"Commissione d'inchiesta sul lato oscuro dell'agricoltura in Italia". Gianni Fabbris lancia una petizione da Casa Sankara


BARI - Oggi Gianni Fabbris, candidato alle elezioni europee nella lista “la sinistra” sarà a Casa Sankara (San Severo, Foggia) con migranti, braccianti, agricoltori e contadini per lanciare la petizione internazionale sul lato oscuro dell’agricoltura in Italia. “L'Europa accerti le responsabilità istituzionali per la barbarie dei ghetti durante le grandi campagne di raccolta dell'ortofrutta italiana e su quella dei caporali che sfruttano i braccianti (italiani e non)”, dice Gianni Fabbris. 
Fabbris parte da una considerazione del tutto evidente, quanto ignorata. 

“Se c’è un evento assolutamente prevedibile sono le raccolte dell’ortofrutta. E quindi è del tutto incomprensibile come ogni volta migliaia di migranti, i cui spostamenti seguono proprio i cicli di raccolta, vengono costretti in ghetti degradanti e pericolosi”. Ultimamente, la morte di un migrante a Borgo Mezzanone ha riproposto il dramma di questi veri e propri lager. E ogni volta la politica è li a ripetere la stessa stanca litania di slogan e frasi fatte. A Felandina siamo all’assurdo che addirittura un sindaco può permettersi il lusso di fare speculazione elettorale conquistandosi così i primi titoli dei mass media. Il punto non è emettere ordinanze di sgombero per la comprensibile precarietà sanitaria ma creare le condizioni, di concerto con le altre istituzioni per una accoglienza secondo gli standard minimi indicati dalle organizzazioni internazionali di assistenza”, continua Fabbris. “Vale appena il caso di far notare come a Felandina i migranti sono presenti con tanto di permesso di soggiorno. E quindi con tutti i titoli a non essere considerati cittadini di serie B”.  

Gianni Fabbris già due anni fa si è recato a Casa Sankara come presidente di Altraagricoltura durante la mobilitazione del 17 aprile (giornata mondiale di lotta contadina). “Oggi ci torno da candidato al Parlamento Europeo insieme a Nicola Capuano , ad Yvan Sagnet e Mbaye Ndaye”.

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