BARI - "ArcelorMittal ha annunciato la messa in cassa integrazione 1400 dipendenti per 13 settimane.
Le ragioni addotte sono un forte rallentamento del mercato e un aumento delle importazioni da Paesi Terzi.
La notizia è sconcertante, perché questi 1400 lavoratori si aggiungono alle migliaia già posti in questa stessa condizione per effetto degli accordi del settembre scorso".Così in una nota l'assessore Mino Borraccino.
"Ci aspettiamo che dall’incontro di oggi con le rappresentanze sindacali - prosegue Borraccino - emergano soluzioni positive e diverse da quelle preannunciate dall’Azienda, perché Taranto non può sopportare tutti i danni derivanti dal lavoro precario e dall’ambiente compromesso.
Naturalmente, un ruolo decisivo spetta al Governo e in particolare al Ministro del Lavoro, che con ArcelorMittal ha sottoscritto precisi impegni meno di un anno fa, impegni che ora vanno mantenuti. Non è dato sapere se il Ministero ha messo in campo finora un’attività di monitoraggio che facesse presagire ciò che è accaduto. Ma adesso deve convocare subito un tavolo di confronto e mettere l’Azienda davanti alle sue responsabilità .
Non è pensabile che un gruppo industriale di quelle dimensioni non abbia gli strumenti necessari per far fronte alle difficoltà di mercato a cui fa riferimento. Soprattutto non è pensabile che i protagonisti dell’accordo dell’autunno scorso, Governo e ArcelorMittal - i cui uffici studi e programmazione hanno elementi per conoscere in anticipo le tendenze dei mercati - non avessero alcuna cognizione di ciò che sarebbe accaduto appena qualche mese dopo.
In coda all’annuncio, ArcelorMittal conferma il proprio impegno sugli interventi previsti per rispettare il piano industriale e ambientale, per fare di quello di Taranto il polo siderurgico più avanzato e sostenibile. Ne prendiamo atto, ma con la doverosa cautela che ciò che sta accadendo impone", conclude.
EMILIANO: "IPOTESI INACCETTABILE" - “Cassa Integrazione? È un’ipotesi inaccettabile!”: così il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano stigmatizza l'annuncio di Arcelor Mittal che ha avviato la procedura per la messa in cassa integrazione di 1.400 dipendenti.
"Ci sono ancora 2.600 lavoratori Ilva in cassa integrazione - spiega Emiliano - Arcelor Mittal non può aggiungerne altri 1400. Invitiamo l'azienda a ritirare l'iniziativa già nella riunione di domani, accogliendo le richieste sindacali. Mi aspetto che, dopo aver acquisito le quote di mercato Ilva, Arcelor Mittal rispetti gli impegni. L’azienda infatti ha tutti gli strumenti per fronteggiare la contrazione del mercato dell’acciaio senza intaccare i livelli occupazionali dello stabilimento di Taranto. Il piano industriale va rispettato e il Governo, che è garante di quel piano, adesso convochi immediatamente un tavolo di verifica. La Regione Puglia segue questa vicenda ed è al fianco dei lavoratori, condividendo con loro la preoccupazione a fronte di questi annunci, anche in relazione alle ulteriori ricadute sull’intero indotto”.
EMILIANO: "IPOTESI INACCETTABILE" - “Cassa Integrazione? È un’ipotesi inaccettabile!”: così il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano stigmatizza l'annuncio di Arcelor Mittal che ha avviato la procedura per la messa in cassa integrazione di 1.400 dipendenti.
"Ci sono ancora 2.600 lavoratori Ilva in cassa integrazione - spiega Emiliano - Arcelor Mittal non può aggiungerne altri 1400. Invitiamo l'azienda a ritirare l'iniziativa già nella riunione di domani, accogliendo le richieste sindacali. Mi aspetto che, dopo aver acquisito le quote di mercato Ilva, Arcelor Mittal rispetti gli impegni. L’azienda infatti ha tutti gli strumenti per fronteggiare la contrazione del mercato dell’acciaio senza intaccare i livelli occupazionali dello stabilimento di Taranto. Il piano industriale va rispettato e il Governo, che è garante di quel piano, adesso convochi immediatamente un tavolo di verifica. La Regione Puglia segue questa vicenda ed è al fianco dei lavoratori, condividendo con loro la preoccupazione a fronte di questi annunci, anche in relazione alle ulteriori ricadute sull’intero indotto”.