di WALTER CANNELLONI - ROMA. Il film si apre con l'immagine del “pizzardone” di Piazza Venezia che, dall'alto del suo piedistallo, sostiene di conoscere tutti i segreti di Roma e promette di raccontarci storie divertenti.
Prima storia. Jack e Sally sono due laureandi americani che vivono in via dei Panieri a Trastevere. Il loro felice ménage di coppia viene sconvolto dall'arrivo improvviso di Monica, migliore amica di Sally e attricetta di insuccesso. Monica sembra creata apposta per piacere dannatamente a un certo tipo di uomini: è bella, sexy, dolcissima, “acculturata” quanto basta (cita, tanto per fare colpo, gli incipit delle poesie dei principali poeti europei e, di fronte alle vestigia del Colosseo, si lascia prendere dal senso del futile e dalla svenevole “malinconia di Melpomene”, la Musa greca della tragedia).
Ed è, soprattutto, pericolosamente un po' nevrotica. “Anche un po' nevrotica, ti è entrata una scala reale nella vita”, commenta sarcasticamente il maturo architetto newyorchese John, anche lui in vacanza a Roma, vendutosi al denaro e al successo costruendo orrendi centri commerciali.
John (Alec Baldwin), nella narrazione è l'alter-ego di Jack, il suo Grillo Parlante (un po' come Humphrey Bogart in “Provaci ancora, Sam”) e mette in guardia il ragazzo su quella pericolosissima relazione con Monica.
Ma tant'è: Jack, innamorato perso della “ femme fatale”, se la porta a letto, anzi in macchina, perché Monica, “educatamente”, non vuole profanare il nido d'amore della sua migliore amica.
Proprio quando Jack sta per partire con la nuova fiamma per un viaggio a Palermo e in Grecia, rivelando a Sally il suo amore per Monica (cosa che fortunatamente non farà..) quest'ultima riceve una telefonata da Los Angeles per una parte importante in un film, lasciando il suo innamorato con un palmo di naso. John aveva dunque ragione a diffidare della pericolosissima e inaffidabile Monica...
Seconda storia. Due giovani sposini di Pordenone, Antonio e Milly, giungono a Roma in treno. Lui vuole ottenere un posto di dirigente nell'industria degli zii e freme per il nuovo, eventuale incarico. Una serie di qui pro quo metterà a dura prova la resistenza del loro legame coniugale.
Lui apprezzerà le gioie del sesso con Anna, stratosferica escort d'alto bordo (Penelope Cruz), mentre lei commetterà a sua volta adulterio levandosi uno sfizio con un attraente “topo” d'albergo (Riccardo Scamarcio), che ha rapinato nella sua stanza d'hotel un maturo divo del cinema (Antonio Albanese), dalla quale l'ingenua sposina si era quasi fatta impalmare fin quasi sull'orlo del tradimento.
Compiute le loro rispettive “educazioni sentimentali”, i due giovani sposi si ricongiungeranno, tornando a Pordenone per vivere una vita tranquilla e felice, nella maggiore pienezza del loro amore.
Terza storia. Leopoldo Pisanello, un comunissimo travet della borghesia romana (Roberto Benigni) viene colpito da improvvise notorietà e celebrità senza un perché e senza averne alcun merito. Frotte di giornalisti lo assediano sotto casa, i telegiornali lo invitano, e ogni sua parola viene osannata come le parole dell'oracolo di Delfi.
Colpito da tanta fama, l'impiegatuccio si sente a disagio e chiede all'autista che gli è stato messo a disposizione (insieme alle belle donne) il perché di tanta notorietà. L'autista gli risponde che lui è famoso per essere famoso. Ma l'illusione dura poco: i media prendono di mira un altro poveraccio, e a Leopoldo non resterà che dare fuori di testa tentando di recuperare il successo svanito.
Metafora pungente e surreale del potere diabolico e crudele delle televisioni, capaci di creare e di distruggere un mito nel giro di pochi giorni, lasciando macerie umane al proprio passaggio.
Quarta storia. Jerry (Woody Allen) e Phyllis (Jude Davis), lui pessimo organizzatore di eventi lirici ormai in pensione, che teme come la morte, lei strizzacervelli in attività, giungono a Roma per presenziare alle nozze della loro amata figlia Hayley con il bel giovane avvocato romano Michelangelo, che Jerry chiama “il comunista” perché patrocina gratuitamente le sue cause legali.
Michelangelo ha un papà impresario di pompe funebri, che ha un dono speciale, quello di avere una voce da tenore straordinaria. Jerry lo sente cantare e intravede la possibilità, per se stesso, di interrompere la sua vita da pensionato tornando alla lirica, antico amore.
C'è un problema, però: il papà di Michelangelo riesce a cantare alla perfezione solo quando è sotto la doccia. Anzi, non c'è problema: Jerry metterà in scena un “Pagliacci” di Leoncavallo portando sul proscenio una doccia vera, e facendo cantare l'atipico tenore mentre si sta lavando. Il successo è assicurato: il papà di Michelangelo verrà definito “un nuovo Caruso”, mentre meno lusinghiere saranno le recensioni sulla regia di Jerry, che viene giudicato dalla critica un “minus habens” (che Jerry, ignorantemente, considera un complimento) da impalare sulla pubblica piazza.
Il film si conclude con Michelangelo e Hayley che si giurano amore eterno sulla bellissima scalinata di Trinità de' Monti illuminata nella sera.
Woody Allen, colto figlio dell'intellighentsja newyorchese, trasporta tutto il suo armamentario culturale e cinematografico nella Città Eterna, con ottimi e piacevoli risultati. Un unico appunto: la sua interpretazione iconografica di Roma non ci restituisce che un'immagine patinata e da cartolina illustrata della Capitale d'Italia, senza sfiorare i moti più intimi e profondi della città.
Pure abbondano le visioni suggestive, da Trastevere a Piazza del Popolo, dai Fori Romani a Piazza di Spagna, ma siamo più vicini all'esteriorità un po' vacua di “Vacanze romane” di Wyler che alla matura consapevolezza di “Gente di Roma” di Scola.
Come sia, sia: dal grande Woody Allen c'è sempre da imparare, nonostante le sue disperanti vicissitudini personali e familiari, e la visione del mondo di questo Secondo Millennio che consegna ai suoi fanatici spettatori è un intelligente grimaldello per aprire i tesori di una saggezza ecumenica, quella saggezza che tante volte è assente in larga parte dell'umanità. Il film è disponibile in DVD.
REGIA: WOODY ALLEN
SCENEGGIATURA: WOODY ALLEN
FOTOGRAFIA: DARIUS KHONDJI
INTERPRETI: WOODY ALLEN
ALEC BALDWIN
ROBERTO BENIGNI
PENELOPE CRUZ
JUDY DAVIS
JESSE EISENBERG
GRETA GERWIG
ELLEN PAGE
PRODUZIONE: ITALIA, USA, SPAGNA, 2012