Cinema: Bangla, TorPigna
di WALTER CANNELLONI - ROMA - Phaim è un bel giovanotto musulmano di ventidue anni, “cinquanta per cento bengalese, cinquanta per cento italiano, cento per cento TorPigna”. A fare da sfondo complice a questa storia d'amore interrazziale c'è infatti il quartiere di Torpignattara, periferia sud di Roma, quartiere multietnico per eccellenza, attraversato dal tramvetto sferragliante e dagli archi di Roma imperiale.
Qui Phaim vive con il padre venditore ambulante, che sta sempre fuori casa, con la madre dittatrice “alla Corea del Nord”, che sogna di trasferirsi a Londra e alla sorella che sta per convolare a nozze, non si sa quanto felici, con un connazionale bengalese, che forse non ama (“è giusto così per tutti” sentenzia lei).
Phaim campa con i soldi di un impiego come steward in un museo e coltiva l'hobby della stupenda musica “bangla” in un complessino alle prime armi. E' proprio durante una delle serate del gruppo che Phaim conosce Asia, italiana e romana di Roma Nord da diverse generazioni.
Tra i due il colpo di fulmine reciproco scatta immediatamente: cominciano a frequentarsi assiduamente e il loro rapporto si consolida. Ma c'è un ostacolo tra i due innamorati: Phaim è un musulmano osservante e oltre all'obbligo di non bere alcoolici, di non mangiare carne di maiale e di non fumare, c'è anche quello quello, coercitivo al massimo per un individuo, di non avere rapporti sessuali prima del matrimonio.
Phaim alza una cortina di ferro su questo punto e Asia, per amore, accetta questa limitazione al loro fidanzamento. Asia invita Phaim a casa sua e gli fa conoscere il padre, con velleità di cantante, e la madre, che ha abbandonato lei e il marito quando la piccola aveva sei anni, per una relazione gay con una compagna lesbica.
Asia, che pure accetta la rinuncia al sesso, non può però restare indifferente quando Phaim le confessa maldestramente di non aver detto nulla alla sua famiglia della loro relazione, per paura della riprovazione dei genitori e della sorella.
I due, ognuno sulle proprie posizioni, si lasciano a male parole e in una maniera che ferisce, ignorandosi completamente per un paio di mesi. Ma Phaim, che sta per partire per l'Inghilterra, capisce finalmente che quella con Asia è “la storia” della sua vita e si presenta a sorpresa a casa sua dopo aver attraversato di corsa Roma, bloccata dall'ennesimo sciopero dei mezzi pubblici del venerdì.
Trafelato e ansimante, viene dapprima trattato male da Asia che, però, dopo quella sfuriata iniziale, lo invita ad abbracciarla in silenzio senza profferire parola. Il film ci lascia intuire che i due avranno un rapporto sessuale completo a sigillo della loro unione.
Phaim, che non ha paura del futuro, che immagina con Asia come moglie, e con numerosi bambini a rallegrarli, definisce quella scelta di campo “un bellissimo casino”. L'Amore trionfa, al di sopra di tutto e di tutti: beata giovinezza, del doman non v'è certezza.
Il giovanissimo regista Phaim Bhuiyan, che è anche attore protagonista nei panni di Phaim, con i suoi intelligentissimi occhi di faina, ci consegna un piccolo gioiello che, socialmente, dà un calcio al cerchio e uno alla botte: se vengono messe a nudo le incongruità della politica e della cultura occidentale nei confronti di questi italiani di ultima generazione (basti pensare alla mancata concessione di una legge di civiltà come lo “ius soli”), dall'altra smaschera le contraddizioni e l'ipocrisia di una morale sessuale, quella rigidamente islamica, ormai superata dai tempi e dalle circostanze attuali, che gli stessi credenti ortodossi fanno una fatica boia ad accettare.
Insomma, un film che lascia pensare con il sorriso sulle labbra, come quando Phaim, per fare colpo sulle amiche di Asia, ingurgita dieci spritz per poi vomitare anche l'anima. Bravissimi i protagonisti di questa pellicola che ammicca felicemente al Nanni Moretti degli esordi: la seducente ed espressiva Carlotta Antonelli è un'Asia disinibita e che non canta in coro, che sa mettere Phaim di fronte alle proprie responsabilità costringendolo a una scelta di vita.
La morale del film è che si può mischiare la pasta con il riso, ottenendo una squisita pietanza speziata che non ha nulla da invidiare ai piatti sentimentali tradizionali.
REGIA: PHAIM BHUIYAN
SCENEGGIATURA: PHAIM BHUIYAN, VANESSA PICCIARELLI
FOTOGRAFIA: SIMONE D'ONOFRIO
MUSICA: CARLO LANZELLOTTI
INTERPRETI: PHAIM BHUIYAN
CARLOTTA ANTONELLI
PIETRO SERMONTI
SHAILA MOHIUDDI
PRODUZIONE: ITALIA, 2019