ROMA - "Neanche Renault è contenta dell'interventismo dello Stato francese. Quella era un'operazione di mercato". Così il ministro dello Sviluppo, Luigi Di Maio, parlando a Radio 24 della fallita fusione tra Fca e Renault. "Se si fa mercato, una grande azienda parla con la sua omologa, non è che interferiscono ministri e presidenti della Repubblica. La Francia non ha fatto una bella figura", ha aggiunto Di Maio, che alle accuse dei sindacati sull'assenza del governo nella vicenda ha risposto: "Noi abbiamo rispettato quel momento che vedeva trattativa di mercato".
Il ministro dell'Economia francese, Bruno Le Maire, in due interviste a Repubblica e Corriere della Sera ha spiegato le ragioni del fallimento della trattativa: sarebbe servito altro tempo, ma Detroit ha avuto fretta. "Fca", sostiene Le Maire, "ha deciso di ritirare la sua offerta e io rispetto la sua scelta. Questa operazione rappresentava una bella opportunità industriale e questo rimane. Ma lo Stato, azionista di riferimento di Renault, aveva fissato delle condizioni da rispettare. Siamo stati chiari sin dall'inizio, esigendo degli impegni sulla tutela dei posti di lavoro e dei siti industriali. Qualunque sia la prospettiva di fusione in futur" sottolinea il ministro "noi saremo sempre presenti per proteggere l'occupazione e gli insediamenti industriali in Francia. Abbiamo chiesto inoltre garanzie sulla governance del gruppo futuro e abbiamo auspicato la sua partecipazione al programma di batterie elettriche. Su questi tre punti, i negoziati erano stati fruttuosi e avevamo fatto molti passi avanti. Tuttavia, la nostra prima esigenza era che questa fusione fosse siglata nel quadro dell'alleanza tra Renault e Nissan. Questo presupponeva che i rappresentanti di Nissan, presenti nel consiglio di Renault, votassero a favore del progetto. Mercoledì sera questa condizione non è stata rispettata: il nostro partner si sarebbe astenuto in caso di voto nel consiglio di Renault. Avremmo potuto prendere altro tempo per ottenere il suo appoggio, necessario al lancio della fusione, su basi chiare e solide. Oltretutto il mio viaggio in Giappone nel fine settimana, per il G20 finanziario, mi permetteva di proseguire le discussioni con i nostri partner giapponesi. Ma Fca ha fatto una scelta diversa".