L’avvento dell’era digitale ha rivoluzionato
totalmente il nostro modo di vivere e di relazionarci con l’ambiente che ci
circonda. E’ ormai impossibile, infatti, pensare la quotidianità senza oggetti
quali i televisori, i cellulari, forni a microonde e quant’altro. Tutti i
settori si sono dovute adeguare alle nuove tecnologie, rivoluzionando, nel giro
di tutto sommato pochi anni, teorie e schemi validi da secoli.
Cos’è la
Fintech
Uno degli esempi classici dell’importanza delle
nuove tecnologie è quello legato alle discipline economiche e finanziarie. Si
sente spesso parlare di Fintech
(o Financial Technology), molti si
professano profondi conoscitori di questa industria, ma pochi sanno realmente
quello che è il suo impatto nella nostra vita quotidiana.
La Fintech, infatti, riguarda tutti quegli
applicativi tecnologici che normalmente ci consentono di operare in maniera
telematica in ambito finanziario e assicurativo: dalle piattaforme di borsa
alle valute elettroniche fino ai classici bancomat e carte di credito. Non
parliamo solo di intelligenze artificiali astratte ed enormi database, ma
quando ci relazioniamo agli applicativi (siti web e app) di home banking o alle
piattaforme di pagamenti online più comuni, già stiamo parlando di Fintech.
Questo settore, giusto per dare qualche numero, è
talmente tanto importante che la sua industria è passata da un fatturato di 930
milioni di dollari nel 2008 ad “appena” 12 miliardi solo sei anni dopo, nel
2014.
Valute
elettroniche
Strettamente legato al concetto di Fintech è
quello di valuta elettronica (o denaro elettronico), che è un quantitativo
monetario da poter spendere solo ed esclusivamente in maniera virtuale, senza
scambio fisico di monete o banconote. Il pagamento con il bancomat è una
transazione di denaro elettronico. L’acquisto di un oggetto su internet è uno
scambio di valuta elettronica.
E’ bene, però, fare chiarezza in questo ambito:
le principali transazioni digitali che facciamo, sono regolamentate normalmente
dalla legislazione del paese nel quale ci troviamo ad operare e fanno capo a
una valuta tradizionale, garantita dallo stato che la emette (questo non ci
mette al sicuro al 100% da un fallimento, però sicuramente è una garanzia non
trascurabile)
Può succedere, però, che se operiamo nel
cyberspazio ci possiamo imbattere in monete virtuali. Stiamo parlando di monete
create da privati (non collegate perciò a nessuna Banca Centrale) per operare
esclusivamente su internet, basti pensare al bitcoin, o altre crittovalute come
Ether o Eos. Tali valute si pongono in una situazione un po’ anomala al livello
normativo: non sono riconosciute, se non in pochi piccoli casi, nel mondo reale
(proprio perché manca la garanzia di un valore effettivo della moneta
scambiata), ma sono valide online se i contraenti decidono di utilizzarle.
Sicurezza
nei pagamenti elettronici
Abbiamo già parlato dei pagamenti elettronici,
intesi come scambi di denaro in maniera virtuale, resi possibile dagli applicativi
creati ad hoc dalla FinTech. I
bancomat e le carte di credito sono esempi lampanti di questi applicativi. Il
vasto mondo informatico, però, non è spesso così sicuro come può sembrare: sono
frequenti casi in cui i cosiddetti “pirati informatici” riescono a carpire i
segreti del nostro metodo di pagamento elettronico preferito.
Negli anni sono state molte le contromosse degli
istituti di credito reali volte a sensibilizzare e informare sul tema i propri
utenti. Basti pensare agli avvisi contenuti nel corpo delle e-mail che invitano
a non rilasciare mai i propri dati sensibili accedendo tramite link forniti a
priori, o anche le abbastanza recenti OTP (One Time Password), ovvero chiavi
elettroniche della durata di pochi minuti (a volte pochi secondi) inviate dal
sistema di pagamento al recapito rilasciato in precedenza per validare
definitivamente la transazione.
In questo ambito si pongono anche le carte
prepagate, ovvero tessere magnetiche (normalmente) o virtuali (più recenti) che
il titolare può utilizzare al bisogno. La caratteristica principale di questo
metodo di pagamento è quella di essere totalmente sciolto dai conti correnti o
carte di credito, mettendo al riparo il denaro reale da possibili frodi.
Carte
prepagate
Parlando
di pagamenti elettronici e nello specifico carte prepagate, una novità per
l’Italia sono le carte carburante e le prepagate per acquisto di carburante,
uscite di recente sul mercato per venire incontro alla nuova normativa in
termini di fatturazione elettronica (Legge di Bilancio 2018, n. 205/2017). Tra
gli altri metodi per pagare i rifornimenti, queste soluzioni, di cui fa parte la carta
prepagata Soldo (unica nel suo genere perché consente il rifornimento
di carburante in qualsiasi punto, comprese le pompe bianche) forniscono alle
aziende un sistema di pagamento elettronico sicuro e tracciabile, abilitato
solo per questo genere di transazioni, che consente loro di avere anche accesso
agli sgravi fiscali.
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Economia