di NICOLA RICCHITELLI – Leggere ciò che ci accade nella vita di tutti i giorni con i numeri non è prassi inventata dal sottoscritto, ad ogni modo i numeri dicono e indicano sempre qualcosa. 25.000 spettatori – qualcuno sostiene addirittura 17.000 - due ore di musica, più di venti brani in scaletta al netto dei vari medley e qualche polemica sparsa qua e là.
Una serata dai due volti quella del San Nicola - lo scorso 14 giugno a Bari – lì dove prendeva il via la 19° tournée del rocker di Correggio, lo “Start tour” cui fa seguito il dodicesimo album in studio “Start” pubblicato lo scorso 8 marzo a distanza di tre anni dall’ultimo “Made in Italy”. Si parte dalle polemiche scaturite dalla decisione di chiudere le tribune numerate est e ovest, si prosegue con il ritardo dell’inizio del concerto di mezz’ora e fortunatamente si finisce urlando tutti sotto il cielo.
Per qualcuno il concerto inizia, sin dal mattino, tra sacchi a pelo e zainetti, la battaglia per la corsa alle prime file inizia proprio di qua. Si fa colazione con un panino, si stappano le prime immancabili Peroni, si canta e si scherza, i ragazzi di Bari che flirtano con le ragazze di Lecce – tranquilli, in questi casi l’eterna rivalità passa in secondo piano – e i barlettani che scambiano numeri di telefono con le tipe di Foggia e viceversa, le scene di un concerto sono anche queste. Tra le sterminate carovane di paninari e venditori di bibite si “Urla contro il cielo”, già attorno le ore 15 si scorgono i primi segni di stanchezza, ma si è giovani anche per questo, per dire io c’ero.
Ore 21.30 in punto, si inizia. Si parte dall’ultimo album “Start” dunque, Polvere di stelle e Ancora Noi, e quindi A modo tuo – brano scritto dallo stesso Luciano per Elisa nel 2014 – per poi tornare indietro di vent’anni fino a Miss Mondo con il brano apripista di quell’album Si viene e si va. A seguire arrivano pezzi che hanno decretato la consacrazione del rocker di Correggio, arrivano Quella che non sei - direttamente da Buon compleanno Elvis – e Balliamo sul mondo – contenuto nel primissimo Luciano Ligabue – quindi si giunge al primo medley: L’amore conta/Sogni di Rock’n’Roll/Il giorno di dolore che uno ha/Tu sei lei/Un colpo all’anima
Poi avanti con Bambolina e Baracuda, La cattiva compagnia, fino ad arrivare alle origini con Non è tempo per noi e Marlon Brando è sempre lui. Quindi ancora un’incursione nel nuovo album “Start” con Luci d’America e Mai dire mai a cui fa seguito il secondo medley del concerto Vivo morto X/Eri bellissima/Il giorno dei giorni/L’odore del sesso/I ragazzi sono in giro/Libera nos a malo/Il meglio deve ancora venire.
Si va verso la parte finale del concerto, Vita morte e miracoli e Niente Paura anticipano brani che hanno fatto la storia della carriera di Luciano Ligabue nonché della storia della musica italiana, arrivano quindi Certe Notti, A che ora è la fine del mondo e Tra palco e realtà.
Chiudono il concerto Certe donne brillano, Piccola stella senza cielo e la travolgente Urlando contro il cielo.
Alla fine, quel che resta di lui lo si scorge in quelle “Certe notti” che cantavi tra i banchi di un istituto tecnico industriale, quando sognavi di guidare quella “macchina calda, e dove ti porta lo decide lei…”. Liga in fondo è sempre lui, è lo stesso che 29 anni fa cantava “Non è tempo per noi” anche se ultimamente convince sempre poco. Non sarà più tempo per noi e forse anche di questo Liga ma, si sa, il tempo cambia persone e cose, o forse questo Liga è troppo figlio di questo tempo, o forse la colpa di qualcuno è quella di essere fin troppo nostalgico di quelle facce là. Tra quei ragazzi che sono ancora in giro si dibatte anche di questo.
È vero, un concerto non si giudica dai numeri ma dalle canzoni e dal cantante, però alzi la mano chi nel 2005 a Campovolo non strombazzò i 165.264 tagliandi staccati, facendo passare le polemiche per la qualità dell’audio in secondo piano? 25.000 spettatori a fronte di una struttura che ne poteva contenere il doppio, i numeri sanciscono questo, che questa prima tappa dello “Start tour” ha steccato. Appuntamento ora al San Filippo di Messina, poi sarà la volta di Pescara e Firenze, e quindi ci sarà San Siro il 28 giugno, fino ad arrivare a Torino, passando per Bologna e Padova e chiudere allo stadio Olimpico di Roma il 12 Luglio.