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di FRANCESCO GRECO - 762: vi dice niente? Sono i voti presi dalla Lega ad Alessano, il paese di don Tonino Bello (e Papa Francesco, 20 aprile 2018). Il M5S dei rimpatri, usati demagogicamente contro l’alleato, 536. Il Pd dell’accoglienza senza se e senza ma (basta che siano gli altri ad accogliere), che affolla di disperati i centri benessere (spa) dove ci si rilassa al sole in attesa del pranzo, 515.
Ma Salvini ha vinto anche a Riace col 30,7% (Europee), dopo 15 anni sindaco, Mimmo Lucano non è stato eletto manco consigliere, beffa delle beffe, per un sol voto: i calabresi hanno preferito (41,8) un vigile urbano (per regolare il traffico di migranti). Lega vincente anche a Lampedusa: 45,8, più del doppio del Pd.
Che porta in un palmo di mano l’ex sindaco di Riace, tant’è che ha tenuto una lectio magistralis alla “Sapienza” (dove scacciarono Benedetto XVI), sul tema, ipotizziamo, dell’accoglienza, o meglio dell’illegalità. Perché “Mimmo” è indagato per peculato, abuso d’ufficio, associazione a delinquere, truffa, falso, concussione, truffa in pubbliche forniture, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Ovviamente i magistrati sbagliano, solo con Berlusconi e Craxi la indovinavano. Ma in un mondo assetato di simboli, è sufficiente perché Lucano diventi un’icona della sinistra radical chic che tutto ciò lo ha definito “modello Riace” (invenzione della stampa che milita sulle leggende e non sulla realtà, che costruisce narrazioni posticce e claudicanti, come Repubblica, la nuova Lotta Continua) e ne pretende il copyright.
Un “modello” a credito, scaricato sui cittadini: Luciano ha lasciato un “buco” da 3 milioni. La Lega ha vinto anche a Lampedusa, ma il vero vincitore è il medico degli immigrati, Pietro Bartolo (candidato nelle Isole dal Pd) e ora, giacca e cravatta, andrà a Bruxelles, potrà dedicarsi ai migranti solo nel week-end. Da Mani Pulite ai giorni nostri, è un format tutto italiano: appena c’è un po’ di popolarità si passa in politica.
Come leggere tutto questo? Innanzitutto, come una mutazione semantica, di pelle del serpente detto immigrazione. Ma anche di stanchezza, nausea, desiderio di chiarezza da parte della gente sui traffici che avvengono nel Mediterraneo, chi sono le Ong, chi c’è dietro, chi accoglie e chi no, il ruolo delle mafie, come fanno i migranti a procurarsi i soldi che danno agli scafisti, e quant’altro.
Poiché per capire non bisogna andare dietro alle persone, ma, come dice il mio omonimo magistrato, è seguendo i flussi di denaro che si fanno scoperte interessanti e si arriva a una qualche conclusione.
Ma va letto anche come la fine di un ciclo, diciamo della pazienza. Se tutto ha un inizio e una fine, la gente di Alessano, Riace e Lampedusa è stanca: non poteva durare all’infinito.
Non si può fare i turisti in terra straniera troppo a lungo senza suscitare le reazioni degli indigeni. I raffinati dicono che la gente ha votato di pancia. E ha fatto bene, perché cosa c’è di più decoroso della pancia? Che spesso è vuota? Vedere i migranti che oziano al sole delle nostre piazze tranquilli e rilassati, aspettando il pranzo, che non hanno problemi di bollette, in un contesto di fame che avanza, ha nauseato le popolazioni. Che debbono stringere la cinghia: non possono mandare i figli all’Università, o sono disoccupati, pagare il mutuo, rifare la dentiera al nonno, essere costretti a tenersi l’auto di 20 anni perché non si riesce a cambiarla, o rinviare i lavori alla casa, o le cure, ecc.
Senza contare quel milione e 200mila (gran parte laureati) partiti dal Sud negli ultimi anni: non per fare i turisti, scroccare colazione, pranzo e cena.
Ma è fallita anche la retorica sull’integrazione. Il bar del quartiere aveva assunto un nero di 25 anni (del Mali), ma dopo una settimana se n’è andato: troppo faticoso servire ai tavoli prosecco e cappuccini.
Ora tutta la tematica va rimodulata. Gli italiani non sono razzisti, sono brava gente, però un bel giorno si stancano, e votano Lega. In pratica il 26 maggio hanno detto a Salvini e all’Europa che fa la furba (i francesi per dire): trovate una soluzione, la misura è colma, non ce la facciamo più…