di LUIGI LAGUARAGNELLA - “Ho l’opportunità di rimettermi in gioco, grazie alla fiducia della gente che, come me, si impegna ogni giorno per far conoscere e tutelare i diritti dei cittadini delle persone comuni; in qualche modo cercherò di essere il loro porta bandiera”. Esordisce così Denis Nesci, candidato alle europee con Fratelli d’Italia, durante l’incontro “La democrazia è qui” organizzato da alcuni candidati consiglieri comunali della Lista Di Rella all’Hotel 7 mari a Bari.
Il giovane calabrese nel suo intervento si sofferma sui motivi della sua candidatura europea: “Il politico italiano approda in Europa, come premio di un fine carriera. Invece occorre uno spirito combattente per valere i diritti dell’Italia in Europa perché da lì che poi arrivano finanziamenti che possono permettere lo sviluppo al nostro sud”.
Successivamente Nesci parla del reddito di cittadinanza, che, a suo parere, non è impostato correttamente, ma è uno strumento che favorirebbe solo il consenso politico. Molte di queste risorse, invece, potrebbero essere sfruttate per la sanità, le infrastrutture. In un contesto nazionale di crescita zero con lo spettro dell’aumento dell’Iva l’impegno maggiore di Denis Nesci sarà quello di continuare a far tutelare le leggi per le persone che non conoscono a pieno i loro diritti e, soprattutto, un’attenzione particolare verrà data alla formazione per le progettualità che i Comuni e i cittadini possono avviare in modo da saper intercettare i finanziamenti europei.
Al termine dell’incontro il candidato, attuale presidente dell’EPAS, ha risposto ad alcune domande, a partire proprio dai punti da lui evidenziati.
D: Qual è il cammino professionale su cui si basa la tua candidatura europea?
R: "Da sempre ho svolto attività rivolte alla tutela dei diritti dei cittadini, degli utenti e dei consumatori fondando un’associazione di consumatori (l’U.Di.Con.) che per numero di associati è la seconda in Italia per rappresentatività. Proprio la mia attività mi ha portato a conoscere direttamente le problematiche e le esigenze degli utenti e quindi, tentando di farlo con l’attività politica".
D: Qual è la spinta maggiore che ha portato la sua candidatura politica?
R: "La spinta è arrivata proprio dal valore che attribuisco all’Europa: l’Unione Europea credo sia l’istituzione più importante, da qui si decide il futuro degli stati membri, oltre che le linee economiche che i paesi devono adottare; è fondamentale, ma bisogna anche cambiarla. Il nostro intento è portare una folta pattuglia di euro deputati da Fratelli d’Italia per provare a far ciò".
D: A che fetta di popolazione è rivolto il suo impegno?
R: "Alla gente comune, che si sente più sola e indifesa che ha bisogno di un punto di riferimento ed essere tutelata e assistita. Mi rivolgo, inoltre, agli indecisi, a tutti quelli che non vogliono andare a votare".
Il suo impegno in progetti e laboratori per determinate fasce sociali mette in luce la centralità per la promozione sociale. Per questo come considera il Terzo settore in questo periodo?
R: "Per me è il faro che ha guidato la mia professione. Con l’assistenza sociale rivolta agli anziani, ai bambini, soprattutto ai disabili. Abbiamo realizzato tanti progetti nelle scuole sui temi del bullismo, dell’educazione stradale, della ludopatia, della tossicodipendenza. Tutto perché ritengo importante porre attenzione alle generazioni future, al mondo che verrà che i giovani e i nostri figli rappresenteranno".
D: Pensa sia in pericolo il Terzo settore rispetto al contesto che stiamo vivendo?
R: "Il Terzo Settore deve essere considerato strategico. Le associazioni lo sono realmente nel tessuto sociale. Spesso si sostituiscono alle istituzioni in tantissimi servizi. Non considerarlo determinante nel sistema sociale del Paese significa non conoscere i suoi bisogni e quelli della gente".