Masha Diatchenko (intervista): "Il violino su di me ha un effetto ipnotico"
di PIERO CHIMENTI - Masha Diatchenko, ragazza prodigio del violino e figlia d'arte di settima generazione di musicisti, ha iniziato la sua carriera da violinista in tenera età, diplomandosi a soli 12 anni al Conservatorio Statale di Genova, per poi 'spiccare' il volo col suo violino, per incantare tutto il mondo con la sua maestria.
La baby prodigio russo, ma italiana ormai d'adozione, si è raccontata nella nostra intervista.
D: Hai iniziato la tua carriera musicale suonando anche il pianoforte: come mai hai poi deciso di dedicarti completamente al violino? Quali emozioni ti dà rispetto al pianoforte?
R: "Ho iniziato a 4 anni con lo studio del pianoforte per lo più per una questione di praticità: infatti è uno strumento ideale per imparare le note, i toni/semitoni e in generale per approcciarsi alla musica. Ma il mio cuore è sempre appartenuto al violino, perciò dopo pochi mesi cambiai strumento. La ricchezza di suoni, colori, sfumature ed effetti su di esso sono interminabili e per me ipnotici. È come paragonare le matite pastello al violino e i pennarelli al pianoforte. Continuai comunque a suonare il pianoforte fino a 7/8 anni, completando l’esame di pianoforte complementare, obbligatorio in tutti i conservatori. Rimane però sempre uno strumento che adoro ascoltare, assolutamente non meno del violino".
D: Hai suonato il Violino di Stradivari del 1687 nel concerto di Tagliacozzo. Quali sensazioni hai vissuto avendo tra le mani un pezzo così importante della musica classica?
R: "Ho suonato con quel Stradivari per un anno intero: mi ha fatto crescere moltissimo, ma non era il primo strumento storico che suonavo. Avevo già avuto esperienza con un Pietro Guarnieri per qualche mese, e provato altri Stradivari in occasione di altri concerti (tra i miei preferiti ricordo il Toscano del 1690). Lo Stradivari del 1687 che suonai l’anno scorso mi ha cambiato e mi ha ‘istruito’, facendomi capire cosa vuol dire avere a che fare con un pezzo di liuteria del genere. Ogni strumento è un nuova anima da domare, e spesso questi ‘cavalli da corsa’ sono più selvatici e complicati, perché hanno una storia alle spalle e spesso sono loro che ne sanno più di te. Ma una volta che si è conosciuti e capiti a vicenda è un’esperienza dalla quale è difficile tornare indietro. Vorrai continuare ad avere a che fare con loro. Adesso suono uno splendido Guadagnini del 1748, strumento che avrò la possibilità di suonarlo per parecchio tempo. Quando lo vidi la prima volta mi affascinò la sua tenebrosità di suono e i suoi colori scuri, caldissimi e ipnotici: dopotutto cosa importantissima è trovare quel strumento che rispecchia ciò che sei. Ad esempio lo Stradivari di prima era molto brillante, elegante e femminile: meraviglioso, ma lontano dai miei pensieri. Con questo Guadagnini sento di aver trovato la mia metà interpretativa-musicale.
D: C'è un compositore che suoni più volentieri di altri?
R: "Pur cresciuta in Italia, i miei genitori sono russi. Adoro perciò tutti i compositori russi che sento vicinissimi a me, in particolare Shostakovich e Stravinskij. Ancora, non posso non nominare Brahms. E Paganini, da bambina ero proprio in fissa perché è un compositore così solare e romantico, come l’Italia".
D: Con la tua classe e la tua musica, hai ottenuto molti riconoscimenti, tra cui suonare davanti al Papa Benedetto XVI. Quale altro risultato vorresti raggiungere?
R: "Ho avuto la fortuna di conoscere personaggi di fama mondiale, e suonare per e con musicisti con alle spalle una carriera internazionale leggendaria. Spero di poter continuare così, di conoscere altri musicisti e di suonare concerti in sale sempre più importanti. Continuare a costruire ciò che sto già costruendo. Mi piace farmi ispirare e spero un giorno di far ispirare anche io qualcuno".
D: Quali sono i tuoi hobby o le tue passioni lontano dal palcoscenico?
R: "Il mio hobby più grande è lo sport: ho provato veramente di tutto e praticato alcune discipline in maniera seria. Come ad esempio il nuoto, l’atletica leggera, la mountain bike e il pattinaggio, sia su ghiaccio che a rotelle. Ora continuo a praticarle per conto mio: la corsa tutto l’anno quando non sono in giro per concerti, la mountain bike d’estate e qualche volta d’inverno pattinaggio su ghiaccio, per fortuna dove vivo in questo momento, a Maastricht, ce ne sono in città. Diciamo che se non avessi fatto musica nella mia vita mi sarei sicuramente dedicata a qualche disciplina sportiva! Altra mia passione è la musica non classica, che mi piace appunto ascoltare sempre quando faccio sport o in viaggio. Mi piace di tutto, in particolare il rap, ma il mio gruppo preferito sono senz’altro i Coldplay. Un altro grande amore sono i miei cani e il mio gatto: sono considerabili come passioni? Per me si, perché non saprei davvero come fare senza di loro. Quando non mi viene un passaggio sul violino e sono arrabbiata, stringo le orecchie del miei cani che fungono da antistress e tutto passa. A parte gli scherzi sono davvero adorabili".
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