato, ma senza l'attesa unanimità: i voti a favore sono 380, nessun contrario. Numerose tuttavia le criticità ancora nel testo per Pd e Leu, che parlano di occasione persa e si astengono. Votano a favore assieme alla maggioranza FdI e Forza Italia.
L'Aula di Montecitorio in precedenza aveva bocciato l'ordine del giorno di Fratelli d'Italia che impegnava il governo (che si era rimesso all'Aula) ad adottare ogni iniziativa anche normativa per introdurre la possibilità di subordinare alla castrazione chimica la concessione della sospensione condizionale della pena in caso di condanna per reati sessuali. L'ordine del giorno è stato votato solo da Fdi e Lega. I voti a favore sono stati 126, 383 i contrari, un astenuto.
“Questo strumento servirà a contrastare il detestabile abuso della diffusione di foto e video di momenti di intimità per screditare l’ex alla fine della relazione. Spesso le vittime sono donne, del tutto inconsapevoli persino di essere state riprese, che si ritrovano su migliaia di cellulari e computer a loro insaputa. E’ ora di bloccare questa spirale di violenza”. Così il presidente dell’Ordine degli Psicologi della Puglia, Antonio Di Gioia, commenta, con soddisfazione, l'approvazione alla Camera, all'unanimità, dell'emendamento sul revenge porn.
“E’ un atto che rientra a pieno titolo nella violenza di genere, potremmo definirla una forma di mascolinità tossica nei confronti di donne che hanno dovuto subire la cattiveria e l’aggressività senza poter difendersi in alcun modo”, prosegue Di Gioia. “E non dimentichiamo i tanti casi di suicidio, su tutti quello drammatico di Tiziana Cantone. Oggi ormai è prassi all’interno di una coppia che vive una relazione stabile, o solo incontri fugaci, riprendersi con lo smartphone, praticando il cosiddetto sexting. Non vogliamo affrontare ora questo argomento, ma il diritto alla privacy deve essere tutelato strenuamente”.
“Certamente le donne sono le principali vittime, ma non dimentichiamo la vicenda del video hard circolato in Salento ad insaputa dei protagonisti dopo che lui ha perso il proprio telefonino”, aggiunge Anna Gasparre, consigliere dell’Ordine degli Psicologi pugliese. “Ci sono casi in cui è l’uomo a subire ricatti, ma sappiamo che le percentuali sono sempre profondamente sbilanciate. In ogni modo la vendetta consiste nel fatto che qualcosa che doveva essere interno ed intimo alla coppia viene invece reso noto da uno dei due partner per danneggiare l'altro. Solitamente chi compie tale vendetta presenta tratti psicopatici o narcisisti.
Resta che la nuova normativa porrà un freno a un fenomeno finora sottovalutato e che ha generato molti danni, anche di carattere psicologico”.
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