Juve, Allegri commosso: "Mio addio una scelta del club"


TORINO - "Sono qui per celebrare Massimiliano Allegri, un allenatore che ha fatto da solo la storia della Juventus": sono le parole con cui il presidente bianconero, Andrea Agnelli, ha introdotto la conferenza stampa congiunta con il tecnico che lascerà il club a fine stagione dopo 5 anni e altrettanti scudetti.

"E' arrivato il momento per lasciarsi nel migliori dei modi. Lascio una società solida,con gruppo di giocatori straordinari". E' un Massimiliano Allegri commosso quello che spiega il suo addio alla Juventus accanto al presidente. A salutare il ct l'intera squadra.

"Lo dico subito, non risponderò a nessuna domanda sul futuro allenatore", ha chiarito Agnelli in apertura di conferenza stampa.

Discorso integrale di Agnelli: "Prendo la parola io prima, in questa giornata inevitabilmente diversa dalle altre. Mi fa piacere avere qui non solo il ds Paratici, ma anche la prima squadra. Ricordo a chi farà le domande prima di iniziare, siano essi giocatori o giornalisti, che io oggi non risponderà a nessuna domanda sull'allenatore della Juventus della stagione 19/20. Max ha ricordato bene ieri sera, un allenatore ci sarà e di questo potete stare tutti tranquilli. Oggi sono qui personalmente per celebrare Max. Un allenatore che da solo ha scritto la storia della Juventus. Fino ad allora quando si parlava di 5 scudetti consecutivi si parlava della Juve del quinquennio, della Juve di Edoardo Agnelli, si parlava degli anni'30 ed era da allora che non si vincevano cinque scudetti consecutivi e questo Max l'ha fatto da solo. Alcuni aneddoti prima di arrivare alla conclusione di una storia straordinaria. Mi ricordo quando a maggio del 2013 eravamo a Londra con Fabio eravamo in fondo a un pullman della UEFA intenti ad andare ad assistere alla finale di Champions tra Bayern e Borussia e mentre eravamo lì esce dallo stesso albergo Max. Io tocco Fabio con il gomito e gli dico, guarda un po' lì, secondo me quello sarà il prossimo allenatore della Juventus. Così è iniziata la storia con Max. Era il maggio 2013, prima di vederlo sulla panchina della Juve abbiamo aspettato 14 mesi, perché arriva il 16 luglio 2014, come tutti ricorderete, accettando di diventare, tra le contestazioni generali, l'allenatore della Juventus. Anche in questo caso ci sono un paio di aneddoti divertenti. Andando alla Continassa veniamo informati che i tifosi ci aspettano di fronte a Vinovo e l'autista decide di girare da dietro per passare da un ingresso secondario che non ho capito ancora dov'è perché fermai Matteo dicendo di passare da davanti perché non avevamo nulla da nascondere, dovevamo passare davanti a testa alta, fermamente convinti della scelta fatta. Chiudiamo quell'anno e ci fu uno dei miei primi tweet, uno dei pochi che faccio, e lo confermo: per prendere la Juve il 16 luglio e portarla a vincere ci vogliono attributi. Quella fu una scelta di Max dove dimostrò grandissimo coraggio. Da lì possiamo partire con i dati statistici: il terzo allenatore della storia per presenze, il più longevo consecutivo dopo Trapattoni, il primo allenatore della storia per media punti, 2,41, il primo allenatore della storia per percentuali di successi, 75.5%. Contiamo i trofei, 5 scudetti, 4 Coppe Italia, 2 Supercoppe, le 2 finali di Champions. Sono numero incredibili e io posso confermare che per me questi sono stati cinque anni bellissimi. Affetto, stima, amicizia, riconoscenza, condivisione, sconfitte, lavoro, fatica e soprattutto tante tante vittorie. Inoltre in questi 5 anni abbiamo vissuto un anno e mezzo da vicini di casa, io al terzo piano, lui al primo, con Barzagli che mediava come terzo vicino, quindi quasi un anno a fare colazione insieme, poi le famose cene, piacevolissime con la condivisione non solo sulla Juve, ma sulla vita. Confronti su tanti argomenti, i figli, che abbiamo visto crescere io i suoi e lui i miei. Tornando alla parte sportiva e non fermandoci ai freddi numeri pensiamo a un'inaspettata cavalcata fino a Berlino, l'anno successivo arriviamo a ottobre in una situazione abbastanza critica per poi fare 15 vittorie consecutive tra ottobre 2015 e febbraio 2016 quando tutti stavano preparando il necrologio della Juventus, poi il testa a testa con il Napoli l'anno scorso, poi qualcosa di incredibile quest'anno, vincendo sostanzialmente il campionato alla trentesima, quindi con otto giornate di sconto rispetto alle altre squadre, ed è fantastico. In tutto questo, in questo percorso, la cosa che mi rende più orgoglioso è che io penso di aver trovato un amico, che è la parte più importante. Oltre ad aver condiviso progettualità professionali, ho trovato un amico sincero con cui potermi confrontare su tanti argomenti. In questo momento devo fare una valutazione sulla progettualità della Juventus. La prima squadra quando si troverà a luglio avrà come al solito l'obiettivo di vincere e la dirigenza avrà quello di potenziare questo gruppo per metterlo nelle condizioni di esprimersi al meglio. Abbiamo grandi progetti con le donne, l'U23 che entrerà nell secondo anno e potrò portare ancora più contributi, abbiamo un'idea per una casa per le donne e l'U23, con un impianto idoneo e non averle a Vinovo o Alessandria. Come ho accennato ieri sera come società calcistica dobbiamo valutare gli investimenti sulle nuove tecnologie in particolare l'intelligenza artificiale e capire che declinazioni possono avere nelle metodologie di allenamento. Sui programmi futuri, che dovranno vedere una Juventus sempre all'avanguardia io ho una massima fiducia in Nedved, Paratici, Re e Ricci che hanno la leadership operativa della società. Per concludere, quando non ci sono elementi reali e fattuali al di là di alcune dietrologie che ho letto questi giorni, devo dire che quando pensavo tra me e me dopo la sconfitta con l'Ajax di andare avanti con Max era un pensiero assolutamente sincero. Poi sono seguite una serie di riflessioni che dimostrano la capacità di analisi di un gruppo, incluso l'allenatore, nel saper prendere la giusta decisione. In questo non nascondo che ci sia un po' di tristezza e commozione, perché è stato difficile capire tutti insieme che questo era probabilmente il momento giusto di chiudere uno dei più straordinari cicli della storia della Juventus. Questo straordinario ciclo ha avuto Max come allenatore e come primo interprete, per questo vorrei fare un gesto inusuale, che ti dobbiamo tutti, nonostante le magliette si diano all'arrivo e non quando si lascia.. Un grazie sincero per quello che hai dato alla Juventus e a me". Agnelli consegna una maglia con numero 5 con scritto "History Alone" ad Allegri.