di ELISABETTA D'ADDARIO - Imperdibile appuntamento questa mattina a Bari, presso il Liceo Scientifico "Salvemini", dove studenti ed insegnanti hanno preso parte ad una proficua, quanto profonda ed illuminante conversazione con Paolo Finzi, all'evento dal titolo "Fabrizio De Andrè: tra scrittura, poesia ed impegno sociale", dedicato al celebre ed inimitabile cantautore genovese. L’incontro con Finzi al "Salvemini" rappresenta, da una parte, una sorta di conclusione dell’approfondimento che questa scuola ha dedicato al '68 durante il mese di marzo e rientra, dall’altra, nella sperimentazione e convinzione, insita in questo Istituto, di come oggi fare didattica non significhi più studiare in maniera acritica le diverse discipline e avere come unico mediatore didattico il libro e la lezione frontale. La didattica e le problematiche storico-sociali e letterarie di questo liceo, grazie ai continui stimoli della dirigente scolastica alla didattica dei docenti e al contributo di tutti i lavoratori di questa scuola, sono state affrontate con l’ausilio della rappresentazione teatrale, di approfondimenti trasversali ed ora anche attraverso una conferenza, seguita da uno spettacolo musicale, su di un cantautore-poeta che ha segnato gli ultimi decenni del nostro panorama storico, sociale e letterario del Novecento.
De André si serviva della musica per raccontare l'uomo, la sua vita, le sue fragilità. Ha saputo portare al centro dell’attenzione chi da sempre era considerato e collocato ai margini della società. Non si può prescindere dalla forza dei suoi testi e dalla curiosità che trasmetteva in modo silenzioso, portando l'ascoltatore, quasi senza accorgersene, a leggere L’antologia di Spoon River, i Vangeli Apocrifi o ad ascoltare Georges Brassens, Leonard Cohen e Bob Dylan.
credit: Roby il Pettirosso |
Oggi la sensibilità, le parole e le canzoni di De Andrè restano un potente antidoto, un patrimonio di valori e riflessioni che di fronte al cinismo, alla volgarità delle nuove forme di emarginazione e sfruttamento, ai vecchi e nuovi razzismi, alle difficoltà e alla disperazione di chi vive, per scelta o per costrizione, ai margini della società possono contribuire alla creazione di una coscienza più critica e accettante rispetto a tutte le diversità e agli ultimi.
Paolo Finzi è stato amico di Fabrizio De André dal 1974. Attualmente ricopre l'incarico di direttore e redattore della rivista anarchica mensile "A", fin dalla sua fondazione nel 1971. Dopo la morte di Faber ha curato il dossier “Signora libertà, signorina anarchia” (2000).
Nel 2001 ha prodotto il cd “Ed avevamo gli occhi troppo belli”, con la partecipazione di Dori Ghezzi e don Andrea Gallo e nel 2004 il cd “Mille papaveri rossi”, raccolta di una quarantina di cover realizzata da Marco Pandin, storico collaboratore di "A".
Nel 2006, dedicato a Fabrizio e al suo impegno specifico in favore dei Rom e dei Sinti, ha prodotto il dvd “A forza di essere vento. Lo sterminio nazista degli Zingari”.
Finzi ha inoltre partecipato a numerose iniziative pubbliche in memoria di De Andrè ed è ancora oggi ampiamente disponibile a farlo. Si occupa anche di storia ed ha pubblicato due libri sugli anarchici Errico Malatesta e Alfonso Failla. Nel 2018 ha pubblicato il libro dal titolo "Che non ci sono poteri buoni - il pensiero (anche) anarchico di Fabrizio de André".